RISULTATI 2021 – Risultati brillanti e ritorno all’utile e al dividendo per Ferragamo nell’esercizio 2021. I ricavi caratteristici sono infatti balzati del 29,6% a 1.135,4 milioni (+31,4% a cambi costanti). Per quanto riguarda l’andamento dei diversi canali distributivi, il Retail ha visto un incremento del 30,2% 829,5 milioni (+32,2% a cambi costanti), trainato dai mercati di Greter China, Nord e Sud America, Corea e Giappone nonché dall0’e-commerce, che ha evidenziato un incremento del 41,3% (+43,3% a cambi costanti). A fine 2021 la rete distributiva del gruppo contava 409 negozi diretti (DOS), oltre a monomarca operati da terzi TPOS nel canale Wholesale e Travel Retail e alla presenza nei principali Department Stores e Specialty Stores multimarca di alto livello. Il canale Wholesale ha visto salire i ricavi del 28,6% (+30,3% a cambi costanti) a 295,9 milioni, mentre i ricavi da licenze e prestazioni sono aumentati del 9,7% a 7,7 milioni e quelli da locazioni immobiliari del 4,8% (+8,5% a cambi costanti) a 2,4 milioni. Con riferimento alle diverse aree geografiche, il mercato europeo è salito del 21,2% (+19% a cambi costanti) a 217,1 milioni, quello nordamericano ben del 71,5% (+82,6% a cambi costanti) a 323,6 milioni, il Giappone del 3,7% (+8,1% a cambi costanti) a 90,1 milioni, il resto dell’area Asia Pacifico del 17,3% (+16,9% a cambi costanti) a 436,2 milioni e il Centro e Sud America del 37,3% (+42,5% a cambi costanti) a 68,5 milioni. Considerando invece le diverse categorie merceologiche, i ricavi da calzature sono aumentati del 29,7% (+32,1% a cambi costanti) a 486,1 milioni, quelli da pelletteria del 27,5% (+28,9% a cambi costanti) a 495,7 milioni, quelli da abbigliamento del 39,6% (+41,6% a cambi costanti) a 70,1 milioni, quelli da accessori del 36,3% (+38,2% a cambi costanti) a 69,2 milioni e quelli da profumi del 53,8% (+57,4% a cambi costanti) a 4,3 milioni. Il costo del venduto è salito in misura molto inferiore al giro d’affari (+9% a 354,6 milioni), dando luogo a un utile lordo industriale balzato del 41,7% a 780,9 milioni. Così è avvenuto anche per gli altri costi: le spese generali e amministrative sono salite solo del 3,8% a 126,3 milioni, quelle di vendita del 3,7% a 474,2 milioni e le spese di ricerca e sviluppo del 17,9% a 40,9 milioni. Così da una perdita operativa di 62,8 milioni si è passati a un utile operativo di 143,5 milioni (al lordo degli ammortamenti l’ebitda è quasi raddoppiato, balzando da 158 a 305 milioni). Il saldo negativo della gestione finanziaria è invece lievemente peggiorato, salendo da 18,1 a 20,9 milioni, in presenza però al 31/12/2021 di un indebitamento finanziario netto pari a 224,5 milioni, in forte diminuzione rispetto ai 429,2 milioni di fine 2020 grazie alla generazione di cash flow operativo e alla riduzione del capitale circolante netto, passato da 315 a 199 milioni (in particolare le giacenze di magazzino si sono ridotte del 19,2% (-22,6% a cambi costanti). Nel 2021 gli investimenti del gruppo sono ammontati a 44 milioni, in deciso aumento rispetto ai 29 milioni dell’esercizio precedente. Da una perdita ante imposte di 80,9 milioni si è passati a un utile ante imposte di 122,6 milioni; dopo imposte per 36,3 milioni (tax rate del 29,6%, contro un effetto fiscale positivo per 8,1 milioni nel 2020), un contributo di attività in cessione (profumi) passato da un valore positivo per 1,1 milioni a uno negativo per 5,2 milioni e lo scomputo di una quota di utile di competenza di terzi per 2,5 milioni (quota di perdita per 5,3 milioni nel 2020), si è passati da una perdita netta di 66,4 milioni a un utile netto di 78,6 milioni. Il dividendo ammonta a 0,34 euro per azione, in pagamento dal 25 maggio 2022. |