ROMA (MF-NW)--Il tema dei delisting da Borsa Italiana è noto, non solo per il numero importante di società uscite da Piazza Affari, ma anche per i nomi eccellenti come Atlantia e Autogrill che hanno voltato le spalle negli ultimi anni al listino milanese. Nel periodo gennaio 2020-settembre 2023 sono 70 le società uscite dalla borsa, con una perdita complessiva di capitalizzazione di circa 68 miliardi di euro. A rilevarlo è lo studio Chi va e chi viene: un'analisi del numero elevato di delisting in Italia effettuato da Ambromobiliare, appena dato alle stampe.

L'obiettivo della ricerca, scrive MF-Milano Finanza, è fornire una panoramica numerica e qualitativa del fenomeno, confrontando i diversi mercati per capire se la borsa milanese funziona davvero. «Il numero elevato di delisting potrebbe indurre a sostenere che i mercati borsistici non funzionino nel sostenere la crescita delle aziende», dice la ricerca. Dalla quale emergono alcuni dati interessanti.

L'Egm rende di più e premia di più. Per esempio, il premio medio dell'opa, nelle operazioni che hanno avuto luogo fra marzo 2020 e agosto 2023, è stato del +30,1% nel segmento delle pmi, l'Egm, del 20,7% per i titoli dello Star e dell'11,8% nel caso di Euronext Milan (ex Mta), il mercato principale. Probabilmente perché le piccole e medie imprese di Piazza Affari viaggiano a strutturale sconto e quindi al momento dell'opa è più facile valorizzarle.

Analizzando in dettaglio i casi di delisting proprio via opa, il mercato Euronext Growth Milan è quello che lo studio giudica più dinamico (dal momento che il saldo netto tra ipo e delisting è nettamente a favore delle prime, pari a 87 società), più vivace (perché il tempo di permanenza media è di 4 anni) e offre rendimenti più elevati, sia per quanto riguarda il premio offerto (+30%, come si è visto) sia per la performance media annua (+22%) dall'ipo al delisting. Inoltre, la maggior parte delle opa sono promosse da operatori esterni. «Dunque, il mercato Egm funziona e potrebbe essere visto come una vetrina per attirare investitori esterni», sottolinea Ambromobiliare.

L'Mta ha perso 52 miliardi. L'addio a Palazzo Mezzanotte ha interessato principalmente il listino Euronext Milan (ex-Mta), dove gli emittenti usciti sono 44 (incluso il segmento Star), con una conseguente perdita di 66 miliardi di capitalizzazione da parte di questo mercato. Nel periodo considerato, l'ex Mta (compreso lo Star) ha registrato un numero esiguo di ingressi (15, di cui 13 su Mta e 2 su Star) con una capitalizzazione complessiva di 15 miliardi e un importante volume di aziende uscenti (44, di cui 28 su Mta e 16 sul segmento Star). Pertanto, per Mta e Star il saldo netto tra ammissioni e delisting è negativo, pari -29, e complessivamente il mercato ha perso 52 miliardi di capitalizzazione.

Egm in crescita di 6 miliardi. Al contrario, le ipo, ovvero i debutti sul listino, hanno interessato principalmente il mercato Euronext Growth Milan (Egm) dove sono state 113 le società che si sono quotate con una capitalizzazione complessiva di 8 miliardi,a fronte di soli 26 delisting, con una perdita di market cap pari a 2 miliardi. Di conseguenza, ragiona lo studio, «nonostante il saldo netto positivo tra ammissioni e delisting, cambia il profilo degli emittenti quotati: sono sempre più le small cap ad affacciarsi al mercato dei capitali e sempre meno quelle a grande capitalizzazione». Lo studio racconta anche che il totale delle società delistate in Italia è 70, la maggior parte delle quali tramite opa (50). In 7 casi, le società sono state ritirate dal listino dopo una fusione con un'altra società quotata o non quotata. Tra i casi più importanti c'è la fusione Fca-Psa da cui è nata Stellantis. In nove casi il delisting si è verificato a seguito della decisione presa dall'assemblea dei soci della società. Di queste, in quattro casi su Egm si è trattato della messa in liquidazione di una Spac, a seguito del non raggiungimento della prospettata business combination. In altri tre casi il delisting è avvenuto a seguito della decisione presa da Borsa. Famosa l'uscita di scena di Exor, trasferita ad Amsterdam.

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