FOCUS: su extraprofitti big bancari lasciano fisco all'asciutto e mettono a riserva 4,6 mld
09 Novembre 2023 - 5:21PM
MF Dow Jones (Italiano)
ROMA (MF-NW)--Le banche italiane lasciano il fisco all'asciutto.
Gli istituti di credito hanno preferito non pagare la tassa sugli
extraprofitti pari a 1,8 mld e hanno accantonato un valore pari a
2,5 volte il suo ammontare, cioè oltre 4,6 miliardi. La decisione è
stata comunicata dalle banche in occasione della presentazione dei
risultati dei primi 9 mesi dell'anno. Nel dettaglio, Intesa
Sanpaolo ha deciso di destinare a riserva 2,1 miliardi, Unicredit
1,1 mld, Banco Bpm 381 milioni, B.Mps 312,7 mln, Bper 315,4 mln,
Popolare di Sondrio 107 mln, Credem 95 mln e Mediobanca 226 mln.
Considerato che all'appello mancano ancora le decisioni del Credit
Agricole, di Bnl e del mondo cooperativo è ipotizzabile che il
mancato introito per l'erario supererà i 2 miliardi.
COM'E' NATA L'IDEA DELLA TASSA
La tassa sugli extraprofitti era stata annunciata a sorpresa dal
governo ad agosto, prima della pausa estiva. Il governo aveva
spiegato la volontà di tassare gli extraprofitti delle banche per
"equità sociale". Il prelievo straordinario, atteso nell'ordine di
"alcuni miliardi", avrebbe dovuto sostenere le misure di aiuto per
le famiglie alle prese con l'inflazione e il caro-energia. Il
governo aveva poi quantificato l'ammontare atteso dalla riscossione
della tassa intorno ai 2,5-3 miliardi di euro.
LE REAZIONI
L'annuncio della tassa ha fatto crollare i titoli del comparto
bancario di circa 10 miliardi in in Borsa. Il governo ha quindi
dovuto scontrarsi subito con la contrarietà di tutto il mondo
bancario, alle prese con la volatilità del mercato. E l'opposizione
della Bce che ha criticato il provvedimento per i rischi legati
alla posizione patrimoniale e alla capacità creditizia delle
banche.
LA SVOLTA DOPO LE PAROLE DI MARINA BERLUSCONI
La nuova tassa è stata difesa dalla premier, Giorgia Meloni, che
aveva parlato di un prelievo sui "margini ingiusti delle banche"
per "finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle
imprese". Ma ha creato molti malumori all'interno della
maggioranza. La svolta è arrivata a seguito del pressing di Forza
Italia. Sollecitato quasi sicuramente da Marina Berlusconi che, a
margine dell'assemblea di Confindustria a settembre, aveva spiegato
di non avere apprezzato la tassa sugli extraprofitti alle banche.
"Capisco le motivazioni, ma non sono sufficienti a superare la
grandi perplessità che ho sia sul metodo, sia sul merito", ha detto
la presidente di Fininvest (azionista di Banca Mediolanum).
LA MODIFICA
Con le modifiche apportate in seguito alle richieste di Forza
Italia, è stata modificata la modalità del calcolo del tetto
dell'imposta: dallo 0,1% dell'attivo allo 0,26% dell'attivo
ponderato per il rischio, escludendo dal computo l'esposizione ai
titoli di Stato. E' stata inoltre introdotta la possibilità di non
pagare l'imposta destinando a riserva non distribuibile un multiplo
pari a 2,5 volte la tassa. Una opzione che rafforza il capitale e
che le banche hanno scelto all'unanimità.
vs
valeria.santoro@mfnewswires.it
fine
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