Legge bilancio: Tria, primi passi reddito cittadinanza e flat tax (Sole)
08 Agosto 2018 - 9:09AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Su riforma fiscale e reddito di cittadinanza bisogna partire
davvero, e tracciare un calendario che indichi in modo nitido le
misure da attuare nel 2019 e i progressi da compiere negli anni
successivi". Lo afferma in un'intervista al Sole 24 Ore il ministro
dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, a poche ore dal nuovo
vertice politico sulla prossima legge di bilancio, dopo quello di
venerdì scorso a Palazzo Chigi.
"Questi incontri nascono per condividere analisi e obiettivi
nella costruzione del quadro programmatico di finanza pubblica. Ma
basta la cronaca del primo vertice per smentire le ricostruzioni
che raccontano di tensioni sui vincoli di finanza pubblica. Per due
terzi del tempo si è parlato di investimenti pubblici, delle
riforme che servono per la loro ripresa e dei possibili impatti
sulla crescita, e per l'altro terzo si è ragionato sulle ipotesi
del quadro programmatico da presentare a settembre. Alla fine sono
stato io a rassicurare i colleghi sul fatto che l'avvio delle
misure principali del contratto di governo è compatibile con i
vincoli di finanza pubblica, e non viceversa. E oggi l'incontro
sarà allargato ad altri ministri per avere una condivisione più
ampia", continua. Inoltre, "stiamo studiando anche gli interventi
previdenziali, con il vincolo che non incidano in modo troppo
pesante sulla curva della spesa a medio e lungo termine".
"Sulla Tav, penso che ci sia uno scontro intorno a fatti
simbolici, che si risolveranno, senza dimenticare che questa come
altre grandi opere fanno parte di piani di infrastrutturazione
europei che non vanno messi in discussione. Ma per far ripartire
l'economia bisogna guardare alla massa di opere e investimenti
pubblici diffusi sul territorio. Sulle opere più grandi bisogna poi
costruire un ruolo più attivo delle grandi aziende a partecipazione
pubblica come Enel, Eni e Ferrovie e di Cassa depositi e
prestiti".
Secondo il ministro, "non è possibile ipotizzare a settembre un
aumento della crescita rispetto al tendenziale sulla base del fatto
che puntiamo sugli investimenti pubblici. Ne siamo perfettamente
consapevoli, e proprio per questa ragione è fondamentale il tema
delle coperture, e una strategia che attui il programma di governo
dentro ai vincoli di finanza pubblica. Su questo presupposto si
basano le ipotesi di quadro programmatico che stiamo discutendo con
gli altri ministri. Le valutazioni attuali portano a stimare una
crescita dell'1,2% quest'anno, contro l'1,5% scritto nel Def, e
intorno all'1,1% l'anno prossimo, con un rallentamento che si sta
verificando in tutti i grandi Paesi Ue. Già questo rallentamento
porterebbe il deficit tendenziale del 2019 all'1,2%, e a settembre
si capirà il livello dei rendimenti su cui basare le previsioni
definitive. A questo si aggiungono i 124 miliardi necessari a
fermare le clausole di salvaguardia sull'Iva. Stiamo però
dialogando con la commissione Ue per evitare una correzione che
sarebbe troppo pro-ciclica, cioè che favorirebbe il rallentamento
dell'economia".
Anche se la crescita del Pil sarà più contenuta, "tutte le
simulazioni su cui abbiamo lavorato si basano sulla mancata
attivazione delle clausole di salvaguardia. Bisogna tener conto del
fatto che la decisione di non aumentare l'Iva ha un effetto
migliorativo sulla crescita, valutabile fra 1 e 2 decimali secondo
i modelli. Ma sull'Iva possiamo al massimo effettuare qualche
riordino per semplificare alcune aliquote: stiamo elaborando varie
ipotesi, alcune producono piccoli aumenti di gettito e altre
qualche riduzione, ma con volumi assolutamente marginali",
sottolinea.
La riduzione da 5 a 3 delle aliquote Irpef "è una delle molte
simulazioni che abbiamo effettuato in queste settimane, lavorando
anche su ipotesi non solo di riduzione del numero di aliquote ma
anche del loro livello. È fondamentale che ogni ipotesi venga
inquadrata nel disegno complessivo, in un quadro che sia in grado
di dare certezze agli investitori ma anche alle famiglie,
identificando non solo le misure del primo anno ma anche i passaggi
che portano all'obiettivo finale in un'ottica pluriennale. Le
coperture devono arrivare da un riordino profondo delle tax
expenditures, che finora non si è fatto perché è realizzabile solo
se accompagnato da una riduzione delle aliquote generali".
Infine, "l'Irap potrebbe essere anche progressivamente eliminata
perché ha effetti distorsivi. In questo momento però è più
importante concentrarsi sui punti del programma più significativi e
simbolici, anche perché il mondo guarda a come li attuiamo e a come
rispettiamo i vincoli di bilancio. Quindi per ora occorre evitare
di disperdersi anche su altri fronti, seppur importanti", spiega.
Poi "la pace fiscale è certamente in campo, e deve essere collegata
all'avvio della riforma dell'Irpef, ma sono al momento del tutto
premature le cifre" del gettito che potrebbe assicurare pari a
circa 3,5 mld, conclude Tria.
pev
(END) Dow Jones Newswires
August 08, 2018 02:54 ET (06:54 GMT)
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