Non c'è quasi un solo dossier industriale in Italia che prima o
poi non incroci le strade di F2i: reti, tlc, energie rinnovabili,
aeroporti, sanità. Il business del fondo infrastrutturale è ormai
un dedalo caratterizzato da chiari obiettivi infrastrutturali. Una
settimana fa si è chiusa l'ultima operazione, l'opa lanciata
attraverso 2i Towers su Ei Towers , chiusa con l'adesione del
97,44% del capitale. «È un'operazione che si posiziona in un
momento di grande fermento per il settore delle torri tlc»,
commenta con MF-Milano Finanza Renato Ravanelli, amministratore
delegato di F2i.
Domanda. Qual è il futuro di 2i Towers post opa?
Risposta. Razionalizzazione e crescita attraverso acquisizioni.
Molti operatori del settore tlc stanno già valutando la possibilità
di valorizzare le infrastrutture di trasmissione, per fare cassa e
sostenere gli investimenti cui va incontro il settore. Adesso noi
abbiamo acquisito un buon posizionamento nel settore broadcasting e
nel mobile e ci candidiamo a essere aggregatori nel settore.
D. Guido Barbieri resterà amministratore delegato?
R. Condivideremo con lui il piano industriale. Ci sono tutte le
condizioni per lavorare bene insieme.
D. Il mercato scommette su un'operazione con Rai Way , state già
parlando?
R. Se ricorderà c'è già stato un tentativo di aggregazione in
passato, quindi le società si conoscono bene. Per quanto riguarda
l'infrastruttura televisiva avere due reti separate è un'anomalia
tutta italiana che ha avuto senso in passato per motivi, diciamo
politici. F2i si caratterizza per la sua strutturale terzietà,
tanto più che il passaggio obbligatorio delle frequenze sui 700 Mhz
dalle tv alle tlc mobili richiederà altri investimenti che non ha
senso duplicare
D. Oltre a una rete unica di trasmissione del segnale
televisivo, l'obiettivo è anche quello di creare una rete mobile
indipendente, così come ha fatto Open Fiber con il fisso?
R. A guida italiana e anche raccogliendo capitali esteri come
siamo capaci di fare avrebbe molto senso.
D. Sulle tlc quali sono gli asset cui guardate?
R. Dipende da cosa offrirà il mercato, ma la tendenza a separare
reti di trasmissione dalla gestione dei servizi è ormai avviata e
potrebbero arrivare tante occasioni: mi aspetto che tutti gli
operatori telefonici faranno riflessioni in questo senso.
D. A proposito di capitali esteri, la raccolta del terzo fondo
con 3,6 miliardi è stata superiore alle previsioni, ma ormai avete
già allocato più del 70% dei capitali, pensate a un quarto
fondo?
R. Abbiamo una ricchezza di progetti tale che ci fa pensare che
presto arriverà il momento per la raccolta di un quarto fondo.
D. Passiamo al settore gas, anche in questo caso avete
intenzione di crescere?
R. Dopo il recente con l'acquisto della rete di Gas Natural in
Italia oggi possediamo una rete con oltre 4,5 milioni punti di
prelievo del gas, ma vogliamo comunque continuare a crescere.
D. Anche all'estero?
R. Consideriamo anche potenziali operazioni all'estero anche se
il nostro focus rimane l'Italia. Di recente abbiamo guardato un
dossier che non si è concretizzato per incertezze regolamentari
relative al paese in questione.
D. Avete guardato anche ad Ascopiave , ma senza trovare una
quadra.
R. Si tratta di una piccola realtà che si occupa di
distribuzione e vendita in un territorio in cui c'è una grande
frammentazione tra operatori. Noi, che tramite 2i Rete Gas facciamo
un mestiere simile, abbiamo manifestato interesse ad aiutarli nella
crescita. Questo peraltro è un settore in cui la scala piccola non
funziona. L'idea era fare di Ascopiave il polo aggregante del
Veneto con l'ausilio dei capitali di F2i.
D. Cosa non ha funzionato?
R. È una bella domanda, non è molto chiaro cosa non andasse
nella nostra proposta. Ma a questo punto quella pista si è ormai
raffreddata.
D. Rimanendo all'energia, siete stati molto attivi anche sulle
rinnovabili. A che punto è la jv con Enel ?
R. Dopo l'acquisizione di Rtr da Terra Firma stiamo lavorando in
armonia con Enel per rilevare anche la loro quota nella joint
venture nel solare, EF Solare. Con l'accordo, F2i potrà avere il
pieno controllo di EF solare. Sommata a Rtr e ad altri asset nel
solare che già deteniamo, daremo vita a un operatore da 800 MW, il
terzo per dimensioni in Europa. È una scala efficiente.
D. In che tempi prevede si completerà?
R. Da qui a fine anno contiamo di chiudere l'operazione.
D. Per la jv eolica con Edison invece che piani avete?
R. In questi settori è importante avere grandi dimensioni. Noi
siamo proprietari di 700 Mw in jv, ma separatamente sia F2i sia
Edison -Edf detengono ciascuno altri 300 Mw. Stiamo valutando la
possibilità di dare vita a un unico soggetto e far confluire tali
asset.
D. Cambierà qualcosa nella governance?
R. No, i valori dovrebbero rimanere simili (70-30 F2i-Edison ,
ndr) e potremmo dare vita al primo operatore italiano, con una
generazione di circa 1.400-1.500 Mw, tenendo conto dello sviluppo
greenfield programmato.
D. Sugli aeroporti il modello è lo stesso?
R. Si, puntiamo in particolare a realizzare sistemi regionali.
Peraltro, dove stiamo gestendo gli aeroporti stiamo facendo bene.
Napoli è il nostro fiore all'occhiello e il modello cui puntiamo è
quello campano, dove stiamo portando avanti la fusione tra gli
scali di Napoli e Salerno.
D. A quali altri sistemi pensate?
R. In Sardegna c'è Cagliari che è un aeroporto pubblico, Olbia
che è invece privato. Un terzo soggetto come F2i, che già gestisce
Alghero potrebbe favorire un'aggregazione e dare vita a un polo di
cui la Sardegna avrebbe urgente bisogno.
D. E la Lombardia?
R. In Lombardia l'aggregazione Sea-Sacbo (Orio al Serio, ndr)
avrebbe molto senso dal punto di vista industriale.
D. Ci hanno già provato e l'operazione è risultata
complessa.
R. La razionalità industriale e le positive ricadute anche di
carattere ambientale di un progetto di questo tipo alla fine
vinceranno. Creare un sistema regionale non significa perdere
autonomie gestionali locali (che possono essere studiate e
salvaguardate) ma cogliere gli enormi vantaggi che porta una regia
unica.
D. Lo scalo di Trieste è in vendita, pensate di fare una
proposta?
R. Sicuramente lo guarderemo. Ma ora è impossibile dire se
faremo un'offerta. Di sicuro abbiamo il network più grande d'Italia
e appartenere a questo network può fornire opportunità a qualsiasi
scalo dovesse farne parte.
D. Parlando di Sea, adesso il tema è la sostituzione di
Modiano.
R. Modiano è presidente, il vero tema è che a Sea serve un
ad.
D. A chi pensate?
R. Sea deve fare un salto di qualità, occorre un manager con
grande credibilità capace di fare un ragionamento sul futuro, serve
un manager capace di dialogare con i due azionisti
D. Non mi ha fatto un nome...
R. Non c'è. Insieme al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, abbiamo
dato mandato a un head hunter per proporre alcuni profili.
D. Si dice che il coo Giulio De Metrio sia in pole position.
R. Aspettiamo la lista.
red/fch
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October 15, 2018 03:05 ET (07:05 GMT)
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