"Il principale motivo dell'aumento del prezzo dell'energia elettrica dipende dall'aumento del prezzo del gas a livello mondiale, In Italia, circa il 50% della produzione di energia elettrica proviene da centrali alimentate a gas. Ricordiamoci che l'Italia importa oltre il 90% del gas dall'estero. Va aggiunto l'aumento dei diritti di emissione di C02".

Lo ha detto, in un'intervista al Messaggero, Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia. "La speranza è che il trend possa fermarsi in primavera, tuttavia non dobbiamo limitarci a guardare al breve termine: è una situazione che non mi sentirei di definire episodica. La volatilità del prezzo è un attributo caratteristico delle commodities fossili", ha aggiunto Lanzetta sottolineando che "nel breve termine, accanto a bonus analoghi a quelli previsti per i trimestri precedenti, si potrebbero ipotizzare misure mirate per le famiglie e imprese in maggior tutela: sarebbero opportuni interventi normativi che consentano da subito ad Acquirente Unico di stipulare contratti di approvvigionamento a lungo termine. Come interventi strutturali si possono ipotizzare la definizione di forme di incentivazione dei contratti a lungo termine nel mercato libero a favore di clienti più esposti al rischio di volatilità dei prezzi".

"Per quanto riguarda gli oneri di sistema, trasferirli dalla bolletta alla fiscalità generale avrebbe certamente effetti positivi e immediati di riduzioni dei costi per i clienti", ha spiegato il direttore di Enel Italia precisando che "al momento non ci risultano richieste ed Enel non sta beneficiando di questa situazione: la produzione rinnovabile del gruppo in Italia è stata venduta in anticipo al mercato finale, come da prassi, per cui non ha beneficiato della salita dei prezzi. La produzione del 2021 da fonte rinnovabile era già venduta sul mercato pressoché interamente nel 2020, quella del 2022 ad agosto 2021, ed è quindi stata contrattualizzata in periodi precedenti all'aumento dei prezzi. Ricordo inoltre che il contributo di Enel alla produzione energetica nazionale oggi è intorno al 18%".

"Per una soluzione di lungo termine e strutturale la strada è proprio investire nelle rinnovabili. In termini di stabilità e di prevedibilità dei prezzi queste fonti rappresentano una sicurezza. Oltre ai benefici ambientali, l'energia rinnovabile riduce il ruolo del gas nel mix energetico del Paese e quindi il suo peso nel determinare il costo dell'energia, basti pensare che i nuovi impianti costruiti dal 2009 ad oggi hanno consentito un contenimento dei prezzi dell'energia superiore al 10%. Però, il grosso resta da fare: con le rinnovabili previste nel 2030, pari al 70% della produzione totale, i prezzi attuali sarebbero stati di oltre il 35% più bassi", ha concluso Lanzetta sottolineando che per favorire tale crescita "è necessaria una semplificazione degli iter autorizzativi, che oggi rappresentano il vero collo di bottiglia".

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3009:27 dic 2021

 

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December 30, 2021 03:28 ET (08:28 GMT)

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