Il top management di Enel ha fornito ieri un'informativa al cda in merito all'offerta vincolante per l'acquisto della partecipazione di Open Fiber presentata dal fondo australiano Macquarie a metà settembre. Lo scrive Il Sole 24 ore aggiungendo che al termine del board non è stato diffuso alcun comunicato a conferma del fatto che nessuna decisione è stata adottata dal board.

E questo, sottolinea il quotidiano, sarebbe stato singolare, visto che i consiglieri hanno avuto un quadro dettagliato sui risvolti dell'offerta soltanto ieri. La proposta del fondo australiano del resto è molto articolata. Già in occasione del cda di Enel di metà settembre è emerso che il corrispettivo ventilato per il 50% di Open Fiber era pari a 2,659 miliardi al netto del debito, quindi un valore complessivo poco sopra 3, 5 miliardi. Ma al contempo sono previsti meccanismi di aggiustamento prezzo e di earn out, in particolare il corrispettivo può aumentare -e quindi essere sottoposto a un conguaglio- qualora andasse a buon fine il progetto della rete unica o nel caso rientrassero alcuni contenziosi. La nota diffusa a valle del cda del 17 settembre spiegava che il board aveva "preso atto dell'informativa ricevuta, rimanendo in attesa di essere aggiornato circa i dettagli che dovessero emergere a valle delle necessarie attività di approfondimento con Macquarie sui contenuti dell'offerta pervenuta".

Tra i dettagli che sarebbero stati illustrati meglio ieri ci sono anche le diverse opzioni che il fondo australiano offre nella sua proposta: Macquarie sarebbe disponibile a rilevare anche una quota inferiore al 50% di Open Fiber anche se non al di sotto di una quota minima del 40%. Questa alternativa acquista senso se si considera che la Cassa depositi e prestiti, altro azionista di Open Fiber, è interessata a salire in maggioranza nel capitale della società della fibra, come del resto è riportato nel Mou firmato ad agosto con Tim. In esso si prospetta da parte di Cdp la "sottoscrizione di un aumento di capitale e conseguente emissione di nuove azioni da parte di Oper Fiber così che Cdp controlli in via esclusiva Open Fiber ai sensi dell'articolo 2359 comma 1 del codice civile" e cioè acquisendo la maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria. E per raggiungere questo scopo potrebbe bastare anche una percentuale minima del capitale. Oppure, recita il Mou, Cdp può intervenire "eventualmente mediante acquisto di quota parte delle azioni Enel in Open Fiber".

L'alternativa proposta da Macquarie sembra voler agevolare quest'ultima opzione. Del resto per il fondo australiano rilevare una quota consistente di Open Fiber per restare in una prospettiva stand alone non ha molto senso. Ha tutto l'interesse affinchè la realizzazione delle rete unica vada a buon fine. Quello che è da capire è l'interesse economico di Enel a una vendita frazionata. Se Macquarie rilevasse una quota inferiore al 50%, il gruppo elettrico potrebbe ritrovarsi senza la garanzia di riuscire a vendere il resto allo stesso prezzo. In ogni caso gli sviluppi di questa potenziale cessione non sono da attendersi in tempi rapidi.

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(END) Dow Jones Newswires

October 16, 2020 02:33 ET (06:33 GMT)

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