RISULTATI AL 30 GIUGNO 2022 - Risultati positivi per Terna nel primo semestre 2022. I ricavi complessivi sono saliti del 5,9% a 1.330,8 milioni (e i soli ricavi caratteristici del 6,7% a 1.297,8 milioni mentre gli altri proventi sono scesi del 17,7% a 33,1 milioni), in presenza in Italia di ricavi delle attività regolate in crescita del 5,5% a 1.153,6 milioni grazie all’incremento della RAB al netto della riduzione del WACC riconosciuto per il 2022. I ricavi non regolati sono saliti del 9% a 177,2 milioni soprattutto grazie all’apporto del gruppo LT, mentre non sono presenti ricavi all’estero (0,3 milioni nel primo semestre 2021). I costi operativi nel complesso sono aumentati in misura più che proporzionale al trend dei ricavi; in particolare i costi per consumi di materie prime sono saliti del 9,6% a 97,5 milioni e le spese per il personale del 13,2% a 166,8 milioni (al 30/6/2022 i dipendenti del gruppo erano 5.315, con un incremento di 179 unità rispetto a fine 2021 per la copertura dei fabbisogni necessari alla realizzazione del piano di investimenti previsto dal Piano Industriale 2021 – 2025). Il costo per servizi e beni di terzi è aumentato del 13,2% a 106,4 milioni mentre gli altri costi, meno rilevanti, sono scesi del 19,4% a 13,3 milioni. Nel complesso l’ebitda è aumentato del 4,1% a 946,9 milioni, trainato dai risultati delle attività regolate. Dopo ammortamenti e svalutazioni passati da 325,5 a 339,5 milioni, l’ebit è salito del 3,9% a 607,4 milioni. Gli oneri finanziari netti sono lievemente aumentati da 34,1 a 36,2 milioni, in presenza al 30/6/2022 di un indebitamento finanziario netto pari a 9.059,1 milioni, a fronte di 10.004,1 milioni a fine 2021, dopo aver fronteggiato investimenti saliti a 660,5 milioni rispetto ai 599,6 milioni del primo semestre 2021, tra cui quelli in apparecchiature statcom e compensatori sincroni per 34 milioni. L’utile ante imposte ha così raggiunto 571,2 milioni (+3,8%). Dopo imposte per 160,5 milioni (tax rate passato dal 28,3% al 28,5%), lo scomputo di perdite di attività in cessione salite da 7,8 a 10,1 milioni e l’attribuzione ai terzi di una quota di utile di competenza passata da 1,4 a 2,5 milioni, l’utile netto è infine ammontato a 398,1 milioni, in miglioramento del 3,5% rispetto ai 384,5 milioni al 30/6/2021.RISULTATI 2021 - Migliorano i risultati di Terna nell’esercizio 2021. I ricavi complessivi sono infatti saliti del 4,7% a 2.606,3 milioni, in presenza di ricavi regolati in crescita del 4,9% a 2.253,5 milioni (per effetto dell’aggiornamento tariffario conseguente all’ampliamento della RAB il riconoscimento del premio di efficienza legato i costi di investimento per la realizzazione di capacità di trasporto per l’anno 2020), e dell’apporto dei ricavi delle attività non regolate saliti del 2,9% a 341 milioni grazie alla performance dei gruppi Tamini e Brugg (39 milioni), del gruppo LT (11 milioni) e di maggiori ricavi per la Connectivity per 7,1 milioni. Per contro i ricavi delle attività all’estero, poco rilevanti, sono diminuiti da 0,5 a 0,4 milioni. Più marcata la dinamica dei costi operativi, ed in particolare quelli per consumi di materie prime sono balzati del 28,4% a 206,4 milioni (anche in questo caso per l’ingresso di Brugg e Tamini); quelli per servizi sono saliti del 15,3% a 202,9 milioni, mentre il costo del lavoro è aumentato solo del 2,9% a 293,5 milioni (anche se al 31/12/2021 i dipendenti del gruppo erano 5.136, in aumento di 401 unità rispetto a fine 2020; la crescita meno che proporzionale di tale costo è dovuta a maggiori capitalizzazioni). Ne è complessivamente derivato un aumento dell’ebitda pari al 2,4% (da 1.811 a 1.854,8 milioni). Dopo ammortamenti e svalutazioni saliti da 634,4 a 654,4 milioni, l’ebit si è attestato a 1.200,4 milioni (+2%). In miglioramento il saldo negativo della gestione finanziaria, passato da 86 a 78,9 milioni, pur in presenza al 31/12/2021 di un indebitamento finanziario netto pari a 10.004,1 milioni (ammontava a 9.266,8 milioni a fine 2020). Nel periodo in esame gli investimenti sono ammontati a 1.520,7 milioni (+12,6% rispetto al 2020), tra cui gli avanzamenti dei cantieri per le interconnessioni elettriche Italia-Francia, l’accrescimento della capacità di scambio fra zone del mercato elettrico in Campania e in Sicilia, il completamento della stazione elettrica di Auronzo, nell’Alto Bellunese ed il proseguimento del piano di installazione dei compensatori sincroni. La riduzione del saldo finanziario è dovuta essenzialmente alla presenza di un saldo cambi positivo per 7,6 milioni rispetto al 2020. L’utile ante imposte è comunque salito del 2,8% a 1.121,5 milioni. Dopo imposte per 317,9 milioni (tax rate in aumento dal 27,3% al 28,3%), l’utile netto delle attività continuative è salito dell’1,3% a 803,6 milioni. La contabilizzazione del risultato delle attività destinate alla cessione, negativo per 12,8 milioni e riferito alla potenziale cessione del portafoglio LatAm del gruppo, che comprende 6 veicoli societari, 4 controllate in Brasile, Terna Perù e l’uruguaiana Difebal Sa (era positivo per 2,1 milioni nel 2020) e lo scorporo di una quota di utile di competenza di terzi passata da 9,8 a 1,4 milioni, conducono infine all’utile netto di 789,4 milioni, lo 0,5% in più rispetto ai 785,5 milioni al 31/12/2020. Dopo un acconto di 0,0982 euro per azione pagato il 24 novembre 2021, il saldo ammonta a 0,1929 euro per azione, in pagamento dal 22 giugno 2022, per un totale di 0,2911 euro per azione. |