Pmi: Palmieri, serve task force (MFF)
15 Maggio 2020 - 8:43AM
MF Dow Jones (Italiano)
La moda ha bisogno di credibilità e trasparenza, soprattutto di
una task force che possa far luce costantemente sullo stato dei
finanziamenti e della cassa integrazione. È questo il messaggio che
Marco Palmieri, numero uno del gruppo Piquadro, lancia al governo
durante la fase due dell'emergenza Covid-19. La società bolognese
attiva nella pelletteria di lusso con i marchi Piquadro, The Bridge
e Lancel, che ha chiuso l'esercizio fiscale 2019/20 al 31 marzo con
un fatturato consolidato di 152,2 milioni di euro (+3,2%), ha
ripreso l'attività nelle strutture di Scandicci (Firenze) e Gaggio
Montano (Bologna), studiando in parallelo una strategia di business
volta alla riduzione dei costi. Intanto risultati positivi arrivano
dall'Asia, dove prosegue l'espansione nella distribuzione di Lancel
e dal digitale, che nell'ultimo mese ha trainato le vendite dei
brand. L'imprenditore, presidente e ceo della società, ha spiegato
a MFF la situazione attuale e i progetti futuri.
Come sta riprendendo l'attività del gruppo durante
l'allentamento del lockdown?
Abbiamo aperto tre settimane fa in Toscana, sono rientrate circa
30 persone che si dedicavano a design, sviluppo e prototipia,
mentre dalla scorsa è permesso operare pienamente su tutti i
dipartimenti non solo a Scandicci, ma anche nella sede di Gaggio
Montano. La maggior parte dei lavoratori, circa un centinaio in
Italia, compresi quelli di Milano, rimangono in smartworking,
mentre l'headquarter di Parigi è ancora chiuso.
Sul fronte internazionale, stanno migliorando gli scenari?
C'è preoccupazione perché nessuno sa quando questa cosa finirà.
Il wholesale della società è serrato in tutto il mondo, l'Asia ha
riaperto. Dei 188 negozi dove operiamo direttamente, ne abbiamo
aperti 4-5.
La campagna s-s 2020 di The Bridge
Ci saranno delle variazioni negli obiettivi di budget?
Abbiamo chiuso l'esercizio fiscale 2019/20 con una posizione
finanziaria netta positiva, non abbiamo dunque debito ma cassa,
questo ci dà serenità. Ovviamente a febbraio e marzo abbiamo perso
nelle vendite.
Quale strategia state studiando per favorire la ripresa?
La riduzione dei costi. Il virus ha avuto un impatto importante
sul mondo del retail. Per questo stiamo studiando la chiusura di
qualche store, facendo un forte lavoro sulla rinegoziazione degli
affitti, riprogettando l'offerta per renderla più razionale, ovvero
proponendo meno modelli. Abbiamo un 70% di prodotti continuativi,
speriamo questo ci aiuti.
Che performance ha avuto il canale digitale?
L'e-commerce, che vale meno del 10% dei ricavi complessivi del
gruppo, sta accelerando. In generale siamo positivi sulla crescita
di Lancel (che ha fatturato 53,6 miloni di euro al 31 marzo, ndr) e
la domanda è sostenuta anche dal digital: prendendo in
considerazione il periodo da metà aprile a oggi, la maison ha fatto
tre volte il fatturato sull'anno scorso. The Bridge anche sta
performando bene con vendite doppie in rete nel mese in esame,
mentre Piquadro è costante.
Avete rivisto i piani di espansione in Asia?
Per quanto riguarda Lancel, l'obiettivo era attivare dodici
store tra Cina e Singapore, ne apriremo meno, ma la progettazione è
tutt'ora in corso.
Com'è la situazione in Francia?
In Francia c'è un percepito migliore del nostro, la cassa
integrazione paga l'80% dello stipendio, la capacità di spendere
dell'individuo è quindi maggiore. C'è sostegno alle imprese, le
linee di credito sono state veloci, nel medio termine hanno una
visione positiva.
Ha un messaggio da lanciare al governo?
Probabilmente nei processi di erogazione di liquidità qualcosa
non sta funzionando. La velocità è importantissima, primo perché ha
un effetto emotivo, l'imprenditore può andare in Banca e sperare
nel futuro della sua azienda. Il secondo è sostanziale, se non
riceve liquidità si blocca il ciclo economico e il pagamento degli
stipendi ai dipendenti. Ecco cosa chiedo al governo: una task force
che si metta a lavorare sul problema della cassa integrazione e dei
finanziamenti. Serve un piano chiaro, la gente è sconcertata che
non arrivino risposte. È necessario un update quotidiano sullo
stato di avanzamento del problema. Se l'imprenditore sa che c'è
futuro non licenzia, bisogna essere credibili e trasparenti.
Qual è la sua visione sul post Covid-19 per il Made in Italy e
gli acquisti?
Bisogna vedere cosa succederà all'apertura totale, temo che il
consumatore sia cambiato. Le piccole e medie aziende sono quelle
che vanno più aiutate, sono preziosissime per il sistema. Se
chiudono perdiamo la filiera. (riproduzione riservata)
red
MF-DJ NEWS
1508:27 mag 2020
(END) Dow Jones Newswires
May 15, 2020 02:28 ET (06:28 GMT)
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