Banco Bpm: 2 colloqui Castagna-Brassac per ipotesi con C.Agricole (Mess)
01 Ottobre 2020 - 9:56AM
MF Dow Jones (Italiano)
Dopo Intesa Sanpaolo-Ubi, la prossima mossa del risiko bancario
potrebbe essere Banco Bpm-CreditAgricole Italia, su cui la
speculazione si sarebbe esercitata nei giorni scorsi, accostando
il
gruppo francese anche al CreVal, di cui ha il 5%, in uno
scenario dove
vengono tirate in ballo anche B.Mps e Unicredit.
Due giorni fa, scrive Il Messaggero, si sarebbe svolto un cda
della terza banca italiana nel corso del quale Giuseppe Castagna ha
dato un'informativa dei vari contatti informali in corso con
Unicredit e Credit Agricole Italia. "Ho avuto tanti colloqui con
vari banchieri", avrebbe detto Castagna in consiglio, facendo
intendere grande attenzione da Parigi. Al fianco del gruppo
bancario italiano, senza ancora un mandato, ci sarebbero Lazard e
Barclays, quest'ultimo è l'advisor che
per un paio di settimane ha studiato un'eventuale contro opa su
Ubi.
Va detto però, nonostante la secca smentita di Piazza Meda vista
la delicatezza della situazione e la policy di Castagna - che ai
tempi negava anche gli incontri con l'allora ad del Banco Popolare
Pierfrancesco Saviotti (dal primo sabato di settembre 2015 in poi
presso uno studio di consulenza privato) per le trattative
Banco-Bpm - tra il banchiere campano e Philippe Brassac, ceo del
Credit Agricole, ci sarebbero stati due contatti preliminari.
Sarebbe stato il banchiere di Parigi a fare la prima mossa
cercando
telefonicamente Castagna: la prima volta circa un mese fa,
l'ultima
alcuni giorni addietro. Non ci sarebbe ancora una trattativa ma
solo
conversazioni preliminari fra due soggetti che hanno in comune
la
partnership in Agos, società di credito al consumo. L'alleanza è
nata
nel 2010 fra Agricole (51%) e Banco Popolare (49%)ed è stata
rinnovata
tre volte nel senso che ora Piazza Meda vanta l'opzione di
chiedere
fra un anno l'Ipo per valorizzare la partecipazione.
Partendo da considerazioni su Agos anche rispetto alle
evoluzioni
future sulla quotazione, Brassac e Castagna avrebbero fatto
considerazioni sullo scenario bancario. Il banchiere francese
avrebbe messo sul tavolo la possibilità di esaminare una
combinazione strategica.
Credit Agricole Italia è la vecchia Cariparma, controllata da
Parigi
all'80% ma con una presenza nel capitale delle Fondazioni Parma
e La
Spezia. L'Italia è il secondo mercato domestico dove opera con
950 filiali in dieci regioni, dopo aver acquisito Cesena, Rimini e
San Miniato ed è diventato il settimo gruppo bancario grazie alla
guida di Giampiero Maioli, da 13 anni al timone.
Banco Bpm ha 1.800 filiali
radicatenelNordEstsoprattutto,conuna
presenza a Roma e nel Sud. Dal punto di vista dimensionale
Piazza
Meda è quasi doppia della ex Cariparma ma è la governance che
potrebbe essere più favorevole al gruppo franco-italiano. In una
eventuale fusione, comunque, il principale azionista sarebbe Parigi
mentre Banco è una public company dove alcune fondazioni, riunite
in gruppo e guidate da Crt, detengono il 7% circa. Ed è evidente
che se si dovesse davvero andare avanti bisognerà contemperare le
poltrone con il bilancino. Per la presidenza, infatti, Massimo
Tononi per statura, capacità, relazioni, esperienze anche
internazionali non avrebbe rivali. Invece per la poltrona di capo
azienda ci sarebbe una competizione fra Castagna e Maioli, entrambi
quotati, capaci, esperti ai quali vanno ascritti risultati diversi
ma ugualmente lusinghieri.
Banco-Agricole potrebbe poi puntare sul CreVal e fra qualche
anno, il tempo per una ristrutturazione più completa, potrebbe
aprire un'asta fra Unicredit e Bper su Mps. Ma tutto il mosaico ha
tasselli ancora in movimento. E non è detto che non ci siano giri
di valzer con altri partner in sala.
vs
(END) Dow Jones Newswires
October 01, 2020 03:41 ET (07:41 GMT)
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