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La mossa di Unipol su Bper riaccende il risiko bancario

Si riaccendono i fari sul progetto del terzo polo bancario, con la possibilità di ingresso di altri istituti nella banca emiliana e con la possibile vendita del Mef di quote di Mps

Autore: Annalisa Lospinuso, ADVFN Italia News
03/07/2024

La mossa di Unipol su Bper riaccende il risiko bancario
La mossa a sorpresa annunciata ieri sera di Unipol su Bper ha riacceso i fari sul risiko bancario italiano. La compagnia assicurativa ha comunicato alla Consob di aver sottoscritto un contratto share swap che ha come sottostante il 4,77% del capitale di Bper. Si tratta di un derivato con una posizione lunga al 25 febbraio 2028 che porta la partecipazione di Unipol in Bper al 24,62%, rafforzando la sua presa sull’istituto di cui ha espresso questa primavera sette consiglieri su 15, tra cui l’ad Gianni Franco Papa e il presidente Fabio Cerchiai. L’operazione porta Unipol (UNI) a guadagnare oltre l’1% a Piazza Affari e Bper (BPE) a +3,6%.

IN RIALZO TUTTO IL SETTORE BANCARIO

L’ampliamento di Unipol nella banca emiliana apre diversi scenari nel comparto bancario italiano. Non a caso oggi hanno nuovo slancio anche altri istituti di credito come Banca Mps (BMPS) che balza di oltre il 4%, Intesa Sanpaolo (ISP) +1%, Unicredit (UCG) +1,8%, Banco BPM (BAMI) +1,9%. Del resto, lo stesso Carlo Cimbri, presidente di Unipol, alla presentazione dell’opa su UnipolSai ha sottolineato che il gruppo sta investendo e si attrezza “affinché il governo di queste banche rimanga nell’ambito di una sfera di collaborazione con noi anziché finire in altri gruppi bancari o assicurazioni. Faremo le nostre mosse, se dovesse servire. E penso che saranno sufficienti, se dovesse presentarsi il caso”.

LE MIRE SU BPER

Tuttavia per il momento non sembra intenzionata ad aumentare la sua partecipazione in Bper. Dopo l’operazione, Unipol ha dichiarato alla Consob che si tratta di “un’interessante opportunità di investimento, in considerazione delle prospettive di rendimento complessivo del titolo Bper”, ma ha poi precisato che “non intende acquisire ulteriori azioni di Bper né esercitare il controllo, anche di fatto, sulla banca”.

LA STRATEGIA SU MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Rimane, però, nell’aria il progetto mai veramente avviato di creare il terzo polo bancario e il mercato si chiede se Unipol non spiani la strada a un disegno più ampio. Secondo indiscrezioni di mercato citate dal Corriere della Sera, ci sarebbero altri soggetti ad avere in mano quote di Bper e che potrebbero puntare all’estensione della banca, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con quote storiche al di sotto dell’1%. Poi rimane sul tavolo sempre il tema di Monte dei Paschi e di cosa farà il Mef, dato che ieri è scaduto il lock-up per la cessione di ulteriori quote in mano all’azionista pubblico, oggi al 26,7%. Se decidesse di vendere un ulteriore 10% sul mercato, incassando circa 600 milioni, le quote potrebbero finire in mano di altri istituti e gli indiziati sono sempre Unicredit, Banco Bpm e Bper-Unipol.

M&A NEL SETTORE BANCARIO

Gli analisti di Morningstar non credono che un’eventuale nuova stagione di M&A nel settore bancario possa innescare un rally a Piazza Affari ma di certo aprirebbe nuovi scenari per il settore. “A nostro avviso – scrive Morningstar – a causa dei guadagni accumulati in Borsa dagli istituti di credito, ci sono poche possibilità di effettuare acquisizioni che riescano ad aumentare in maniera significativa il valore dell’azienda acquirente. Per questo motivo, ci aspettiamo che i maggiori benefici, in caso di nuove fusioni o acquisizioni, siano per gli azionisti delle aziende target. Come detto in precedenza, da una parte abbiamo banche con grosse disponibilità di capitali e dall’altra società che hanno visto lievitare la propria valutazione. Il rischio, dunque, è tutto degli istituti di credito acquirenti, e dei loro azionisti, nel caso in cui il prezzo pagato sia molto più alto del valore della società acquisita”.

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