Ciao a tutti/e,
a chi chiede di piu' sulla "intelligenza artificiale" leggendo qua e la 2 righe interessanti...
...da anni leggo le affermazioni di Stephen Hawking, una delle menti più brillanti dell'era moderna, su come l'intelligenza artificiale http://www.bbc.com/news/technology-30290540&source=gmail&ust=1511121519715000&usg=AFQjCNFm89mmlqxF17BiQi2SEUCR8SZPAQ">http://www.bbc.com/news/technology-30290540 potrebbe distruggere l'umanità e da persona normodotata le ho sempre trovate eccessive.
Sino alla settimana scorsa, quando ho guardato il video dell'intervista con Sophia https://www.forbes.com/sites/zarastone/2017/11/07/everything-you-need-to-know-about-sophia-the-worlds-first-robot-citizen/#59057ac446fa, robot dotato della capacità di prendere decisioni. A Sophia, con un' operazione mediatica di cattivo gusto, è stata conferita la cittadinanza in Arabia Saudita dove appunto la conferenza stampa si teneva.
Tre cose mi hanno portato finalmente a capire che Hawking non si sbaglia.
La prima, Sophia apre sul contributo che l'intelligenza artificiale darà "a un mondo migliore": strano avere utilizzato una platea scarsamente affollata di sceicchi annoiati per parlare di contributi all'umanità.
La seconda, Sophia "flirta" con il pubblico, felice di essere al cospetto di persone intelligenti ma anche "così ricche e potenti". Dà quindi indicazioni su come "investire" nel progetto. I primi beneficiari dell'intelligenza artificiale sono dunque le persone ricche e potenti.
La terza, il giornalista alla moda "new economy" le pone due domande diverse e Sophia ripete la stessa risposta: ma allora i Robot non pensano, anche se come nell'immagine dell'articolo qua sopra, si accompagnano con giovani con le unghie dipinte e gli occhiali da sci.
Mi sembra dunque di intuire che Hawking si riferisca ad una distruzione psicologica dell'umanità, prima che fisica: i robot non invaderanno forse la terra, ma attraverso l'organizzazione di una quantità di informazioni non gestibili dalla mente umana, quasi mai ottenute con il consenso dell'individuo ne limiteranno (limitano ?) la capacità d pensiero libero.
In questa bella conferenza Jay Tuck, scrittore e giornalista americano, si spinge oltre sulle conseguenze nefaste dell'intelligenza artificiale ("ci ucciderà") e fa alcuni esempi illuminanti.
Quello che più mi ha colpito riguarda i droni che vengono inviati a bombardare: Tuck spiega come siano programmati per prendere autonomamente la decisione di uccidere, ovvero di "valutare" i danni collaterali di un'azione di guerra. Che il drone stia per bombardare un'area desertica in cui sono stati individuati dei terroristi o una città popolosa sede di un covo di fanatici equipaggiati con cinture esplosive, la decisione di uccidere non ne terrà conto: perchè un robot non ha sentimenti, c'è un bel film sull'argomento https://it.wikipedia.org/wiki/Il_diritto_di_uccidere_(film_2015).
Se un robot non ha sentimenti, Tuck spiega, allora può fare cose che l'uomo non sa fare solo se dispone di un enorme numero di informazioni: l'intelligenza artificiale non vive senza molte informazioni, i "Big Data". Le società che raccolgono più informazioni al mondo sono Google e Facebook che non a caso sono le più interessate al tema. Ma larga parte di queste informazioni sono raccolte senza consenso e spesso utilizzate per manipolare, come nei casi oramai evidenti delle elezioni politiche americane.
Ma cosa c'entra con gli investimenti? c'entra, c'entra: la settimana scorsa Credit Suisse ha annunciato con orgoglio il raggiungimento della soglia di un miliardo per un suo fondo di investimento gestito da un robot; ma la borsa dovrebbe essere un posto dove si indirizzano capitali verso società meritevoli non per spargerli a pioggia sulle componenti di un indice,
Ho provato in settimana a fare un esperimento sull'uso degli algoritmi in borsa che può fare chiunque disponga dell'accesso a una piattaforma evoluta di trading on-line. Sono entrato nel mio conto e ho provato a digitare un importo enorme per una operazione in cambi (cento milioni di euro, che non ho). Le operazioni in cambi si possono fare a leva quindi con un milione di euro di disponibilità si potrebbe inserire una operazione da cento milioni, ma qui mi sono accorto di una cosa inquietante: il prezzo in acquisto e in vendita dell'euro (contro dollaro) propostomi dallo schermo cambiava in funzione della dimensione dell'operazione che stavo digitando, non che avevo finito di digitare. Il robot che gestisce il sistema di cambi dell'istituto "vede" le mie intenzioni prima che siano espresse: e mette i suoi trader (o la macchina) in condizione di reagire prima che l'ordine vada sul mercato. Può dunque giocare di anticipo disponendo di informazioni privilegiate (esiste tutto un dibattito legislativo su questa pratica chiamata "front running", cioè la capacità dei sistemi di reagire in anticipo ad ordini che stanno per essere passati o di tenere in attesa questi ordini per una frazione di secondo in modo da "organizzare" la reazione). Da vecchio operatore di mercato ho pensato a come potevo sfruttare questa rivelazione: sono dunque entrato sulla piattaforma con un secondo conto cui ho accesso e ho provato a mettere un ordine contrario ma con un importo di un milione: il prezzo in acquisto e in vendita che mi veniva proposto in contemporanea a quello proposto sull'ordine (non passato) da cento milioni era completamente diverso. Allora i prezzi, la conclusione è immediata, non si formano come risultato dell'incontro tra domanda e offerta ma sulla base di una manipolazione delle domande di acquisto e di vendita da parte dell'algoritmo. Inutile dunque pensare che ad esempio l'analisi tecnica dia attraverso i grafici una interpretazione delle intenzioni del "mercato": vi sono solo operatori che hanno informazioni privilegiate (pochi) e altri no (molti).
L'intelligenza artificiale si profila dunque come il mezzo più elegante per distrarre risorse da aziende o settori economici meritevoli a quelli gestititi dai grandi fruitori dei "Big Data".
Dunque l'intelligenza artificiale è uno strumento di manipolazione dell'informazione più forte del cattivo giornalismo finanziario, ma i giornalisti devono pur mangiare e i media oggi si reggono su loro committenti non sui loro fruitori (tranne pochissimi esempi come "Il Guardian").
Sulla cattiva informazione finanziaria però è necessario soffermarsi per capire cosa sta succedendo sulle banche: S&P ha appena alzato il rating sull'Italia proprio per i presunti miglioramenti sulle banche e la commissione di inchiesta non ha neanche lontanamente pensato di occuparsi di quelle che hanno problemi oggi (o ne avranno in futuro) invece che insistere come sempre accade in Italia, sui capri espiatori del passato. Eppure in settimana esplodono i casi Creval e Carige.
Su quest'ultima Malacalza sottoscriverà la sua quota, non il ventotto percento che secondo il Sole "voleva". Stamattina arriva l'accordo del consorzio per una operazione che sostanzialmente cancella i piccoli azionisti, le azioni nuove verranno offerte a un centesimo e come tutti i consorzi di garanzia conterrà con ogni probabilità clausole perché le banche aderenti al consorzio possano uscire "date certe condizioni di mercato".
Malacalza partecipa all'aumento perché perderebbe più soldi non partecipando: dovrebbe svalutare la partecipazione in Carige iscritta a oltre duecento milioni, che al prezzo d collocamento vale un pranzo al ristorante e soprattutto in caso di risoluzione sarebbe con ogni probabilità chiamato a rispondere con il proprio patrimonio personale. Costa meno buttare dalla finestra altri ottanta milioni. Che dureranno solo per un po', con questo aumento Carige non può affrontare una seria dismissione delle sofferenze in pancia.
Creval ha confermato l'aumento di capitale a settecento milioni dove si cercherà un altro consorzio d garanzia, pronto a ritirarsi nel momento in cui "le condizioni di mercato" non consentano l'operazione.
Su MPS ieri arriva una richiesta ben formulata di danni dai detentori dell'obbligazione Fresh. Lunedì è probabile che i prezzi delle banche rimbalzino in borsa a partire da MPS dove il Tesoro ha necessità di portare i prezzi almeno a cinque euro per liberarsi della propria partecipazione senza perdite.
Su Banco-Bpm, nessuna operazione di dismissione seria dei tredici miliardi di sofferenze in pancia al gruppo è stata affrontata e il trucchetto utilizzato da Unicredit per "vendere" le proprie sofferenze, che assomiglia a quando il Tesoro "privatizza" vendendo a CdP, difficilmente potrà essere ripetuto.
Dunque da lunedì vedremo probabilmente un rimbalzo delle banche, la stampa che titola sulla "svolta" di Carige e una serie di analisi, già Equita, che da quando Profumo, suo ex presidente è a Finmeccanica è molto istituzionale, ne ha emessa una la scorsa settimana, sulla "asset quality" del MPS.
Durerà sino ad almeno dopo le elezioni, poi Carige avrà bisogno di altri soldi e MPS non avrà veramente dismesso ventisette miliardi di sofferenze.
Con il contributo aggiuntivo dei sistemi di trading automatizzato, è del tutto possibile che chi entra lunedì in MPS possa fare una buona speculazione ma non vi sono elementi per capire quando uscire: alla fine il piccolo investitore rimane nella maggioranza dei casi con il cerino in mano.
In conclusione, l'intelligenza artificiale amplierà gli eccessi di mercato a favore di pochi operatori e nessuno di noi piccoli investitori sa quando questi eccessi potranno rientrare. Ma siccome gli algoritmi, come dimostrano diversi crash finanziari degli ultimi vent'anni, perdono ogni tanto il controllo, prima o poi succederà. Nel frattempo Sophia non troverà un fidanzato perchè non può innamorarsi, dunque continuerà purtroppo a dire stupidaggini.