Calcio: caso Lazio, indagato proprietario centro di Avellino (Corsera)
09 Novembre 2020 - 10:18AM
MF Dow Jones (Italiano)
Tre ipotesi di reato e un indagato. L'inchiesta della Procura
della Repubblica di Avellino sui tamponi ai giocatori della Lazio
processati dal centro polispecialistico Futura Diagnostica del
capoluogo irpino è alle battute iniziali ma lo scenario sul quale
si indaga, se confermato dai futuri sviluppi investigativi, avrebbe
risvolti inquietanti.
L'ufficio coordinato dal procuratore facente funzioni Vincenzo
D'Onofrio, scrive il Corriere della Sera, ha aperto un fascicolo in
cui i titoli di reato sono quelli di falso, truffa in pubbliche
forniture e epidemia colposa. E chiaramente è soprattutto
quest'ultima ipotesi a fare effetto. E a dare la dimensione della
gravità dei fatti che potrebbero emergere dalle indagini affidate
agli uomini della Guardia di Finanza.
Sono stati loro, sabato pomeriggio, a presentarsi a Formello e a
farsi consegnare tutti i referti rilasciati da Futura Diagnostica,
mentre altri militari acquisivano materiale analogo presso la sede
del laboratorio ad Avellino. Intanto veniva iscritto nel registro
degli indagati Massimiliano Taccone, presidente del consiglio di
amministrazione della società titolare del laboratorio dicui è
proprietario suo padre Walter. Al momento non ci sono altri
indagati, e la Lazio ostenta sicurezza, facendo sapere tramite uno
dei suoi avvocati, Gianmichele Gentile, di non temere alcun
coinvolgimento sia per il presidente Lotito che per il medico
sociale Ivo Pulcini.
Non si può tuttavia escludere che i magistrati irpini,
nell'ottica di fare chiarezza sull'intera vicenda, possano
chiedersi come mai una società che ha sede nella capitale scelga un
laboratorio di un'altra città, peraltro distante 250 chilometri,
per eseguire un esame come quello sulla eventuale positività al
Covid 19, e non segua invece la strada percorsa da quasi tutte le
società di serie A che fanno riferimento ai centri Synlab. Secondo
la spiegazione fornita dalla Lazio ai media, l'unica alternativa
nella regione sarebbe stata rappresentata dal Campus biomedico che
si trova nei pressi di Trigoria. Ma lì ci sono file ogni giorno e
Claudio Lotito avrebbe preferito evitare che ai suoi giocatori
fosse riservato un trattamento agevolato. Quindi la scelta di
andare ad Avellino, rivolgendosi a un laboratorio che in passato ha
già lavorato per la Salernitana, altra società calcistica
appartenente al patron laziale.
Sabato è avvenuto il sequestro dei referti anche a Formello.
Questa motivazione, in ogni caso, non toglie e non mette nulla alla
vera questione che ha fatto muovere prima la Procura federale e poi
anche quella ordinaria. E cioè come mai i tamponi risultati
negativi presso Futura Diagnostica si sono poi rivelati positivi
quando l'esame è stato ripetuto dall'Uefa prima della partita di
Champions tra i biancocelesti e il Bruges? Tornando poi negativi
prima di Torino-Lazio e di nuovo positivi alla vigilia della gara
con la Juventus. È quello che vorranno stabilire i magistrati di
Avellino, probabilmente chiedendone conto direttamente a Taccone.
Che finora ha sempre difeso l'operato del suo laboratorio ribadendo
la negatività dei test sui tre giocatori risultati poi positivi,
Lucas Leiva, Thomas Strakosha e CiroImmobile. E sostenendo che
soltanto il tampone del centravanti evidenziava una lieve
reattività di un gene comunque non indicativo di un'infezione da
Covid 19.
red/lde
fine
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0910:03 nov 2020
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