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Il dollaro si rafforza in vista del CPI; l’euro si indebolisce leggermente mentre pesa la geopolitica

Fiona Craig
23 Ottobre 2025 12:02PM

Il dollaro statunitense è salito leggermente giovedì, mentre gli investitori si sono posizionati in vista della pubblicazione di importanti dati sull’inflazione negli Stati Uniti, con la rinnovata tensione commerciale tra Washington e Pechino e le nuove sanzioni contro la Russia che hanno sostenuto la domanda per i beni rifugio.

Alle 03:50 ET (07:50 GMT), il U.S. Dollar Index segnava un aumento dello 0,1% a 98,805, recuperando parte delle perdite subite nella settimana precedente.

I flussi verso i beni rifugio sostengono il dollaro

Il biglietto verde ha registrato un modesto rialzo mentre le preoccupazioni per lo stato fragile delle relazioni tra Stati Uniti e Cina hanno pesato sul sentiment di mercato. Gli investitori restano in allerta di fronte al rischio di una guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo.

Secondo Reuters, l’amministrazione Trump sta valutando nuove restrizioni su un’ampia gamma di esportazioni tecnologiche verso la Cina — inclusi laptop, motori a reazione e altri prodotti high-tech — in risposta alle ultime restrizioni di Pechino sull’export di terre rare.

Il presidente statunitense Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping dovrebbero incontrarsi in Corea del Sud la prossima settimana. Tuttavia, Trump ha ammesso che “un incontro potrebbe non avere luogo” nonostante l’ottimismo iniziale.

Inoltre, Trump ha annunciato sanzioni contro Lukoil e Rosneft, accusando Mosca di mostrare una “mancanza di serio impegno in un processo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina”.

L’annuncio ha spinto al rialzo i prezzi del petrolio, che sono quotati in dollari, fornendo ulteriore sostegno alla valuta americana.

Tuttavia, come ha spiegato l’analista Francesco Pesole di ING, “questa mossa ha semplicemente annullato le perdite di ottobre finora, e probabilmente dovremmo vedere il Brent dirigersi verso i 70 dollari [dagli attuali 64 al barile] per avere un supporto tangibile per l’USD.”

I dati sull’inflazione sotto i riflettori

Nonostante il proseguire dello shutdown del governo USA, l’attenzione si concentra ora sulla pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo di settembre, prevista per venerdì, che potrebbe fornire il prossimo catalizzatore per il mercato valutario.

“Ribadiamo la nostra opinione secondo cui il rimbalzo del dollaro sta perdendo forza e probabilmente richiede un repricing più aggressivo per continuare,” ha dichiarato Pesole. “Non crediamo che il CPI USA di domani offrirà questa opportunità, poiché ci aspettiamo un consensus dello 0,3% MoM core. Ma sicuramente, con 50 punti base di tagli già prezzati entro fine anno, qualsiasi dato superiore alle attese potrebbe fornire un buon supporto al dollaro.”

L’euro scivola leggermente

L’euro è sceso con EUR/USD in calo dello 0,2% a 1,1592, dopo che la Casa Bianca ha ribadito la decisione di sanzionare le principali compagnie petrolifere russe, citando nuovamente la “mancanza di serio impegno in un processo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina.”

“EUR/USD si muove intorno a 1,160, un livello che, secondo noi, può funzionare ancora come ancoraggio oggi e forse per qualche altro giorno se il CPI USA non aggiunge molto alla narrativa del dollaro,” ha affermato Pesole.

La European Central Bank si riunirà la prossima settimana, ma le aspettative di nuove mosse politiche sono basse, dato che l’inflazione si trova vicino all’obiettivo del 2% e la crescita dell’Eurozona rimane stabile.

La sterlina si è indebolita leggermente, con GBP/USD in calo a 1,3351, dopo che i dati di mercoledì hanno mostrato che l’inflazione è rimasta stabile al 3,8% a settembre, al di sotto delle attese di un’accelerazione al 4,0%.

Yen sotto pressione, valute delle materie prime in rialzo

USD/JPY è salito dello 0,4% a 152,58, toccando il livello più alto in oltre una settimana, mentre lo yen si è indebolito dopo la nomina di Sanae Takaichi a nuovo primo ministro del Giappone. Considerata fiscalmente accomodante, Takaichi dovrebbe allentare la politica fiscale e monetaria, esercitando ulteriore pressione sulla valuta giapponese.

La Bank of Japan ha comunque segnalato l’intenzione di proseguire con i rialzi dei tassi se crescita e inflazione seguiranno le previsioni. I dati sull’inflazione di settembre in Giappone verranno pubblicati venerdì, pochi giorni prima della riunione di fine ottobre.

USD/CNY è sceso leggermente a 7,1229 dopo i forti midpoint fissati dalla People’s Bank of China. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina si sono riaccese questa settimana dopo le notizie secondo cui Washington starebbe valutando nuove restrizioni alle esportazioni tecnologiche in risposta alle misure cinesi sulle terre rare.

Le valute legate alle materie prime sono salite: AUD/USD è avanzato dello 0,3% a 0,6506 e NZD/USD dello 0,1% a 0,5746.

Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
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