Il matrimonio sfumato sull'altare con Renault, le nozze concluse pochi mesi dopo con Peugeot, quattro amministratori delegati nominati in altrettante controllate, la cessione di Partner Re mandata all'aria dalla pandemia, la diversificazione nel lusso e nelle startup.

Sono trascorsi quasi tre anni, scrive Milano Finanza,, dalla morte di Sergio Marchionne (25 luglio 2018) e in questo arco di tempo John Elkann ha dovuto assumere diverse decisioni cruciali per il destino di Exor e delle sue partecipazioni. La più importante, se non altro dal punto di vista simbolico, è stata la scelta di un partner per Fiat-Chrysler. Dando seguito a quanto scritto proprio da Marchionne nelle Confessioni di un drogato di capitale, Elkann si è messo subito al lavoro sul consolidamento. Tranciate con nettezza le turbolente trattative sull'asse Renault-Nissan-Parigi, il nocchiere di Exor ha poi condotto in porto il Lingotto sempre in acque francesi, ma con il gruppo Psa. L'accordo tra la famiglia Agnelli-Elkann, i Peugeot e il governo di Macron ha resistito anche alla tempesta Covid. Il cigno nero sanitario ha però costretto la casa auto a pressoché dimezzare il dividendo previsto, riducendo le munizioni di Exor per andare a caccia di affari durante la crisi. Ciononostante l'aggregazione Fca-Psa e la precedente gestione Manley-Elkann del Lingotto hanno dato nel complesso soddisfazione agli azionisti, assicurando loro in tre anni un rendimento totale del 47,6%, quasi doppio rispetto al Ftse Mib (26,3%).

red/lab

MF-DJ NEWS

2808:15 giu 2021

 

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June 28, 2021 02:15 ET (06:15 GMT)

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