Nelle parole che in primavera il presidente di Creval Giovanni De Censi ha pronunciato davanti ai soci ("non si ferma il vento con le mani") c'e' il senso di responsabilita' di un banchiere che ha scelto di non arroccarsi, ma di cogliere le opportunita' della riforma Renzi.

La posizione di De Censi, si legge su Milano Finanza, ha condizionato il mondo delle banche popolari che nei mesi scorsi ha preferito il dialogo al muro contro muro, accettando alla fine la decisione del legislatore. L'inversione di tendenza e' evidente perche', se e' vero che in passato le banche popolari hanno talvolta peccato di autoreferenzialita' e conservatorismo, oggi piu' che mai il sistema e' proiettato verso profonde trasformazioni.

L'apertura al cambiamento di De Censi potrebbe avere profondi effetti anche nella sua Sondrio dove hanno sede due antiche e prestigiose cooperative: il Creval appunto e la Popolare di Sondrio. Due istituti con caratteri diversi come dimostra la loro storia: proiettato verso l'esterno il Creval, fedele alle proprie radici valligiane la Sondrio. Il cuore di entrambe, comunque, batte in Valtellina dove, con il loro centinaio di sportelli, rappresentano la gran parte del mercato, praticamente un record tra le province italiane.

Per decenni nulla e' cambiato, ma le trasformazioni avvenute negli ultimi mesi potrebbero alterare irreversibilmente gli equilibri del passato. La fusione tra Creval e Popolare di Sondrio sembra a molti l'unica strategia possibile per preservare l'autonomia economica e finanziaria della Valtellina e valorizzare appieno il patrimonio dei due istituti.

red/cas

 

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November 09, 2015 02:03 ET (07:03 GMT)

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