Il Governo è pronto a dare il via a una nuova stagione di
privatizzazioni, sulla scia di quella degli anni '90. "E' nostra
intenzione aprire una nuova stagione lunga di valorizzazione e di
privatizzazione del patrimonio pubblico", ha detto il viceministro
dell'Economia, Enrico Morando, nel corso di un'audizione presso la
Commissione Trasporti della Camera, precisando che "per ovvie
ragioni non avrá la stessa ampiezza della precedente, ma sará
concentrata nel tempo con l'obiettivo di concorrere a diminuire il
processo di aumento del volume globale del debito", che è
"obiettivo strategico nell'attuale contesto".
Questo è "uno dei tre" obiettivi, ha aggiunto Morando, ma "non
è
l'unico e non il piú importante". Gli altri due sono
"l'attrazione degli
investimenti esteri" e la "costruzione di public company molto
stabili"
così da "aumentare la propensione dell'investitore italiano a
investire
in partecipazioni di rischio", ha concluso.
Si procederà col 40% di Poste e il 49% di Enav, ha assicurato.
Le due società "sono pronte perchè ben patrimonializzate e con
buoni risultati in termini di reddito" e "la privatizzazione può
aiutarle a crescere ancora".
"Il Governo considera queste due scelte, giá di per sè rilevanti
- ha
però aggiunto -, come il primo tassello di utilizzo del
patrimonio pubblico mobiliare e immobiliare di cui il prossimo
Documento di economia e finanza conterrá un disegno che abbraccerá
tutta la presente legislatura".
L'obiettivo, ha ribadito Morando, è "attrarre nuovi capitali
dall'estero che vogliano investire in societá che possono
crescere". Si tratta di un
"disegno piú ampio che si svilupperá in piú anni", ha precisato
e il
Governo intende "conferire credibilitá a questo disegno".
Morando ha
anche ribadito che è intenzione del Tesoro "usare una quota
del
patrimonio pubblico per ridurre il debito così che il suo
servizio non
risulti troppo oneroso".
"Gli introiti derivanti dalle partecipazioni dirette andranno al
Fondo
ammortamenti per i titoli di Stato per essere utilizzati come
rimborso
del debito; altra cosa sono quelle indirette, da valutare in un
altro
contesto", ha puntualizzato.
Per quanto riguarda Poste, in particolare, Morando ha spiegato
che il Tesoro è contrario allo scorporo del Bancoposta perchè
"lasceremmo sul campo qualcosa in termini di valore e di
prospettiva futura" per l'intero gruppo. Nessun timore poi per il
rischio che si possa verificare un nuovo caso Telecom I.. "Il
mercato su cui agisce sia sufficientemente aperto e non stiamo
ripetendo errori fatti in altri processi di privatizzazione non
preceduti da un adeguato processo di liberalizzazione", ha detto il
viceministro.
Morando ha infine ribadito che quest'anno il Governo prevede di
incassare tra gli 8 e i 9 miliardi di euro dalla cessione delle
quote di Poste, Enav, Stm ed Eni. La cifra già annunciata dall'ex
titolare del Tesoro Maurizio Saccomanni.
gug
guglielmo.valia@mfdowjones.it