RISULTATI 2019 – Nel 2019 Il Sole 24 Ore risente del generalizzato trend negativo del mercato pubblicitario, ma migliora i margini reddituali anche grazie all’effetto dell’IFRS 16. I ricavi caratteristici sono scesi del 6% a 198,7 milioni in relazione al calo dei ricavi diffusionali del quotidiano (carta + digitale) pari al 5% a 49,5 milioni, con un -7,5% a 31,5 milioni per il quotidiano cartaceo e un -0,4% a 18 milioni per quello digitale. I ricavi pubblicitari sono scesi del 4,3% a 81 milioni, ed in particolare quelli su mezzi del gruppo sono diminuiti del 4,1% a 78,7 milioni e quelli su mezzi di terzi del 10,5% a 2,3 milioni. I ricavi delle banche dati sono diminuiti del 6% a 33,3 milioni (-6,6% a 23,2 milioni per quelle di “Fisco e Lavoro”, -6,5% a 6,4 milioni per quelle di “Diritto” e -1,6% a 3,8 milioni per quelle di “Edilizia”). I ricavi dell’area Cultura sono infine diminuiti del 22,2% a 12,1 milioni. Per quanto riguarda i ricavi editoriali va ricordato che la diffusione cartacea media è scesa del 13,6% a 69.036 copie e quella digitale del 7,7% a 80.481 copie. La diffusione complessiva (carta + digitale) è scesa del 10,6% a 149.517 copie. I costi per consumi di materie prime sono aumentati dell’8,8% a 7,3 milioni, mentre il costo del personale si è ridotto del 5,6% a 80,8 milioni in presenza, del resto, di un numero di dipendenti passato da 960 a 905 unità. Al netto degli oneri e proventi non ricorrenti il costo del personale è sceso del 2,7% a 82,4 milioni. I costi per servizi sono scesi dell’1,5% a 89,8 milioni, mentre gli altri costi operativi si sono ridotti ben del 60,2% a 12,2 milioni anche per effetto del principio contabile IFRS 16. L’ebitda è così balzato da 7 a 21 milioni; non considerando le voci non ricorrenti e l’effetto IFRS 16 sarebbe invece sceso da 9,5 a 5,2 milioni. L’IFRS 16 ha però dato luogo anche a un forte incremento degli ammortamenti (da 9 a 16,7 milioni), e gli oneri non ricorrenti sono passati da 1,2 a 7 milioni, quasi interamente riferiti all’indennizzo per la risoluzione anticipata del contratto di locazione della sede di Milano in Viale Monte Rosa. Comunque la perdita operativa si è ridotta da 3,2 a 2,8 milioni (-14,8%); al netto delle voci non ricorrenti e dell’effetto IFRS 16 si sarebbe passati da un utile operativo di 0,5 milioni a una perdita operativa di 2,8 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria è rimato quasi invariato a circa 1,5 milioni; al 31/12/2019 il gruppo evidenziava però, sempre per effetto del principio contabile IFRS 16, un indebitamento finanziario netto pari a 26,3 milioni a fronte dei 5,9 milioni di fine 2018. Il 2019 ha beneficiato di una plusvalenza da 3,8 milioni riferita all’accordo di cessione della partecipazione detenuta in Business School24 e l’assegnazione del ramo “Eventi” oltre a proventi per 0,8 milioni relativi alla valutazione fino alla data di cessione della partecipazione in Business Shool24. Il 2018 aveva beneficiato di proventi da partecipazioni netti per 1 milione, derivanti da 1,2 milioni di proventi da adeguamento del valore della partecipazione in Business School24 e un valore negativo di 0,2 milioni per la valutazione a fair value delle partecipazioni minoritarie e seguito dell’applicazione del principio contabile IFRS 9. La perdita ante imposte si è così ridotta da 4,9 milioni a soli 398.000 euro (-91,9%); non considerando le voci non ricorrenti e l’effetto IFRS 16, la perdita ante imposte sarebbe passata da 0,2 a 3,3 milioni. Dopo imposte passate da 1,1 a 0,8 milioni, la perdita netta è ammontata a 1,2 milioni, l’80% in meno rispetto ai 6 milioni al 31/12/2018. Non considerando in entrambi gli esercizi le voci non ricorrenti e l’effetto dell’IFRS 16, la perdita netta sarebbe passata da 1,3 a 4,8 milioni.
|