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Wall Street

- Modificato il 24/3/2015 13:41
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Grafico Intraday: Dow Jones Industrial AverageGrafico Storico: Dow Jones Industrial Average
Grafico IntradayGrafico Storico

La borsa americana segna un nuovo record...







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503 Commenti
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381 di 503 - 26/1/2017 16:25
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #380 - 08/Gen/2017 07:45
WALL STREET, IL DOW JONES TOCCA QUOTA 20MILA PUNTI!

Giornata storica per Wall Street! Il Dow Jones ha messo a segno un progresso dello 0,32% a 19.964 punti, dopo aver toccato quota 20mila punti nel corso della seduta.

Variazione simile per l’S&P500 (+0,35% a 2.277 punti, dopo aver fissato il nuovo massimo storico a 2.282 punti). Performance migliore per il Nasdaq che ha guadagnato lo 0,6% a 5.521 punti (con il nuovo massimo storico a 5.537 punti), grazie al forte rialzo messo a segno da Amazon.com (+1,99% a 795,99 dollari).

Il prezzo del petrolio è rimasto sotto i 54 dollari al barile. L'oro è sceso a 1.175 dollari.

3112h




Il vero cambio di risultato lo si ha quando non si pensa più a cosa succederà ma tradando quello che si vede: allora andiamo per i 20.500!!


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382 di 503 - 26/1/2017 19:02
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Vignetta: Trump continua a gonfiare la bolla. Chi la scoppierà?

I mercati azionari statunitensi sembrano intenzionati a salire nuovamente questo giovedì con il Dow che supera il livello dei 20.000 punti nell’ottimismo sulle politiche che intende attuare il Presidente Donald Trump.

Questa settimana Trump ha firmato due ordini esecutivi per proseguire la costruzione dei controversi oleodotti di Keystone XL e Dakota Access, facendo un passo indietro rispetto ai provvedimenti in tema ambientale dell’amministrazione Obama.

È intervenuto inoltre sulle leggi ambientali,per accelerare l’approvazione dei progetti sulle infrastrutture.

Trump è considerato uno dei principali attori dietro la sorprendente impennata del 10% post elezioni registrata dal dollaro e dai titoli USA, chiamata da alcuni “Effetto-Trump”; gli investitori hanno accolto le sue promesse sulle riforme fiscali, sulla spesa pubblica e sulla deregulation.

Tuttavia, i recenti guadagni hanno alimentato la speculazione di un’inversione di tendenza a breve, con alcuni fund manager che paragonano l’attuale euforia dei mercati alla “dotcom bubble”, che ha toccato il picco dall’ultimo giorno del 1999, per poi crollare drammaticamente.

La domanda è, chi o cosa sarà la causa dell’inversione?

INVESTING.COM


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383 di 503 - 01/4/2017 11:42
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Wall Street in rosso in una giornata con pochi spunti

Indici in rosso a Wall Street nell’ultima seduta della settimana. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno lo 0,31% a 20.663 punti. Variazione simile per l’S&P500 (-0,33% a 2.363 punti). Più limitato il calo del Nasdaq che è sceso dello 0,04% a 5.912 punti.

Il prezzo del petrolio ha sfiorato i 51 dollari al barile. L'oro è risalito a 1.250 dollari.

3l9wx
384 di 503 - 16/4/2017 11:49
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Wall Street in lieve rialzo dopo un avvio cauto. Ok Jp Morgan e Citigroup

Il lieve rialzo Wall Street dopo una partenza in moderato ribasso. Dopo quasi un'ora di contrattazioni il Dow Jones sale dello 0,06% a 20.604 punti mentre lo Standard & Poor's 500 avanza dello 0,09% a 2.347 punti.

In progresso più corposo il Nasdaq (+0,25% a 5.851 punti). Bene Jp Morgan e Citigroup, in rialzo di quasi 2 punti percentuali. Prima dell'avvio delle contrattazioni le due banche hanno diffuso i propri conti trimestrali: gli utili, grazie principalmente all'attività di trading, hanno battuto in entrambi i casi le attese degli analisti.

3r1ne
385 di 503 - 18/4/2017 15:02
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
ATTENZIONE 1-2-3 HIGH JOE ROSS SHORT DA 20700 CON ENTRATA CLASSICA E 20850 CON TRADER'S TRICK


3rg62
386 di 503 - 19/4/2017 01:00
leo115 N° messaggi: 2539 - Iscritto da: 23/10/2014
2,817 molto probabile...

25,440 probabilissimo...
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387 di 503 - 20/4/2017 20:12
ivoz80 N° messaggi: 347 - Iscritto da: 13/3/2015
Leo, ti sei perso uno 0 giusto? Fai competizione a rampa?? joyjoy
388 di 503 - 23/4/2017 13:39
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
ATTENZIONE 1-2-3 HIGH JOE ROSS SHORT DA 20700 CON ENTRATA CLASSICA E 20850 CON TRADER'S TRICK

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389 di 503 - 23/4/2017 13:50
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
DOW JONES FUTURE 1-2-3-JOE ROSS SHORT DA 20.780

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390 di 503 - 26/4/2017 15:47
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
E' tempo di tulipani!

Al culmine della mania olandese dei tulipani, i bulbi venivano venduti a più di 10 volte il reddito annuo di un artigiano ed un esemplare raro di bulbo (Semper Augustus) era scambiato per l'equivalente di 12 acri di terra privilegiata.

Ma dopo essere saliti dell'8X in pochi mesi, la resa dei conti arrivò a febbraio 1637. L'indice dei prezzi dei bulbi di tulipani crollò dove tutto era iniziato a novembre dell'anno prima!

Ci si potrebbe chiedere se anche la nostra mania sia arrivata "a quel punto". Tale questione è particolarmente importante alla luce del fatto che il recente discorso di Trump al Congresso è stato il più fiscalmente irresponsabile sin da quello di LBJ sulle politiche "guns and butter," dimostrando senza ombra di dubbio che lui e la sua squadra non hanno alcun indizio circa gli orribili fatti fiscali in agguato.

Sono del tutto ignari di come stiano finendo in una trappola del debito che darà un taglio non solo al presunto Stimolo Targato Trump, ma a tutti gli ultimi trent'anni di Finanza delle Bolle.

Ma prima di continuare questo discorso, val la pena notare cosa è accaduto durante un recente rally durato sempre da novembre a marzo. Mi riferisco alla mania delle dotcom, e si dà il caso che ci sia una bella simmetria nei numeri col presente.

Tra il 24 ottobre 1999 ed il 22 marzo 2000, il NASDAQ 100 è passato da 2,460 a 4,600 (salendo dell'87%). Dopo questa impennata, ben presto tornò a dove si trovava ad ottobre. Ma il crollo del 2000 non aveva mostrato ancora tutto il suo potenziale — scese di un ulteriore 67% ad ottobre del 2002.

Come l'impennata del NASDAQ del 2000, l'attuale rally targato Trump ha avuto inizio il 2 novembre. Allora il NASDAQ 100 raggiunse il picco poco dopo che la FED rialzò i tassi d'interesse (di nuovo) il 21 marzo. Eppure, come disse la CNN quel giorno, l'azione della FED non era considerata un grosso pericolo per un mercato toro presumibilmente inarrestabile:

Per i mercati finanziari il rialzo dei tassi e il breve annuncio che ne seguì era solo un "non-evento", soprattutto perché Wall Street aveva ampiamente previsto che la FED avrebbe fatto esattamente quello che fece.

Sembrava proprio che non ci fosse alcun cigno nero nel cielo — fino a quando non iniziò improvvisamente un vertiginoso tonfo di due anni di quasi l'85% sin da quel picco.

Questa volta il cigno è arancione e si libra al di sopra del mercato, ma sembra proprio che gli scommettitori di oggi non se ne siano accorti. Mi riferisco al fatto che i robo-trader hanno completamente frainteso lo Stimolo Targato Trump.

I robo-trader — e la restante truppa di unità di carbonio che li imitano — si fidano ciecamente delle parole pronunciate dalle istituzioni. Di conseguenza quando Trumo ha promesso un "grande, grande" taglio fiscale per le imprese, una "riduzione fiscale enorme per la classe media" e anche un disegno di legge concernente le infrastrutture per ricostruire "strade, ponti, aeroporti, ospedali e scuole," i robo-trader hanno preso per buone le sue parole.

Ma non hanno fatto i conti con l'orologio del tetto del debito, il quale ha iniziato a ticchettare il 15 marzo scorso, lasciando le casse del Tesoro USA con circa $200 miliardi.

Ma l'amministrazione Trump ha già sperperato $204 miliardi durante i suoi primi 35 giorni in carica. Questo fatto è apparentemente avvenuto all'insaputa del Presidente, il quale ha twittato la falsità secondo cui aveva già ridotto il debito pubblico di $12 miliardi.

Al contrario!

Il Tesoro degli Stati Uniti sta sanguinando copiosamente inchiostro rosso — nonostante la pretesa comica di Janet Yellen secondo cui l'economia americana sta raggiungendo il nirvana keynesiano della "piena occupazione". Durante i primi quattro mesi dell'anno fiscale 2017, infatti, il debito netto dello Zio Sam è aumentato di $532 miliardi. Ciò equivale ad un tasso annualizzato di $1,300 miliardi.

Dato che il Tesoro USA spende denaro al ritmo di $ 3-4 miliardi al giorno, ha ancora 50-75 giorni prima di esaurire tutto il suo bilancio.

E questo significa che sarà a corto di denaro prima che qualsiasi disegno di legge fiscale possa solo essere scrutato dalla Camera.

I robo-trader di Wall Street non sono programmati rispetto a tutto il processo di bilancio. Il fatto è che nessuno dei componenti dello Stimolo Targato Trump vedrà la luce fino a quando entrambe le camere non si impegneranno in una risoluzione di bilancio per l'anno fiscale 2018.

È solo attraverso una risoluzione di bilancio, che comprenda un piano finanziario globale a lungo termine, che sarà possibile ottenere una "riconciliazione" riguardo il disegno di legge fiscale; e senza il meccanismo parlamentare, la riforma fiscale morirà in un ostruzionismo al Senato gestito dalle lobby che infestano Washington.

Ma ecco il punto. Il ticchettio dell'orologio del tetto del debito interferirà col raggiungimento di un accordo sulla risoluzione di bilancio per l'anno fiscale 2018.

Inoltre, man mano che i media inizieranno a concentrarsi su un Tesoro USA a corto di denaro, si scateneranno i fuochi d'artificio all'interno del GOP i quali faranno pentire lo Speaker Ryan d'aver preso il posto di John Boehner.

I conservatori fiscali chiederanno riforme riguardo i trasferimenti sociali, ma Trump dirà di no. La Casa Bianca di Trump ha abbracciato un piano assolutamente stupido e inutile, e aggiungerà $54 miliardi ai $600 miliardi del bilancio della difesa per l'anno fiscale 2018 da solo — e ha proposto di compensarli con tagli draconiani alle agenzie nazionali e al Dipartimento di Stato/budget per gli aiuti esteri che sono già "morti" al Senato.

Ma ecco la cosa importante. Il tetto a $548 miliardi per le spese per la difesa ed a $518 miliardi per quelle discrezionali extra difesa, sono legge in base al BCA (Budget Control Act).

Non c'è possibilità che un disegno di legge approvato dalla Camera possa alzare le spese per la difesa a più di $600 miliardi, mentre viene tagliato il tetto interno a meno di $500 miliardi. A quel punto ci sarebbe sangue sul pavimento da un capo all'altro di Capitol Hill.

Nel frattempo la cosiddetta "abrogazione e sostituzione" dell'Obamacare sta già creando fratture profonde tra i repubblicani alla Camera, e la cosa peggiorerà progressivamente.

Quello che sta succedendo è che il Freedom Caucus sta capendo quello che ho documentato già da tempo. Vale a dire, che il piano di Ryan per "abrogare e sostituire" è in realtà un Obamacare Lite. Non solo il costo decennale da $7,000 miliardi in base alle regole vigenti non sarà ridotto in alcun modo, ma il piano di Ryan stabilirà in base all'età anche nuovi diritti sociali per crediti d'imposta riguardanti il campo medico.

Nel loro insieme tutte queste battaglie si porteranno dietro il loro prezzo da pagare: vedremo una crisi per la semplice ragione che non ci sarà una maggioranza alla Camera e al Senato per un aumento del tetto del debito.

Forse perché Washington non ha mai affrontato una cosa del genere. Cioè, un debito pubblico da $20,000 miliardi con $10,000 miliardi di più in cantiere nel prossimo decennio, e un team alla Casa Bianca che vuole accumulare migliaia di miliardi di più in inchiostro rosso in cima a suddette cifre.

In una parola, gli algoritmi dietro alla mania delle medie azionarie non riusciranno ad anticipare la tempesta politica che sta soffiando.

Quando arriverà, i robo-trader inizieranno a vomitare uno tsunami di ordini di vendita come mai visto prima d'ora. Quando la tempesta si acquieterà alla fine, ci saranno sicuramente alcuni nuovi grafici che descriveranno il tonfo ottobre-marzo come un'opportunità per incassare i propri soldi.

Di David Stockman

Traduzione di Francesco Simoncelli

3tuf3
391 di 503 - 30/4/2017 09:31
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
I risultati ufficiali diffusi venerdì sul Pil Usa sono stati peggiori delle previsioni che già vedevano il prodotto interno Usa in forte calo.

L’economia Usa, infatti, è cresciuta solo dello 0,7% nel primo trimestre dell’anno, mentre le previsioni davano un aumento dell’1,2%, già fortemente in calo rispetto al 2,1% dell’ultimo trimestre dello scorso anno.

A pesare sui dati è stata la spesa per i consumi reali degli americani del primo trimestre 2017, il cui aumento si ferma allo 0,3% dato anche questo inferiore allo 0,9% previsto. L’ultimo trimestre dello scorso anno vedeva invece una crescita del 3,5%, sottolineando come ci sia stata una grossa frenata.

3uqv0
https://it.investing.com/
392 di 503 - 07/5/2017 11:41
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Il giallo di mister «50 Cent»: investe 120 milioni $ su un indice che non sale

di Joe Rennison, Christian Pfrang e Miles Johnson

Da mesi i trader di Wall Street si arrovellano per capire chi sia il misterioso acquirente di coperture assicurative da milioni di dollari contro l'eventualità di un tracollo del sistema finanziario. Questo investitore, che prende regolarmente d'assalto un angolo semisconosciuto del mercato dei derivati e compra contratti quotati a mezzo dollaro, è stato soprannominato «50 Cent», dal nome del rapper americano famoso per il suo album Get Rich or Die Tryin' (diventa ricco o muori nel tentativo).

Diversi banchieri e agenti di Borsa che conoscono bene il mondo delle contrattazioni sono convinti che 50 Cent viva ben lontano dalle strade di Lower Manhattan e puntano il dito su una società di investimenti britannica situata a pochi minuti a piedi da Buckingham Palace, a Londra, e il cui cofondatore ha donato parte della sua fortuna per restaurare un castello nel Nord dell'Inghilterra.

Il fondo di investimento si chiama Ruffer e il cofondatore Jonathan Ruffer. Può contare su 20 miliardi di dollari e fra i suoi clienti vanta addirittura la Chiesa d'Inghilterra. Sta facendo sistematicamente incetta di contratti derivati collegati a un indice noto come Vix, secondo quattro persone che lavorano nel reparto trading di banche molto attive sui mercati dei titoli. Questi contratti pagano premi nell'eventualità di un'impennata della volatilità, come potrebbe succedere, per esempio, nel caso di un tonfo del mercato azionario statunitense.

Tutto questo mentre il mercato azionario americano stabilisce nuovi record, in linea con una tendenza rialzista che va avanti da nove anni e che secondo alcuni è matura per una correzione. Nella sua ultima lettera agli investitori, Ruffer ammoniva che «i mercati, specialmente negli Stati Uniti, sono tornati a essere eccessivamente costosi».

Ruffer ha rifiutato di rilasciare commenti su queste operazioni e non ha confermato di essere l'investitore conosciuto come «50 Cent». Ma in una presentazione per gli investitori, lo scorso anno, aveva detto che stava acquistando coperture contro la volatilità. «Lo consideriamo necessario per lo scenario che temiamo maggiormente: una pesante correzione sia sul mercato obbligazionario che su quello azionario».

Gli analisti dicono che la strategia di copertura è un esempio accorto di gestione del rischio, ma potrebbe rivelarsi costoso se la volatilità dovesse rimanere contenuta. Il Vix della Chicago Board Options Exchange, il cosiddetto «indice della paura», questa settimana è sceso al livello più basso dall'inizio del 2007, con gli investitori che scommettono su un contesto geopolitico più misurato grazie ai sondaggi che danno il centrista Emmanuel Macron largamente favorito per le elezioni presidenziali francesi di domenica. Finora, dei 120 miliardi di dollari dei premi previsti dai contratti acquistati da «50 Cent» quest'anno, 88 sono scaduti senza fruttare nulla.

La strategia di Ruffer, raccontano persone addentro ai mercati, consiste nel comprare contratti che diventano redditizi se il Vix, un indice che misura la volatilità implicita dell'indice di riferimento S&P 500, sale in modo significativo.
I prezzi di esercizio del fondo di investimento sono per lo più intorno a un livello del Vix di 20, una soglia che è stata superata soltanto tre volte dall'inizio del 2016. Questa settimana l'indice è scivolato sotto quota 10.

I 120 milioni di dollari spesi da «50 Cent» rappresentano l'8,5 per cento circa delle posizioni aperte in opzioni call legate al Vix quotate singolarmente o all'interno di Etf, secondo l'analisi di Pravit Chintawongvanich, responsabile della strategia sui derivati della Macro Risk Advisors. «È una posizione davvero grossa», dice Chintawongvanich.

Gli analisti e i trader attivi nel mercato delle opzioni Vix sono arrivati alla conclusione che «50 Cent» probabilmente è un singolo investitore, perché lo schema di acquistare opzioni che costano sempre mezzo dollaro circa è inconsueto. Altri gestori patrimoniali usano le opzioni call Vix in volumi analoghi come copertura contro sconvolgimenti dei mercati, ma le loro operazioni sono meno sistematiche e lasciano tracce meno evidenti.


Copyright The Financial Times Limited 2017
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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393 di 503 - 05/8/2017 13:57
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Shiller: il rally può ancora durare anni

Il Nobel per l’Economia: cresce l’idea che Wall Street sia sopravvalutata. Ma questo mercato è particolare perché spinto al rialzo dalla paura dei robot. Tutti temono che il loro lavoro verrà sostituito dall’AI

di Gary Sullivan (Cnbc)

Wall Street è davvero sopavvalutata? E cosa guida questo rialzo? Secondo il premio Nobel per l’economia e professore all’Università di Yale, Robert James Shiller, le persone sono preoccupate dai risvolti della tecnologia, una paura che spingerebbe l’andamento del mercato.


Domanda. Howard Marks parla del Cape Ratio come di un segnale preoccupante. Lei è d’accordo?

Risposta. Sono d’accordo da qualche anno e mi chiedo come mai Marks sia uscito proprio adesso con questa teoria e se questo sia un segnale che forse i massimi stiano arrivando. Tra gli analisti forse c’è l’idea che il mercato sia sopravvalutato. Sul mio sito si può vedere un indice di fiducia del mercato. Parlo con gli investitori istituzionali chiedendo loro se sia sopravvalutato e la percentuale di chi lo pensa si sta alzando.


D. La preoccupa il rapporto prezzo/utili?

R. Sì, mi sto chiedendo che cosa stia guidando questo rialzo. Siamo in un momento in cui la gente è preoccupata dalla tecnologia. Voi vedete come si comportano i titoli azionari, ma la gente si chiede che cosa succederà al mondo, al lavoro. Le macchine si guideranno da sole, quindi la tecnologia prenderà il controllo. Non ci saranno più i camerieri perché non serviranno più. Questo preoccupa, perché la tecnologia è vista come una minaccia. C’è una paura profonda che per ora spinge l’andamento del mercato, ma non capisco quando potrà terminare. Forse potrà durare degli anni.


D. Si è molto dibattuto sul Vix, se questo indice di volatilità ha il valore che aveva una volta. Marks parla proprio di questa compiacenza. La bassa volatilità potrebbe essere la calma prima della tempesta?

R. Non posso parlare del Vix nel 1929. Ma posso dire che in quell’anno la volatilità, prima del grande crollo dei mercati, era piuttosto bassa e poi è esplosa dopo il 1929. Quella del 28-29 ottobre 1929 è stata la storia di un crash, di una depressione. Ma non si capisce che cosa abbia scatenato questo crollo. Forse si è autoprodotto, forse anche li c’erano delle preoccupazioni sottostanti profonde, però è difficile da documentare.


D. Ho pensato, in base a quello che ha detto, che il rialzo potrebbe andare avanti ancora per molto tempo, per anni.

R. Sto pensando alla bolla che si è vista nel 2006. Il picco del mercato immobiliare. Ma oggi il mercato è completamente diverso. Prima del 2006 nessuno ha detto che c’era una bolla immobiliare. Nel 2006 questa parola è cominciata ad apparire e lì forse gli investitori hanno rivalutato quella che era un’iniziale preocupazione. Marks mi fa pensare che forse sta succedendo di nuovo, anche se non si vede ancora su larga scala. Magari potremmo essere a due o tre anni dal picco.


D. Però non mi sembra che ci sia euforia. A volte si dice che la fine del Toro arriva quando c’è euforia. In realtà quello in corso è un rally odiato.

R. Sì, non è un periodo euforico, forse Donald Trump è l’unica persona euforica. C’è questa paura sottostante che spinge e guida le cose più del 2009, più del 2007. Non importa il lavoro che hai perché comunque qualche robot potrebbe prendere il tuo posto. Se ne parla tantissimo, nei media si parla in continuazione di robot. E così questa paura sta crescendo e spinge in alto il mercato.


D. Se guardiamo alla durata del rally, il rapporto prezzo/utili non è forse legato ai profitti di questi anni che ci hanno riportato fuori dalla recessione?

R. Sì, ho pensato di mostrare nella mia presentazione che cosa è successo al rapporto prezzo/utili aggiustato all’inflazione (Cape ratio) dopo l’episodio del 2009 e questo ha abbassato la media. Ma sarebbe comunque alto perché c’è stato un breve periodo nel 2008-2009 quando gli utili erano molto bassi. Sufficientemente breve per non fare avere un’influenza su questo rapporto.


D. Sono curioso come pesano gli utili adjusted, visto che sono molto diversi rispetto a quando lei ha inventato questo concetto rispetto ai gap, ai pro-forma, ai net adjusted. Come incidono sul Cape?

R. Non li considero. Io ho un Cape ratio che porto indietro al 1871, molto tempo fa e ho fatto fatica a trovare qualcuno in grado di dirmi come si facevano le revisioni alla fine del 1800. Quindi ci sono stati tanti cambiamenti su come vengono ricavati gli utili e quindi i dati che ho a disposizione non posso dire che siano perfetti. Il metodo della contabilità è cambiato. In realtà i cambiamenti sono stati fatti per un migliore adattamento.


D. In conclusione, Marks sostiene che il mercato non crollerà di colpo ma i rischi sono elevati. E stanno aumentando. Gli investitori sembrano ciechi di fronte a questi rischi e quindi dovrebbero guardarli prima che sia troppo tardi. Marks pensa che sia meglio perdere un po’ di rialzi piuttosto che trovarsi senza braghe in mezzo all’oceano.

R. Questo non vuol dire che bisogna vendere tutto. Vuol dire che bisogna diversificare. A Wall Street bisogna cercare di avere un’approccio value. Questo è il consiglio standard, ma non bisogna preoccuparsi troppo.

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394 di 503 - 21/9/2017 18:34
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Wall Street stabile, sussidi e superindice meglio delle attese

New York poco mossa all'indomani della riunione del Fomc. Buoni dati macro Usa: sussidi a 259.000 (consenso 310.000), indice Fed di Filadelfia a 23,8 punti (consenso 15), superindice a +0,4% (consenso +0,3%). Dollaro debole dopo il rally di ieri sera. In orbita Calgon Carbon

di Matteo Fusi


Wall Street poco mossa all'indomani della riunione del Fomc. Dow Jones piatta, Nasdaq a -0,2%. "L'inizio della fine, quella del Qe", ha osservato Eric Winograd, economista di Alliance Bernstein. "Questo il significato dell'avvio, il mese prossimo, dello snellimento del bilancio della Federal Reserve. In un meeting scevro di particolari sorprese, e piuttosto noioso, infatti, quello che risalta è l'importanza della più che prevista mossa della Banca centrale americana, pronta a mettere la parola fine al programma di acquisto titoli e a fare una bella inversione a U rispetto al recente passato post-crisi".

"La saccoccia della Fed", ha proseguito l'esperto, "dovrebbe scendere dagli attuali 4.500 miliardi di dollari fino ad un range tra 2.500 e 3.000 miliardi. Una notizia telegrafata che ha lasciato i mercati pressoché impassibili. D'altronde l'attenzione di tutti era sul percorso che Washington ha intenzione di seguire sul fronte dei tassi e a leggere il dot plot sembrerebbe esserci in prospettiva un ulteriore rialzo quest'anno e altri 3 nel 2018. Il mercato non è pronto per questo: prima del meeting la curva sui Fed Fund prezzava solo al 50% un ritocco ai tassi da qui a dicembre e meno di due mosse l'anno prossimo".

Dollaro debole sull'euro a 1,1913, dopo l'apprezzamento di questa notte in scia al discorso della Yellen. "Di fatto, dal meeting di ieri non è emerso nulla che non fosse già largamente previsto, ma nonostante ciò il dollaro si è rafforzato e i rendimenti sui Treasury Usa sono andati salendo", ha notato Sandra Holdsworth, co-manager del Kames Absolute Return Bond Global Fund . "Il motivo è semplice: sebbene la Fed non avesse mai detto di aver intenzione di deviare dal suo percorso, durante l'estate i dati sull'inflazione e le difficoltà tecniche a procedere con la riduzione del bilancio, frutto dei pochi progressi nell’alzare l'asticella sul debito, avevano sollevato qualche quesito".

"Di interesse", ha concluso l'esperto, "è cosa può voler dire questo per il resto del mondo: un recupero della moneta americana, soprattutto verso l'euro, potrebbe riflettersi sulla politica monetaria del Vecchio Continente. Con un dollaro forte, infatti, l'ipotesi tapering incontrerebbe meno ostacoli".

Intanto arrivano ottimi dati per l'economia americana: i sussidi di disoccupazione sono diminuiti di 23.000 unità a
259.000, mentre gli analisti si attendevano un dato a 310.000 unità. Inoltre, l'indice Fed di Filadelfia si è attestato a settembre a 23,8 punti, in rialzo dai 18,9 di agosto e nettamente al di sopra del consenso (15 punti). Oltre le attese anche il superindice, cresciuto ad agosto dello 0,4% a 128,8 punti, mentre lgli analisti si attendevano un rialzo dello 0,3%.

Sul fronte corporate Toshiba Corp (-1,59%) , secondo quanto riportato da Reuters, formalizzerà la vendita della divisione chip di memoria al consorzio guidato dall'operatore di private equity Bain Capital, sebbene il partner in una joint venture Western Digital (-0,81%) abbia preannunciato nuovi passi legali per bloccare l'operazione. Inoltre Alphabet (stabile) ha annunciato l'acquisizione per 1,1 miliardi di dollari della divisione della società taiwanese Htc che sviluppa gli smartphone Pixel.

La catena di supermercati Albertsons ha annunciato l'acquisizione del servizio di consegna di cibo Plated, senza fornire i dettagli finanziari. Secondo Sky News, l'operatore di private equity Kkr (+0,18%) è tra i soggetti in corsa per l'acquisizione di Pure Gym, in un deal da 600 milioni di sterline.

In orbita Calgon Carbon (+61,36%) dopo che la giapponese Kurakay ne ha annunciato l'acquisizione per 1,107 miliardi di dollari. Debole invece Biogen (-0,62%) dopo che Raymond James ha tagliato il rating sul titolo a market perform da strong buy.

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https://www.milanofinanza
395 di 503 - 23/9/2017 12:51
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Wall Street fiacca, pesano le tensioni con Pyongyang

Gli indici Usa sono piatti in una seduta dove prevale la cautela alla luce delle continue tensioni Usa-Corea del Nord. Indice Pmi servizi a 55,1 punti, manifatturiero a 53. Williams (Fed): "possibile aumento dei tassi entro fine anno". Crolla Versartis

di Matteo Fusi

Wall Street poco mossa in una giornata nella quale prevale la cautela, anche alla luce del nervosismo per le continue tensioni geopolitiche. Dow Jones a piatta, Nasdaq a -0,01%.

Infatti, il ministro degli Esteri della Corea del Nord, Ri Yong Ho, ha affermato che Pyongyang sta considerando l'ipotesi di far detonare una bomba all'idrogeno nell'Oceano Pacifico in risposta alle parole del presidente Usa, Donald Trump, che ha minacciato di "distruggere completamente" il Paese asiatico se non rinuncerà al suo programma nucleare.

Dollaro ancora debole sull'euro, a quota 1,1979, nonostante le parole del presidente della Federal Reserve di San Francisco, John Williams, che si è detto convinto che la Banca centrale americana continuerà ad alzare i tassi di interesse in maniera graduale e che ritiene possibile un altro aumento del costo del denaro a fine anno. Per il banchiere, inoltre, l'inflazione Usa dovrebbe tornare verso il target del 2% nei prossimi due anni. "La storia ci insegna che con un'economia forte l'indice dei prezzi al consumo tende a muoversi al rialzo", ha ricordato Williams.

Dal fronte macro l'indice Pmi manifatturiero Usa, nella lettura preliminare di settembre, è salito a 53 punti rispetto ai 52,8 del mese precedente. Il dato è sui massimi da due mesi. Sui minimi da due mesi invece il Pmi servizi Usa, che a settembre è calato a 55,1 punti dai 56 di agosto.

Invece, dal fronte corporate, il Financial Stability Oversight Council sta prendendo in considerazione la possibilità di rimuovere il controllo federale sulla compagnia assicurativa American International Group (-0,17%). Il tema è previsto che venga discusso nella giornata di oggi, ma sull'esito non c'è certezza. Il voto potrebbe anche essere rinviato. Aig è stata al centro del collasso dei mercati globali del 2008, motivo per cui è stata di fatto nazionalizzata con un salvataggio governativo da 180 miliardi di dollari.

Inoltre, General Electric (+0,24%), secondo quanto ha riferito Bloomberg, si sta avvicinando alla cessione della divisione di soluzioni industriali ad Abb (+0,2%) per 2,5-3 miliardi di dollari. Mentre Boeing (+0,72%) ha annunciato di aver rivisto al rialzo le sue previsioni ventennali per la domanda di aerei dal Sud Est asiatico di 460 velivoli, il balzo più grande per una singola regione, in un contesto in cui le compagnie low-cost rendono i viaggi più accessibili.

Quanto a Tiffany & Co (-1,48%) ha nominato ieri come presidente Roger Farah, ultimo tassello di un rimpasto del management che ha visto l'entrata di un outsider per dare un nuovo look al gruppo di gioielleria di lusso. Intanto, secondo quanto ha scritto sempre ieri Bloomberg, citando fonti vicine alla situazione, Hewlett Packard Enterprise (-0,22%) intende tagliare almeno 5.000 posti di lavoro nell'ambito di uno sforzo più ampio per ridurre i costi in un contesto di crescente competizione.

Inoltre, United States Steel Corp (-4,5%) è debole sulla scia del declassamento a 'underperform' da parte di Cowen and Company. Crolla infine dell'85,19% Versartis, dopo che il farmaco sperimentale del gruppo per la cura del deficit dell'ormone della crescita nei bambini ha fallito uno studio in fase avanzata.

58fvn
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396 di 503 - 27/9/2017 00:38
leo115 N° messaggi: 2539 - Iscritto da: 23/10/2014
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https://www.youtube.com/watch?v=vGZMvV9KBp8
397 di 503 - Modificato il 27/9/2017 09:05
rampani N° messaggi: 72925 - Iscritto da: 03/9/2007
MINKIATEEEE...
VOI NON LIKOLDALE BOLLA DI 2000
398 di 503 - 27/9/2017 10:35
leo115 N° messaggi: 2539 - Iscritto da: 23/10/2014
Mica avere dato target finali stuck_out_tongue_winking_eyestuck_out_tongue_winking_eye
399 di 503 - 19/10/2017 18:45
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
I trader euforici hanno messo a dura prova i mercati?

L’impennata dell’azionario globale finalmente mostra segni di cedimento questo giovedì, con i titoli che si staccano dai recenti massimi, dal momento che gli investitori euforici sono diventati cauti nei timori di un’imminente correzione del mercato.

A Wall Street, i titoli azionari USA crollano dopo aver registrato i massimi storici e dopo che l’indice Dow ha chiuso al di sopra dell’importante livello psicologico di 23.000 per la prima volta nella storia ieri.

Intanto, in Europa, il tedesco DAX 30 scende dello 0,8%, allontanandosi dal massimo storico della chiusura di ieri.
Nell’Asia Pacifica, i titoli azionari si staccano dai massimi dalla fine del 2007.

Le tensioni politiche in Europa, i report economici deboli in Cina e l’anniversario del crollo di Wall Street del 1987 sono considerate tra le ragioni del clima di agitazione.

Nonostante il recente melt-up al rallentatore sui mercati azionari globali, gli investitori restano in attesa dell’agognata ritirata.

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400 di 503 - 15/11/2017 19:02
GIOLA N° messaggi: 30959 - Iscritto da: 03/9/2014
Wall Street, in apertura pesano il dollaro e le commodity

Dow Jones e Nasdaq aprono in calo dopo il rilascio dei dati macroeconomici relativi all'inflazione, salita dello 0,1% su base mensile e del 2% su base annuale come atteso dagli economisti. Per domani è previsto il voto del testo della riforma fiscale alla Camera in attesa dell'approvazione del Senato il 23 novembre

di Marco Sasso

Aprono in calo i principali indici della borsa statunitense, con il Dow Jones e il Nasdaq che lasciano sul terreno, rispettivamente, lo 0,66% e lo 0,96%. Prosegue la fase di debolezza dei prezzi delle commodity e il trend di deprezzamento del dollaro dopo la pubblicazione dei dati macro del primo pomeriggio: la lettura più attesa dagli investitori riguarda l'inflazione, aumentata dello 0,1% a livello mensile e del 2% su base annuale a ottobre, in linea al consenso degli economisti. I dati statunitensi "non sono diversi dalle stime, anzi, sono sostanzialmente invariati rispetto al consenso", ha dichiarato Robert Baron, partner di Deltahedge. "Pertanto non si è verificata una variazione dei dati che potrebbe far presagire un movimento dei mercati", ha concluso.

Nel frattempo, per gli esperti di Mps Capital Services restano i dubbi del mercato "sulla reale possibilità che il Congresso riesca finalmente a varare l'ambiziosa riforma fiscale entro fine anno, viste le differenze emerse dai testi proposti dalle rispettive commissioni di Camera e Senato". Domani è atteso il voto del testo alla Camera mentre entro il giorno del Ringraziamento, il 23 novembre, il Senato potrebbe approvare il proprio. Da quel momento, partirebbero i negoziati su un testo unico per tentare di arrivare ad un voto finale entro fine anno.

Tra gli altri appuntamenti macroeconomici della giornata, il dipartimento del Commercio ha reso noto che le vendite al dettaglio sono salite dello 0,2% su base mensile a ottobre, al di sopra del consenso degli economisti, che avevano previsto invece una lettura invariata. Mentre l'Empire State Manufacturing, l'indice elaborato dalla Fed di New York che monitora l'andamento del settore manifatturiero dell'area di New York, si è attestato a 19,4 punti a novembre da quota 30,2 di ottobre, al di sotto del consenso degli economisti che prevedevano un valore di 26 punti. Gli investitori attendono ora le letture relative alle scorte industria e al dettaglio di settembre e il dato dell‘Eia sulle scorte settimanali dei prodotti petroliferi.

Tra i singoli titoli da tenere d'occhio, Google apre in ribasso dello 0,6%. Il commissario Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha riferito oggi che arriverrano altri casi contro Alphabet , la casa madre del motore di ricerca.

Apple, che cede al momento l'1,33%, ha raggiunto un accordo per fornire aiuto limitato al governo indiano per sviluppare un'applicazione mobile anti-spam per la sua piattaforma Ios, dopo aver rifiutato di farlo in base a timori sulla privacy, secondo fonti e documenti visti da Reuters.

Partenza in calo anche per Amazon (-1,14%), che ha cancellato il progetto di lanciare un servizio streaming online per riunire le popolari reti broadcast e via cavo statunitensi temendo di non incassare abbastanza, secondo quanto riferito a Reuters da persone vicine al dossier.

Dopo un leggero rialzo nel pre-market, cede lo 0,49% Monsanto che, insieme ad altri gruppi statunitensi, ha fatto causa contro la California per bloccare le richieste da parte dello stato di emettere avvisi sui tumori nei prodotti che usano il diserbante glifosato, che la società vende agli agricoltori per le colture geneticamente modificate.

Partenza poco mossa per Qualcomm (-0,36%). Potrebbe arrivare nel 2018 una decisione sulla proposta acquisizione da 38 miliardi di dollari per Nxp Semiconductors, secondo quanto riferito dal commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager.

In leggero calo anche Microsoft (-0,54%) dopo che il suo servizio di comunicazione online Skype ha perso un appello in Belgio per non aver adempiuto alla richiesta della corte di condividere dati di messaggi e chiamate.

Infine, partenza col segno meno anche per Ibm (-0,36%) dopo la decisione di Berkshire Hathaway di ridurre del 32% la sua quota nella società, prendendo ulteriormente le distanze da un investimento che, secondo Warren Buffett, "non è stato tra i migliori".

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