Un'offerta vincolante soggetta a due diligence e collegata al piano economico finanziario e alle eventuali modifiche che potrebbero essere apportate a valle del parere dell'Art e delle interlocuzioni con il ministero delle Infrastrutture. È questa, scrive Il Sole 24 ore, la linea che Cdp e i fondi partner, Macquarie e Blackstone, sarebbero intenzionati a seguire dopo la richiesta di Atlantia di ricevere entro il 27 ottobre una proposta "strutturata" per l'88% di Autostrade per l'Italia.

Offerta che contenga anche un'indicazione di prezzo concreta per la quota dell'asset messo in vendita. Qualcosa in più, insomma, del range messo nero su bianco nel documento preliminare, ossia tra gli 8,5 e i 9,5 miliardi di euro per il 100% di Aspi. Riguardo a questo punto, la palla torna nel campo degli advisor di Cassa e dei fondi per capire fino a che punto può spingersi la newco. Il veicolo, secondo i primi calcoli, può ipotizzare di accedere al debito per massimo 2-3 miliardi e in conseguenza di questo va calcolato l'equity necessario.

La forchetta individuata, intanto, risulta comunque inferiore alla valorizzazione media calcolata dagli analisti e pari a poco meno di 11 miliardi per l'intera concessionaria. Ed è inferiore, peraltro, anche a quanto elaborato da Tci: tra gli 11 e i 12 miliardi. Il fondo ha ormai il 10% di Atlantia e potrebbe far pesare le proprie azioni nell'assemblea del 30 ottobre se la Si ragiona anche sul prezzo: la forchetta 8,5-9,5 miliardi non soddisfa Atlantia Cdp e fondi al lavoro su Aspi: offerta vincolante allo studio holding decidesse di procedere comunque con l'assise per la scissione.

Se così fosse, d'altra parte, si aprirebbe un vero e proprio processo competitivo, con da un lato il percorso di separazione e dall'altro la trattativa per la vendita. La stessa holding, tuttavia, nei giorni scorsi ha fatto intendere che a fronte di una proposta concreta avrebbe congelato il percorso di scissione a favore di una trattativa in esclusiva con le controparti. Molto, però, dipenderà dai contenuti finali della proposta che presenterà Cassa in tandem con i fondi.

In quest'ottica, centrale, è il tema del pef. Giustamente Cassa nella propria offerta ha specificato che qualsiasi valorizzazione di Aspi non può prescindere dai contenuti del piano economico. Piano economico, però, che non è ancora stato approvato dal Mit ma che, soprattutto, ha ricevuto numerosi rilievi da parte dell'Art, soprattutto riguardo al tasso di incremento delle tariffe: l'1,75%. Il pef oggi sul tavolo del ministero è frutto tuttavia di una lunga interlocuzione con l'esecutivo. Non a caso la prima proposta di Atlantia prevedeva un incremento medio annuo dei pedaggi del 2,4%. Tasso abbassato poi all'1,93% dal Mit e successivamente rivisto ancora al ribasso dall'esecutivo in occasione dell'intesa raggiunta tra governo e compagnia il 14 luglio scorso.

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(END) Dow Jones Newswires

October 22, 2020 02:51 ET (06:51 GMT)

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