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Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures USA in calo mentre i mercati attendono chiarezza sulle tariffe di Trump

Fiona Craig
07 Luglio 2025 11:23AM

I future statunitensi hanno aperto in ribasso lunedì, mentre gli investitori rimangono cauti in vista della scadenza della moratoria sulle tariffe imposte dal presidente Donald Trump. La Casa Bianca dovrebbe comunicare ai partner commerciali i nuovi dazi entro il 9 luglio, una data cruciale per gli equilibri del commercio globale. Intanto, cresce la tensione dopo che Trump ha attaccato Elon Musk, il quale ha annunciato l’intenzione di fondare un nuovo partito politico.

Futures in calo in vista della scadenza tariffaria

I mercati statunitensi si preparano a un avvio debole della settimana, con i contratti future sotto pressione per via delle incertezze legate alla politica commerciale americana. Alle 03:30 ET (07:30 GMT), i futures del Dow Jones erano in calo di 149 punti (-0,3%), quelli dell’S&P 500 perdevano 31 punti (-0,5%) e i futures del Nasdaq 100 scendevano di 126 punti (-0,5%).

Dopo la chiusura di venerdì per la festa dell’Independence Day, l’attenzione si concentra ora su un periodo che si preannuncia volatile. Nonostante luglio sia storicamente il mese migliore per l’S&P 500 (con un rendimento medio del 2,5%), gli investitori osservano con cautela il contesto macro e le decisioni politiche.

L’approvazione di un ampio pacchetto fiscale ha portato un po’ di sollievo, ma i dubbi rimangono su inflazione e utili societari del secondo trimestre, attesi nelle prossime settimane.

Ancora incertezza sulle tariffe

Trump ha ribadito che la Casa Bianca invierà a breve comunicazioni con i nuovi livelli tariffari, ma non è chiaro quando entreranno in vigore. La pausa di 90 giorni sulle tariffe reciproche termina formalmente il 9 luglio, anche se alcune fonti indicano che l’implementazione potrebbe slittare al 1° agosto.

“Avremo accordi o lettere per la maggior parte dei Paesi entro il 9”, ha dichiarato Trump, mentre il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha precisato che le tariffe entreranno in vigore dal 1° agosto.

Fino ad ora, gli Stati Uniti hanno concluso intese preliminari con Vietnam, Regno Unito e Cina, ma restano in corso i negoziati con altri partner. Secondo ING: “Non si esclude nessun esito: accordi dell’ultimo minuto, forti aumenti tariffari o nuove proroghe”.

Trump ha menzionato tariffe che potrebbero salire dal 10% fino al 70%, alimentando l’incertezza tra le imprese.

Dazi extra per i Paesi BRICS

In parallelo, Trump ha annunciato l’intenzione di applicare un dazio aggiuntivo del 10% ai Paesi che si allineano con il blocco BRICS, accusati di politiche anti-americane.

Il gruppo BRICS—composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica—ha recentemente accolto Egitto, Indonesia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Sebbene si parlasse della creazione di una valuta alternativa al dollaro USA, l’ipotesi è stata accantonata.

“Ogni Paese che sostiene l’agenda anti-americana dei BRICS sarà soggetto a un dazio addizionale del 10%, senza eccezioni”, ha scritto Trump sul suo social. Le sue dichiarazioni arrivano durante un vertice BRICS in Brasile, dove il gruppo ha criticato l’aumento dei dazi e l’aggressività americana contro l’Iran.

Trump attacca Musk per il nuovo partito

Trump ha anche criticato l’ex alleato Elon Musk, dopo l’annuncio del miliardario di voler fondare un nuovo partito politico: America Party.

Musk, che aveva finanziato la campagna di Trump nel 2024, ha da tempo preso le distanze dal presidente. In risposta, Trump ha dichiarato su Truth Social di essere “deluso dal fatto che Musk stia perdendo il controllo” e ha aggiunto che l’abolizione degli incentivi per i veicoli elettrici penalizzerà Tesla.

Prezzi del petrolio altalenanti dopo decisione OPEC+

Il prezzo del petrolio è rimasto stabile lunedì, dopo che OPEC+ ha annunciato un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno per agosto, superiore alle aspettative e fonte di nuove preoccupazioni sull’eccesso di offerta.

Alle 03:31 ET, il Brent era a $68,25 (-0,1%) e il WTI a $66,56 (+0,1%).

L’aumento segue i rialzi mensili di 411.000 bpd già attuati per maggio, giugno e luglio, e potrebbe essere replicato a settembre nella riunione prevista per il 3 agosto.

La mossa rappresenta un’ulteriore riduzione dei tagli volontari da 2,2 milioni di barili/giorno, decisi da Arabia Saudita e Russia all’inizio dell’anno per sostenere i prezzi.