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Il petrolio sale mentre gli attacchi in Ucraina alimentano i timori sull’offerta; la Fed al centro dell’attenzione

Fiona Craig
16 Settembre 2025 10:36AM

I prezzi del petrolio hanno registrato rialzi negli scambi asiatici di martedì, prolungando i guadagni recenti, mentre gli attacchi alle infrastrutture energetiche russe da parte dell’Ucraina hanno aumentato le preoccupazioni su possibili interruzioni dell’offerta globale.

L’escalation segue un’offensiva significativa delle forze russe nel sud-est dell’Ucraina, inclusa la città strategica di Zaporizhzhia, dopo settimane di attacchi ucraini mirati alle strutture petrolifere russe. Questi sviluppi hanno incrementato l’incertezza nei mercati energetici.

La debolezza recente del dollaro statunitense ha fornito ulteriore supporto ai prezzi del petrolio, mentre gli investitori prevedono un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve durante la prossima riunione di politica monetaria. Alle 21:54 ET (01:54 GMT), il Brent con consegna a novembre è salito dello 0,3% a $67,63 al barile, mentre il West Texas Intermediate è aumentato dello 0,3% a $63,21 al barile.

Timori sull’offerta nonostante l’abbondanza globale

Negli ultimi giorni l’Ucraina ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture petrolifere russe, soprattutto dopo che i colloqui di pace mediati dagli Stati Uniti non hanno portato a risultati concreti. La strategia di Kiev mira a limitare la capacità di Mosca di finanziare le operazioni militari attraverso i ricavi energetici.

Parallelamente, il Presidente statunitense Donald Trump ha sollecitato sanzioni aggiuntive contro il settore petrolifero russo, comprese misure contro importanti acquirenti come India e Cina. L’India era stata già colpita da tariffe commerciali del 50% ad agosto. Trump ha inoltre invitato NATO, UE e paesi del G7 a ridurre gli acquisti di petrolio russo e ad aumentare la pressione commerciale su questi Paesi.

Nonostante queste preoccupazioni geopolitiche, l’offerta globale di petrolio dovrebbe rimanere abbondante. L’aumento della produzione OPEC e la forte produzione dei paesi non-OPEC dovrebbero far salire le scorte mondiali nei prossimi mesi. Nel frattempo, la ripresa della domanda rimane modesta, in particolare in Cina, mentre il consumo di carburante negli Stati Uniti dovrebbe diminuire durante l’inverno. Gli analisti di Bernstein hanno avvertito che il Brent potrebbe scendere a $60 al barile se l’offerta continuerà a superare la domanda, con un surplus globale stimato a 1,9 milioni di barili al giorno in questo trimestre. Sanzioni più severe contro la Russia rappresentano il principale fattore capace di spingere i prezzi verso l’alto.

Dinamica del dollaro e prospettive sui tassi Fed

Il recente indebolimento del dollaro ha sostenuto i prezzi del petrolio. Il biglietto verde si è indebolito in attesa che la Fed riduca i tassi di almeno 25 punti base nella prossima riunione, a fronte di un lieve raffreddamento del mercato del lavoro.

Nonostante permangano incertezze sul percorso dei tassi a lungo termine a causa dell’inflazione persistente, tassi più bassi potrebbero stimolare l’attività economica e aumentare il consumo di petrolio.

Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.