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JPMorgan alza al 60% il rischio di recessione globale per quest’anno

Fiona Craig
04 Aprile 2025 10:46AM

JPMorgan ha aumentato al 60% la probabilità di una recessione globale entro quest’anno, a causa dello shock economico derivante da un ampio aumento dei dazi statunitensi annunciato il Giorno della Liberazione.

Secondo il colosso di Wall Street, si tratta del più grande aumento delle tasse per famiglie e imprese statunitensi dal 1968 e, se attuato completamente, potrebbe innescare una significativa contrazione economica.

Il nuovo regime tariffario prevede una tassa base del 10% su tutte le importazioni, con aliquote più elevate—fino al 20% o oltre—applicate ai Paesi con surplus commerciali nei confronti degli Stati Uniti, in particolare la Cina e l’Unione Europea (UE).

JPMorgan stima che ciò comporterà un aumento di 22 punti percentuali dell’aliquota tariffaria effettiva media, traducendosi in un incremento fiscale di 700 miliardi di dollari, pari al 2,4% del PIL.

«Un aumento di queste dimensioni sarebbe paragonabile al più grande rialzo fiscale dalla Seconda Guerra Mondiale», hanno affermato gli economisti di JPMorgan guidati da Bruce Kasman.

Essi avvertono che l’impatto economico diretto potrebbe essere amplificato da effetti secondari, tra cui ritorsioni da parte dei partner commerciali, shock negativi sulla fiducia delle imprese e interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali.

Tali colpi potrebbero erodere il potere d’acquisto delle famiglie e indurre un rallentamento nei consumi.

«La configurazione attuale dell’espansione statunitense e globale suggerisce una vulnerabilità limitata, il che potrebbe indicare una recessione relativamente lieve. Ma le recessioni sono intrinsecamente imprevedibili», hanno scritto gli economisti.

«Un’altra preoccupazione rilevante è che politiche commerciali restrittive e una riduzione dei flussi migratori possano imporre costi strutturali duraturi che ridurranno la crescita degli Stati Uniti nel lungo periodo», hanno aggiunto.

Lo scenario aggiornato della banca vede una probabilità del 60% di recessione globale, rispetto al 40% precedente. La probabilità di uno scenario “Goldilocks”—caratterizzato da crescita equilibrata e inflazione normalizzata—è stata ridotta al solo 10%.

JPMorgan non ha ancora modificato ufficialmente le sue previsioni, preferendo monitorare l’attuazione e la negoziazione delle nuove politiche. Tuttavia, ha avvertito che, in assenza di un’inversione di rotta, l’attuale traiettoria «potrebbe verosimilmente spingere gli Stati Uniti, e forse l’economia globale, in recessione già quest’anno».

Gli economisti hanno inoltre sottolineato che, sebbene possano seguire stimoli fiscali e monetari, tali misure probabilmente «attutiranno solo in parte lo shock». L’impatto economico colpirà duramente i mercati emergenti, in particolare in Asia, dove la dipendenza dalle esportazioni è elevata e l’esposizione ai nuovi dazi statunitensi è maggiore.