B.Mps: pronto decreto per privatizzazione, c'è impegno Mef (fonti)
31 Agosto 2020 - 7:47PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il Mef sta lavorando alla cornice normativa del decreto utile
alla privatizzazione di B.Mps di cui detiene il 68% e il lavoro
sarebbe in fase avanzata.
E' quanto spiegano fonti. Il processo di vendita della quota era
già stato delineato in occasione della ricapitalizzazione
precauzionale e al momento non ci sarebbero novità concrete sul
tavolo in vista della cessione della partecipazione la cui scadenza
è prevista per fine 2021.
La tempistica della stesura del decreto risponde a un
allineamento tra autorità dopo che Bce la scorsa settimana ha
inviato una bozza di decisione relativa al maxi-scorporo di
Npl.
L"autorizzazione della banca centrale a tale operazione è
condizionata al fatto che Mps prima della data di efficacia della
scissione, emetta a condizioni di mercato, strumenti subordinati
per almeno 250 milioni, ammissibili per l'inclusione nel patrimonio
di base di classe 2 (Tier2) per l'intero importo nominale; la banca
deve quindi fornire alla Bce una prova adeguata dell'impegno
vincolante a fermo, da parte di uno o piú investitori di adeguato
standing (inclusi, se del caso, qualsiasi ente pubblico o entitá
affiliata), a sottoscrivere, entro il 31 dicembre 2020, il
Tier2.
Da qui la necessità di un decreto legge o un decreto legislativo
ovvero una legge ordinaria alla data di efficacia della scissione,
che accantoni i fondi pubblici necessari per la sottoscrizione di
strumenti di capitale emessi a condizioni di mercato da qualsiasi
società pubblica italiana (fermo restando che gli strumenti di
capitale includono gli strumenti subordinati ammissibili come Tier
1 aggiuntivo e il Tier 2 e che B.Mps sia ammissibile alla
ricapitalizzazione ai sensi di tale decreto legge, decreto
legislativo o legge ordinaria). Il tutto per consentire al
Ministero dell'Economia e delle Finanze di sottoscrivere, nei
limiti dei fondi pubblici accantonati, fino al 70% dell'importo
degli strumenti di capitale emessi per ripristinare il rispetto da
parte del Monte dei requisiti patrimoniali complessivi ad esso
applicabili, fermo restando che almeno il 30% del relativo importo
deve essere sottoscritto da investitori privati. Il Mef sarebbe
pronto a sottoscrivere gran parte di questi strumenti.
L'impegno dello Stato all'uscita dal capitale era già noto e i
passaggi erano già stati delineati nella relazione semestrale del
Monte anche se nulla di concreto al momento sarebbe sul tavolo. A
pagina 36 della semestrale si legge che "i commitment richiesti
dalla DG Comp prevedono, tra l'altro, che il Mef dismetta la
propria partecipazione detenuta nella capogruppo entro la fine del
Piano di Ristrutturazione. A tale proposito il Mef avrebbe dovuto
presentare entro la fine del 2019 alla Commissione Europea un piano
di dismissione della propria partecipazione nel capitale della
Capogruppo. Il 30 dicembre 2019 il Mef ha comunicato che, d'intesa
con i servizi della Commissione Europea, è stata posticipata la
presentazione del piano di dismissione della partecipazione in Mps
anche in attesa che si perfezioni l'operazione di derisking della
capogruppo, ovvero l'operazione "Hydra M". Tale operazione è stata
concepita, infatti, con l'obiettivo finale di creare le condizioni
per la dismissione della partecipazione. Il 16 luglio la Capogruppo
ha conferito a Mediobanca un incarico di advisor finanziario al
fine di valutare le alternative strategiche a disposizione".
Secondo l'agenzia Reuters il decreto potrebbe finire in
Consiglio dei Ministri già questa settimana. Il Tesoro avrebbe
chiesto alla presidenza del consiglio dei ministri di inserire il
decreto all'ordine del giorno della "prima seduta utile" del
cdm.
cce
claudia.cervini@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
August 31, 2020 13:32 ET (17:32 GMT)
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