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Il dollaro rimbalza mentre l’incertezza sul futuro di Powell provoca volatilità

Fiona Craig
17 Luglio 2025 11:37AM

Il dollaro USA è tornato a salire giovedì dopo il calo del giorno precedente, sostenuto dalle dichiarazioni del presidente Donald Trump che hanno attenuato i timori di un possibile licenziamento anticipato del presidente della Federal Reserve Jerome Powell.

Alle 04:40 ET (08:40 GMT), l’indice del dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute principali, ha guadagnato lo 0,3% portandosi a 98,405. Questo dopo aver interrotto una serie di sei giorni consecutivi di guadagni, terminata con forti perdite nella sessione precedente.

Volatilità del dollaro legata al futuro di Powell

Mercoledì il dollaro è brevemente crollato dopo che i mercati avevano ipotizzato un possibile licenziamento di Powell da parte di Trump. Tuttavia, il presidente ha poi chiarito di non avere piani immediati per sostituire il capo della Fed.

Trump ha detto che è “altamente improbabile” che Powell venga rimosso per frode, rispondendo alle critiche repubblicane riguardo ai costi di 2,5 miliardi di dollari per la ristrutturazione della sede della Fed a Washington, questione difesa energicamente dalla Federal Reserve.

Powell è spesso stato oggetto delle critiche di Trump, soprattutto per non aver tagliato i tassi di interesse con la rapidità desiderata. Un licenziamento di Powell da parte di Trump sarebbe un evento senza precedenti, visto che nessun presidente in carica ha mai formalmente destituito un presidente della Fed.

“In quell’ora, abbiamo visto la reazione che ci saremmo aspettati: un rialzo della curva dei rendimenti USA e un forte calo del dollaro,” hanno osservato gli analisti di ING in una nota.

“Tuttavia, non è mai sembrato che i mercati avessero completamente scontato l’uscita di Powell nel pomeriggio di ieri. Il prezzo per un taglio dei tassi a settembre non è andato oltre i 20 punti base, e l’EUR/USD non è riuscito a superare 1,1720 prima che la smentita di Trump annullasse tutte le variazioni di mercato.”

A sostenere il sentiment più tranquillo hanno contribuito anche i dati sui prezzi alla produzione di giugno, che non hanno mostrato variazioni significative mese su mese, attenuando i timori provocati da un precedente report che evidenziava un’accelerazione dell’inflazione al consumo.

Sterlina in calo a causa dei dati deboli sull’occupazione nel Regno Unito

In Europa, l’EUR/USD è sceso dello 0,4% a 1,1699 in attesa della pubblicazione finale dell’indice dei prezzi al consumo dell’area euro di giugno, che dovrebbe confermare il tasso annuo del 2,0%, in aumento rispetto all’1,9% del mese precedente.

La Banca Centrale Europea ha lasciato intendere dopo la riunione di giugno che probabilmente manterrà i tassi invariati alla prossima seduta, ma la minaccia di Trump di imporre un dazio del 30% sulle importazioni dall’UE complica le decisioni.

Il GBP/USD è sceso dello 0,3% a 1,3390 dopo che i dati del Regno Unito hanno mostrato un aumento maggiore del previsto della disoccupazione a maggio, insieme a un rallentamento della crescita salariale, elementi che potrebbero spingere la Bank of England a tagliare nuovamente i tassi il mese prossimo.

Il tasso di disoccupazione è salito al 4,7% nei tre mesi fino a maggio, il livello più alto da giugno 2021, mentre la crescita salariale, escludendo i bonus, è scesa al 5,0% annuo rispetto al 5,3% del mese precedente.

Dollaro australiano in calo

Altrove, l’USD/JPY è salito dello 0,5% a 148,64, mentre i sondaggi elettorali suggeriscono che la coalizione del primo ministro Shigeru Ishiba potrebbe perdere la maggioranza nel Senato.

Nel frattempo, l’AUD/USD è sceso dell’1% a 0,6472, ai minimi da oltre tre settimane dopo che i dati di giugno hanno mostrato un aumento molto inferiore alle attese dell’occupazione in Australia e un inatteso aumento della disoccupazione, segnalando un rallentamento delle assunzioni.

Il cambio USD/CNY è rimasto sostanzialmente stabile a 7,1798.