La Russia si muove per sequestrare le rimanenti aziende occidentali --At a Glance
17 Luglio 2023 - 12:07PM
MF Dow Jones (Italiano)
Articolo originale pubblicato su Dow Jones English Newswire,
traduzione a cura della redazione Il Sole 24 Ore Radiocor.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 17 lug - Il presidente
russo Vladimir Putin ha firmato domenica un decreto per assumere il
controllo delle attività di Danone e Carlsberg nel Paese,
consegnando di fatto al governo le quote delle loro aziende russe.
La mossa è una delle risposte più drastiche alla fuga delle aziende
occidentali dalla Russia in seguito all'invasione dell'Ucraina da
parte del Paese.
Ecco alcune aziende occidentali le cui attività in Russia sono
state sequestrate dall'Agenzia federale russa per la gestione delle
proprietà statali:
Danone: L'azienda alimentare francese ha dichiarato domenica che
sta indagando sulla situazione e si sta preparando a prendere tutte
le misure necessarie per proteggere i suoi diritti di azionista di
Danone Russia. Lo scorso ottobre Danone ha avviato un processo per
trasferire il controllo delle sue attività essenziali nel settore
lattiero-caseario e vegetale nel Paese. Danone ha dichiarato che la
mossa del Cremlino non influirà sulle previsioni per il 2023.
Carlsberg: Domenica il produttore danese ha definito inaspettata
la decisione della Russia di trasferire i birrifici Baltika sotto
la gestione temporanea dell'Agenzia federale per la gestione delle
proprietà statali, affermando che il gruppo valuterà le conseguenze
legali e operative e adotterà tutte le azioni necessarie in
risposta. Il mese scorso Carlsberg ha accettato di vendere le sue
attività in Russia senza rivelare i dettagli, ma le prospettive per
il processo di vendita sono ora molto incerte, ha dichiarato.
Uniper: In aprile, l'Agenzia federale per la gestione delle
proprietà statali ha rilevato la partecipazione dell'83,73% di
Uniper nelle sue attività russe. Il gigante tedesco dell'energia
aveva dichiarato all'epoca che stava rivedendo la situazione legale
di Unipro, deconsolidata dal punto di vista contabile lo scorso
anno. Tuttavia, l'approvazione della vendita della quota, già
presentata alle autorità russe, non era stata concessa nonostante
la firma di un contratto con un acquirente a settembre.
Fortum: TL'Agenzia federale per la gestione delle proprietà
statali ha rilevato in aprile la partecipazione del 98,23% di
Fortum nelle sue attività in Russia. L'azienda energetica
finlandese ha dichiarato in quell'occasione che stava indagando
sulla situazione. Nel maggio dello scorso anno, Fortum aveva
dichiarato che si stava preparando a lasciare il mercato russo, con
potenziali cessioni di attività. Il valore contabile delle
partecipazioni di Fortum in Russia era di 1,7 miliardi di euro
(1,91 miliardi di dollari) alla fine del 2022.
Gli ultimi sequestri fanno seguito a un decreto firmato ad
aprile che Putin ha definito una risposta alle azioni ostili dei
governi che hanno imposto una serie di sanzioni a Mosca. L'estate
scorsa, la Russia ha preso il controllo del consorzio
internazionale dietro il gigantesco progetto petrolifero e di gas
naturale Sakhalin-2 nell'Estremo Oriente russo, che contava tra i
suoi azionisti Shell e Mitsubishi. Da tempo il Cremlino minaccia di
nazionalizzare i beni delle aziende che lasciano la Russia.
Tuttavia, alcune aziende hanno mantenuto alcune attività nel
Paese:
Il produttore di cioccolato Barry Callebaut, con sede in
Svizzera, ha ancora un'esposizione significativa verso la Russia e
finora non ha indicato alcuna volontà di ritirarsi, ha scritto
Pascal Boll di Stifel in una nota ai clienti. "Riteniamo che la
notizia di questa mattina non sia certamente positiva per Danone e
ancor più per Barry Callebaut, in quanto riteniamo che gli
investitori si siano quasi dimenticati dell'esposizione russa di
Barry negli ultimi tempi", ha affermato Boll. Il gruppo gestisce
tre stabilimenti in Russia e, nel peggiore dei casi, l'esproprio
potrebbe far scattare una svalutazione di circa 150-200 milioni di
franchi svizzeri (174,1-232,2 milioni di dollari), ha dichiarato
Boll.
Raiffeisen Bank International: All'inizio dell'anno la banca
austriaca ha dichiarato che avrebbe ridotto le attività commerciali
in Russia mentre valutava le opzioni per uscirne del tutto. Ha
ridotto i prestiti ai clienti e ha rinegoziato il capitale di
Raiffeisenbank Russia, ma non ha mai lasciato la Russia, a
differenza di molte aziende occidentali. È una delle banche europee
con la maggiore esposizione alla Russia, con oltre 9.500 dipendenti
alla fine del 2022, secondo il suo rapporto annuale.
Scrivere a barcelonaeditors@dowjones.com
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July 17, 2023 05:52 ET (09:52 GMT)
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