Ponte: va già Stretto (Mi.Fi.)
12 Dicembre 2022 - 9:26AM
MF Dow Jones (Italiano)
Un ponte, anzi il ponte. E mille ostacoli. Da quando il governo,
più precisamente il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti
Matteo Salvini, ha riesumato il progetto del Ponte sullo Stretto di
Messina, bussando anche all'Europa per un contributo finanziario
sui circa 6-7 miliardi di euro necessari, è subito apparso chiaro
che gli anni trascorsi non hanno alleggerito la zavorra di
contenziosi e criticità legate all'opera. Nemmeno il tempo di
togliere la polvere dal faldone, scrive MF-Milano Finanza, e subito
sono riemersi tutti i vecchi problemi, e ne sono persino spuntati
di nuovi.
I travagli della procedura. Brevemente, la società Stretto di
Messina, che avrebbe dovuto guidare la realizzazione dell'opera, è
stata costituita l'11 giugno 1981, e nel 2007 è finita sotto il
controllo di Anas, che detiene una quota dell'81,8% del capitale.
Il resto del pacchetto azionario è suddiviso tra Rete Ferroviaria
Italiana (13%), Regione Calabria e Regione Sicilia, ciascuna col
2,57%. Nel 2013, col dpcm firmato dall'allora presidente del
consiglio Mario Monti, Stretto di Messina Spa è stata messa in
liquidazione. Avrebbe dovuto essere una procedura lampo: 9 anni
dopo, invece, la società (capitale sociale di 383 milioni di euro)
è ancora qui. Pronta ad essere resuscitata, come prevede l'articolo
82 della legge di bilancio, ma virtualmente paralizzata dalle
procedure legali, tra le quali spicca quella da 657 milioni di euro
col consorzio Eurolink (Impregilo, ora Webuild, Condotte, Sacyr e
altri), firmatario nel 2006 del contratto per realizzare il ponte.
Ecco cosa scrive in proposito la Corte dei Conti, sezioni riunite,
nella relazione sul bilancio di previsione dello Stato per l'anno
finanziario 2023 illustrata alle commissioni bilancio di Camera e
Senato: "il cospicuo e complesso contenzioso processuale che ne è
scaturito con le amministrazioni statali e con le controparti
private (ed in più occasioni già diffusamente attenzionato dalla
magistratura contabile) sta tuttora impedendo la chiusura della
procedura di liquidazione, che nelle intenzioni del legislatore si
sarebbe dovuta concludere entro un anno dalla nomina del
liquidatore". In pratica, la soluzione individuata non è stata
gradita. Si trattava, infatti, di "una definitiva e completata
citazione di ogni diritto e pretesa", riconoscendo alle controparti
soltanto il pagamento di un indennizzo di ammontare "rapportato
alle prestazioni progettuali contrattualmente previste e
direttamente eseguite, maggiorate di un ulteriore somma pari al
10%". Proprio da lì è scaturito il contenzioso che ancora non trova
soluzione.
I dubbi della Corte dei Conti. Soprattutto, i magistrati
contabili esprimono riserve sulla via indicata dal governo per
superare l'impasse e riattivare Stretto di Messina spa: l'art. 82,
infatti, impone alla società la rinuncia al contenzioso insorto con
le amministrazioni statali e la definizione transattiva di quello
con le controparti private, nonché la revoca della liquidazione e
la rimozione dei vincoli all'esproprio delle aree interessate. La
Corte però si sofferma sul comma 5: "Indipendentemente dall'esito
della procedura transattiva, la revoca dello stato di liquidazione
ha effetto immediato dal momento stesso della sua iscrizione nel
registro delle imprese". In questo modo, puntualizzano i magistrati
contabili, si procederebbe "senza consentire ai creditori sociali
dissenzienti di esperire l'opposizione (ex art. 2487-ter, comma 2,
c.c), qualora ravvisino pericoli di pregiudizio per le loro ragioni
creditorie. Tale deroga potrebbe tuttavia veder frustrate le
proprie finalità deflattive ed acceleratorie, e costituire essa
stessa ulteriore fattore di incremento del contenzioso, laddove non
superasse un eventuale vaglio di legittimità costituzionale". Un
potenziale boomerang, insomma.
Nel frattempo, il consorzio Eurolink ha sollecitato il pagamento
di 60 milioni di euro a titolo di ristoro dei costi sostenuti,
oltre all'indennizzo, e lo svincolo della fidejussione bancaria di
239 milioni. Le lettere di diffida, inviate alla vigilia di Natale
del 2020, ad oggi hanno assicurato solo lo svincolo della
fidejussione, come riporta Webuild nell'ultima relazione
finanziaria. Per inciso, la Corte dei Conti ha bacchettato anche la
Regione Calabria, nel suo ruolo di azionista della Stretto di
Messina spa. La relazione del 1* dicembre scorso (giudizio di
parificazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio
finanziario 2021) non fa sconti: "I pochi riscontri sullo stato
delle procedure in corso sono indicativi di non completa cognizione
sulle vicende societarie: si richiama l'attenzione della Regione
quanto al ruolo istituzionale di vigilanza che le compete. Vi sono
procedure la cui conclusione è rallentata per contenziosi pendenti
(Comarc in liquidazione, Stretto di Messina in liquidazione)".
Il progetto Ponte. Intanto, sul tavolo di Salvini sono arrivate
le prime valutazioni dei tecnici sul Ponte. "Questo progetto non ha
eguali a livello mondiale, essendo uno dei più complessi mai
intrapresi dal punto di vista tecnico", così lo descriveva
Eurolink, attenendosi al progetto di ponte lungo 3.300 metri a
campata unica. Un nuovo studio di fattibilità richiederebbe anni,
ma il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si era portato
avanti prima dell'arrivo di Salvini, con una valutazione
alternativa a favore di un ponte a più campate che "consentirebbe
di localizzare il collegamento in posizione più prossima ai centri
abitati di Messina e Reggio Calabria, con conseguente minore
estensione dei raccordi multimodali, un minore impatto visivo, una
minore sensibilità agli effetti del vento, costi presumibilmente
inferiori e maggiore distanza dalle aree naturalistiche pregiate".
C'è anche un'indicazione sul finanziamento. In sintesi, meglio che
sia a carico delle finanze pubbliche nazionali, ed europee dove
possibile: un investimento privato non potrebbe essere remunerato
da un contratto di concessione, perché la brevità del percorso non
consentirebbe introiti da pedaggio in grado di garantire la
sostenibilità finanziaria.
red
fine
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1209:11 dic 2022
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