RISULTATI AL 30 GIUGNO 2021 - Risultati decisamente positivi per Poste Italiane nel primo semestre 2021. I ricavi netti della gestione ordinaria sono infatti saliti del 13% a 5.744 milioni, e sono stati trainati dal comparto Corrispondenza, pacchi e distribuzione (+24% a 1.826 milioni, grazie all’incremento dei ricavi da Corrispondenza dovuto al recupero dei volumi e al consolidamento di Nexive, nonché alla crescita rilevante dei ricavi nel comparto B2C dei Pacchi). I ricavi netti da Servizi Finanziari sono diminuiti dell’1,3% a 2.409 milioni per effetto di minori proventi dagli impieghi della raccolta su conti correnti postali e delle disponibilità libere e minori ricavi derivanti dalle commissioni su bollettini di c/c postale e dall’attività di raccolta del risparmio postale; tale andamento però è stato quasi compensato dai ricavi da distribuzione dei prodotti di investimento. Il totale delle masse gestite ha raggiunto 576 miliardi, in aumento di 7 miliardi rispetto a fine 2020, ed in linea con gli obiettivi per il 2021. Balzo del 42,1%, a 1.050 milioni, per i ricavi dei servizi assicurativi. I Premi lordi Vita sono infatti saliti del 33% a 10.167 milioni, con una significativa contribuzione dei prodotti Multiramo, e inoltre i proventi derivanti da operatività assicurativa sono balzati del 41,8% a 2.211 milioni, incremento in larga parte ascrivibile all’aumento degli Utili da valutazione da strumenti finanziari al FVTPL rispetto a quanto rilevato nel primo semestre 2020, particolarmente condizionato dagli effetti derivanti dall’iniziale diffusione della pandemia. Tali utili da valutazione, connessi pressoché interamente agli investimenti inclusi nelle gestioni separate, sono stati quasi interamente retrocessi agli assicurati mediante il meccanismo dello shadow accounting. Analogamente gli oneri derivanti da operatività assicurativa sono scesi ben del 75,1% a 212 milioni per effetto di minori perdite da valutazione rispetto al primo semestre 2020, particolarmente condizionato dagli effetti derivanti dall’iniziale diffusione della pandemia. I ricavi da pagamenti e mobile sono saliti del 18,4% a 399 milioni, spinti dai pagamenti con carta. I costi per consumi di materie prime, poco rilevanti, sono diminuiti dell’8,6% a 74 milioni, mentre il costo del lavoro è salito del 2,6%, passando da 2.619 a 2.686 milioni, pur in presenza di un numero medio di dipendenti passato da 118.206 a 113.488 unità. Ciò in quanto il primo semestre 2020 era stato contraddistinto da risparmi correlati all’emergenza sanitaria (Fondo di Solidarietà, minori costi per incentivazione manageriale MBO e commerciale della forza vendita, e altre indennità varie quali ad esempio straordinari e notturni per la ridotta attività svolta durante il lockdown). Balzo del 25,7%, a 1.291 milioni, per i costi per servizi, soprattutto per maggiori costi di trasporto corrispondenza, pacchi e modulistica. Gli altri costi operativi sono poi balzati del 55,1% a 183 milioni. In ogni caso l’ebitda è passato da 1.161 a 1.467 milioni (+26,4%); gli ammortamenti sono saliti da 355 a 406 milioni (per maggiori ammortamenti di attività immateriali a seguito degli investimenti sostenuti), mentre gli accantonamenti per rischi e oneri si sono dimezzati da 16 a 8 milioni e le svalutazioni (per lo più su crediti commerciali) sono passate da 56 a 20 milioni. Così l’ebit è balzato da 766 a 1.049 milioni (+36,9%). Il saldo positivo della gestione finanziaria, poco influente, è però salito da 7 a 38 milioni; al 30/6/2021 la disponibilità finanziaria netta ammontava a 5.671 milioni, in diminuzione rispetto ai 6.820 milioni di fine 2020. L’utile ante imposte è così passato da 773 a 1.088 milioni (+40,8%) e, dopo imposte per 315 milioni (tax rate in lieve diminuzione dal 29,4% al 29%), si è giunti a un utile netto di 772 milioni, il 41,4% in più rispetto ai 546 milioni al 30/6/2020. Al 30 giugno 2021 il Coefficiente di Solvibilità (Solvency II Ratio) del gruppo Poste Vita era pari al 288%, in salita a fine luglio di ulteriori 6 punti percentuali grazie a un Restricted Tier I intercompany di 300 milioni. Nel primo semestre 2021 i volumi di corrispondenza sono aumentati del 13,8% a 1.295 milioni di unità e sono stati supportati da prodotti a tariffa più elevata, quelli dei Pacchi del 41,4% a 127 milioni di unità (trainati dal comparto B2C). La giacenza media dei conti correnti del gruppo è salita del 15,9% a 75,7 miliardi ed il valore medio del risparmio postale è aumentato dell’1% a 319,6 milioni. I premi lordi del settore assicurativo sono saliti del 33,4% a 10.331 milioni (+33,5% a 10.167 milioni per i Premi Vita e +27,3% a 163 milioni per i Premi Danni). Le carte Postepay sono salite dello 0,3% a 21,7 milioni di unità (+11,5% a 8,1 milioni di unità per le Postepay Evolution), il totale delle transazioni è balzato del 33,9% a 0,9 miliardi (in particolare +37,1% a 248,1 milioni per le transazioni e-commerce), le SIM e linee fisse sono salite del 5,8% a 4,8 milioni e gli e-wallets digitali del 31,6% a 8,4 milioni. RISULTATI 2020 - L’esercizio 2020 di Poste Italiane è stato significativamente impattato dalle chiusure decise a fronte dell’emergenza sanitaria Covid-19, ma a partire dal terzo trimestre vi è stata una ripresa. I ricavi (escluso il saldo della gestione assicurativa) sono scesi del 4% a 10.526 milioni (-4,2% a 10.164 milioni su base normalizzata, dato che esclude le plusvalenze da operatività finanziaria e l’impatto sul fair value delle azioni Visa), in presenza di un calo dell’8,3% a 3.201 milioni per il comparto Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione, sia per effetti permanenti di e-substitution sia in relazione al lockdown. I volumi di corrispondenza si sono ridotti del 16,7% a 2.250 milioni di pezzi mentre quelli dei pacchi sono balzati del 41,7% a 210 milioni di pezzi, di cui 74 consegnati da postini (+43,6%). I ricavi da Pagamenti e Mobile sono aumentati dell’11% a 737 milioni, mentre i ricavi da Servizi Finanziari (già al netto degli oneri da operatività finanziaria che sono balzati da 79 a 206 milioni) sono diminuiti del 3,7% a 4.945 milioni (-4,2% a 4.583 milioni su base normalizzata) a causa della sospensione temporanea delle attività commerciali durante il lockdown. I ricavi assicurativi netti sono diminuiti dell’1,6% a 1.643 milioni, per la contrazione dei premi (-5,9% a 16.865 milioni) e minori rilasci su riserve tecniche. Al 31/12/2020 il Coefficiente di Solvibilità (Solvency II Ratio) del gruppo Poste Vita era pari al 279% ed il CET I ratio di Bancoposta al 17,8%. Includendo il saldo assicurativo i ricavi sono diminuiti dell’8,4% a 30.019 milioni. I costi per consumi di materie prime sono balzati del 31,5% a 163 milioni (ma solo per effetto di costi one-off legati all’emergenza Covid-19); i costi per servizi, che includono la variazione delle riserve tecniche assicurative e oneri relativi a sinistri, sono scesi del 9,5% a 21.549 milioni. Il costo del lavoro è diminuito del 4,4% a 5.638 milioni, in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 118.523 a 112.709 unità, mentre gli altri costi operativi sono aumentati del 16,1% a 484 milioni. L’ebitda è nel complesso passato da 2.548 a 2.224 milioni (-12,7%); dopo ammortamenti e svalutazioni scesi da 774 a 700 milioni per la rivisitazione dei criteri di stima di vita utile residua e del valore residuo di alcuni asset immobiliari del gruppo, l’ebit è passato da 1.774 a 1.524 milioni (-14,1%); su base normalizzata sarebbe diminuito da 1.765 a 1.564 milioni (-11,4%). La perdita operativa del comparto Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione è balzata del 69,5% a 588 milioni (su base normalizzata del 63,5% a 445 milioni), mentre l’utile operativo del comparto Servizi Finanziari è diminuito dell’1% a 866 milioni (su base normalizzata -3,6% a 761 milioni); quello del comparto Pagamenti e Mobile è salito del 7,3% a 259 milioni e quello dei Servizi Assicurativi è diminuito dell’1,8% a 988 milioni. Il saldo positivo della gestione finanziaria è passato da 144 a 53 milioni; il dato 2019 includeva però proventi da valutazione partecipazioni per ben 111 milioni contro soli 7 milioni nel 2020. Al 31/12/2020 la disponibilità finanziaria netta ammontava a 6.820 milioni, in aumento rispetto ai 5.667 milioni di fine 2019. L’utile ante imposte è nel complesso passato da 1.872 a 1.576 milioni (-15,8%) e, dopo imposte per 370 milioni (tax rate in diminuzione dal 28,3% al 23,5%), si è giunti a un utile netto di 1.207 milioni, il 10,1% in meno rispetto ai 1.342 milioni al 31/12/2019. Su base normalizzata l’utile netto sarebbe diminuito del 9,6% a 1.158 milioni. Il comparto Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione ha visto salire la perdita netta del 36,8% a 419 milioni, mentre l’utile netto di Pagamenti e Mobile è diminuito del 28,6% a 184 milioni, quello dei Servizi Finanziari si è attestato a 647 milioni (+1,1%, ma -1,4% a 569 milioni su base normalizzata) e quello dei Servizi Assicurativi è salito del 6,4% a 784 milioni. A fine 2020 le masse gestite ammontavano a 569 miliardi, in aumento di 33 miliardi rispetto a fine 2019 grazie a una raccolta netta retail record di 15 miliardi. Alla luce dei risultati di Poste Italiane nel 2020, è stato annunciato un dividendo complessivo di 0,486 euro per azione: l’acconto dividendo 2020 di 0,162 euro per azione era stato messo in pagamento dal 25 novembre 2020, mentre il saldo di 0,324 euro per azione è stato messo in pagamento il 23 giugno 2021. |