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L’oro riduce i guadagni dopo il picco record tra attese di tagli dei tassi e incertezze sui dazi

Fiona Craig
02 Settembre 2025 11:17AM

L’oro ha leggermente corretto martedì dopo aver toccato brevemente un massimo storico, mentre i mercati reagivano alle aspettative di possibili tagli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti e all’incertezza sui dazi commerciali del presidente Donald Trump. Il metallo prezioso resta al centro dell’attenzione come bene rifugio in un contesto di preoccupazioni economiche e politiche.

Anche argento e platino hanno registrato forti rialzi, con l’argento vicino al massimo degli ultimi 14 anni e il platino in prossimità del picco degli ultimi 11 anni. I movimenti sono coincisi con l’indebolimento del dollaro a un minimo di cinque settimane, in seguito alle speculazioni su possibili riduzioni dei tassi USA.

L’oro spot è salito dello 0,8% a 3.508,54 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di dicembre hanno raggiunto 3.578,20$/oz. Nella prima sessione di contrattazione, l’oro spot ha corretto leggermente, negoziando con un rialzo dello 0,2% a 3.482,28$/oz.

Dazi e attese Fed sostengono i metalli

Il recente rally dell’oro è stato alimentato dall’incertezza sui dazi di Trump, dopo che una sentenza li ha dichiarati illegali. Pur permettendo la loro applicazione fino a metà ottobre, il presidente ha criticato la decisione e intende fare ricorso alla Corte Suprema. Questa incertezza, soprattutto sui dazi entrati in vigore ad agosto, ha spinto gli investitori verso i metalli come rifugio.

Allo stesso tempo, le attese per un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre hanno ulteriormente sostenuto oro e altri metalli. I dati CME FedWatch indicano circa l’85% di probabilità per una riduzione di 25 punti base, nonostante l’indice PCE di luglio mostrasse pressioni inflazionistiche persistenti sopra il target del 2% della Fed. Il presidente della Fed Jerome Powell aveva precedentemente indicato la possibilità di un taglio a settembre, senza però impegnarsi formalmente a causa dell’inflazione.

Un dollaro più debole ha inoltre supportato i beni privi di rendimento come i metalli, resi più attraenti dai tassi bassi rispetto ai titoli di Stato.

L’argento spot è salito dello 0,1% a 40,7545$/oz, superando brevemente il livello di 40$ per la prima volta dal 2011. Il platino ha guadagnato lo 0,7% a 1.421,55$/oz, restando vicino al massimo degli ultimi 11 anni. Negli ultimi mesi argento e platino hanno sovraperformato l’oro, con prezzi più bassi e consolidamento dell’oro a stimolare la domanda speculativa.

Anche i metalli industriali hanno mostrato slancio. I prezzi del rame sono aumentati, in risposta a dati PMI misti dalla Cina, suggerendo possibili ulteriori stimoli. I futures sul rame della London Metal Exchange sono saliti dello 0,3% a 9.919$/ton, mentre il rame COMEX ha guadagnato lo 0,4% a 4,5905$/lb.

Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.