Swisscanto: continua la tendenza al ribasso dell'inflazione - PAROLA AL MERCATO
21 Gennaio 2024 - 11:26AM
MF Dow Jones (Italiano)
a cura di Swisscanto
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 21 gen - Nelle ultime
settimane l'inflazione è diminuita ulteriormente in quasi tutti i
paesi e aree geografiche. Il calo è stato recentemente
particolarmente pronunciato nell'Eurozona e nel Regno Unito. La
tendenza al ribasso è diventata inequivocabile anche escludendo i
prezzi volatili di energia e generi alimentari. La situazione sta
iniziando ad attenuarsi anche nel settore dei servizi, dove fino a
poco tempo fa la pressione sui prezzi era ancora ostinatamente
alta. Le survey e gli indicatori anticipatori segnalano che
l'inflazione continuerà a diminuire nei prossimi mesi.
A livello economico c'è ancora molta incertezza, ma il deciso
calo dell'inflazione dovrebbe essere un motivo sufficiente perché
le banche centrali adottino gradualmente politiche monetarie meno
restrittive. Questo dovrebbe avvenire a breve, se si vuole evitare
il rischio di mancare l'obiettivo di inflazione del 2% con un ampio
margine. Si nota però ancora una certa resistenza. Sia la Banca
d'Inghilterra (BoE) sia la Bce hanno segnalato a dicembre che non
prevedono tagli dei tassi di interesse a breve. Al contrario, negli
Stati Uniti la Fed prevede tre tagli per il 2024. Tuttavia, ciò si
limiterebbe a far scendere il tasso dal 5,5% al 4,75% e poiché la
Fed fissa il tasso neutrale al 2,5%, la politica monetaria sarebbe
ancora estremamente restrittiva. L'obiettivo principale
dell'attuale retorica delle banche centrali è probabilmente quello
di evitare che le condizioni finanziarie si allentino di nuovo
troppo presto ed eccessivamente. I banchieri centrali sono inoltre
attenti a evitare la ripetizione degli errori degli anni '70 con
tagli prematuri dei tassi. Siamo però convinti che non potranno
chiudere gli occhi sulla mutata realtà dei prezzi ancora a
lungo.
Sebbene l'andamento futuro dell'inflazione sembri ormai essere
determinato, vi sono alcune domande senza risposta per quanto
riguarda l'economia. Le prospettive per i prossimi mesi rimangono
contenute. Prevediamo una lieve recessione nell'Eurozona, negli
Stati Uniti e in Australia, mentre Regno Unito e Canada
stagneranno. Seguirà poi una moderata ripresa a partire dalla metà
dell'anno. A livello globale, prevediamo una crescita economica di
appena il 2% per tutto il 2024.
Guardando ai mercati, il calo dell'inflazione e le relative
anticipazioni sulla svolta della politica monetaria hanno
alimentato una forte ripresa dell'azionario verso fine 2023.
L'indice azionario globale ha raggiunto un nuovo livello record a
dicembre. Il 2024, invece, sarà probabilmente dominato dagli
sviluppi economici reali. Le attuali valutazioni azionarie non
riflettono ancora appieno il rallentamento dell'economia e quindi
la volatilità dovrebbe aumentare nel primo trimestre. Tuttavia, la
debolezza economica prevista dovrebbe essere digerita rapidamente.
Da considerare, inoltre, che adesso gli investitori hanno
alternative alle azioni. Le obbligazioni tornano a offrire
rendimenti interessanti e i loro prezzi beneficeranno dalla
debolezza economica, dal calo dell'inflazione e dai prossimi tagli
dei tassi. In concomitanza con la stabilizzazione dell'economia e
la neutralità dei tassi d'interesse, anche i mercati azionari
torneranno ad avere un andamento più positivo e quindi vi sono
buone probabilità che i portafogli diversificati tornino a
registrare buone performance nel 2024 e oltre.
I nostri mercati azionari preferiti sono attualmente quelli dei
paesi industrializzati. Diversi fattori indicano che le azioni
statunitensi saranno alimentate dai loro vantaggi strutturali anche
nel 2024. L'andamento demografico, che determina l'offerta di
manodopera, è molto migliore negli Stati Uniti rispetto a società
che invecchiano più rapidamente, come il Giappone o l'Europa.
Inoltre, la produttività del lavoro è molto elevata negli Stati
Uniti e potrebbe aumentare ulteriormente in futuro grazie al
crescente utilizzo dell'intelligenza artificiale. Le basi per anni
di crescita degli stipendi superiori alla media rimangono quindi
intatte e spiegano in gran parte anche il premio di valutazione.
Data questa solida base, riteniamo che la lieve recessione che
prevediamo negli Stati Uniti avrà un impatto un po' maggiore su
altri mercati azionari la cui struttura settoriale li rende più
sensibili ai fattori economici.
Non è ancora il momento per una rotazione negli stili di
investimento. Se confrontiamo l'andamento del 2023 con quello del
2022, è evidente l'inversione di tendenza per la maggior parte
degli stili di investimento. I perdenti dell'anno precedente sono
stati vincitori nel 2023, mentre i vincitori sono stati perdenti.
L'unico stile da noi seguito che ha sovraperformato l'indice
mondiale in entrambi gli anni è stato quello delle large cap.
Questo dato è degno di nota perché i pesi massimi del settore
informatico e delle comunicazioni avevano perso molto terreno nel
2022. In media, però, le azioni di questa categoria rappresentano
un investimento meno rischioso, un fattore importante soprattutto
in tempi di incertezza. Pertanto, possono essere annoverate tra i
vincitori anche nel 2024. Dopo le lievi recessioni previste negli
Stati Uniti e nell'Eurozona, prevediamo una ripresa solo debole. La
politica monetaria globale sarà probabilmente meno restrittiva, ma
i costi di rifinanziamento rimarranno più elevati rispetto alla
media degli anni passati. Né l'una né l'altra cosa segnalano una
corsa dinamica al recupero da parte delle small cap. Per quanto
riguarda le coppie di stili value e growth o difensivo e ciclico,
riteniamo che il clima tenda ancora a favorire il secondo fattore
in ciascuna coppia. Le loro valutazioni sono però attualmente
elevate e quindi ci si può aspettare un intervallo di oscillazione
più ampio.
Gli investitori in obbligazioni governative guarderanno
probabilmente con serenità al 2024. I titoli di Stato stanno
tornando ad avere rendimenti positivi e i loro prezzi dovrebbero
continuare a beneficiare anche nel 2024 della debolezza economica,
del calo dell'inflazione e della riduzione dei tassi. Vediamo il
maggior potenziale per un calo dei rendimenti nelle regioni
valutarie in cui i tassi d'interesse sono ben al di sopra del
valore neutro e i rendimenti reali sono sproporzionatamente
positivi. In questo contesto, sono particolarmente evidenti gli
elevati tassi d'interesse reali degli Stati Uniti, che sosterranno
i titoli di Stato americani. Data l'attuale riduzione dei bilanci
delle banche centrali e l'elevata attività di emissione (ad esempio
a causa del deficit fiscale statunitense), per il 2024 prevediamo
comunque un calo dei rendimenti più contenuto rispetto al passato e
una curva dei rendimenti più ripida.
Usa, scommettere su un atterraggio morbido è prematuro
Sugli Stati Uniti prevediamo una breve recessione ciclica nella
prima metà del 2024, anche se i mercati finanziari stanno
accarezzando l'idea di un atterraggio morbido. L'inflazione core si
avvicinerà all'obiettivo del 2% a metà anno. Ciò permetterà alla
Fed di mitigare l'indebolimento economico tagliando i tassi di
interesse. Prevediamo una riduzione dei tassi di interesse di 25
punti base ad ogni riunione della Fed a partire da marzo 2024, per
un totale di 175 punti base nell'arco dell'intero anno. In questo
modo si evita un eccessivo aumento dei tassi di interesse reali e
l'impatto sull'economia reale. Le elezioni presidenziali di
novembre sono un'altra fonte di incertezza. La debolezza
dell'economia influenzerà l'esito delle elezioni e potrebbe portare
a una discontinuità politica con, in caso di elezione di Donald
Trump, una svolta nella politica interna e una politica estera non
ortodossa. Ciò non rafforzerebbe la stabilità economica né negli
Stati Uniti né nel mondo.
Cina, pressione prolungata sul mercato immobiliare
Ancora una volta la Cina si trova ad affrontare un anno
difficile. Nonostante il trend negativo da oltre due anni, le
prospettive per il mercato immobiliare restano fosche. Il governo
ha attuato diverse misure per sostenere i costruttori immobiliari
colpiti e stimolare la domanda. Tuttavia, i potenziali acquirenti
continuano a trattenersi per paura che gli appartamenti che hanno
già pagato non siano completati. Le vendite di immobili continuano
quindi a calare bruscamente, mettendo sotto pressione gli
sviluppatori. Non si intravede una soluzione rapida a questo
dilemma. Pertanto, Pechino dovrà probabilmente continuare a
sostenere il mercato con misure mirate. Per il 2024 prevediamo per
la Cina solo una crescita del 4,9% che, a parte gli anni della
pandemia, è il valore più basso da quando è stato ufficialmente
registrato.
Mercati emergenti, prospettive di crescita soddisfacenti
Nonostante i livelli dei tassi di interesse siano stati
estremamente restrittivi, la crescita dei mercati emergenti ha
retto molto bene nel 2023 e di recente ha addirittura riaccelerato.
In molti paesi i tassi di crescita erano ancora inferiori al
potenziale nel terzo trimestre, ma l'accelerazione è stata ampia.
Le economie emergenti dovrebbero continuare a guadagnare slancio
nel prossimo anno. Gli stimoli verranno soprattutto
dall'allentamento della politica monetaria. Il ciclo di riduzione
dei tassi di interesse dovrebbe avere una notevole ampiezza,
raggiungere il picco a metà anno e durare per diversi trimestri,
dato l'attuale livello elevato dei tassi di interesse. Anche se in
alcuni paesi l'inflazione resterà al di sopra degli obiettivi delle
banche centrali e rimarrà complessivamente elevata, la tendenza
disinflazionistica continuerà. Un elemento di attenzione riguarda
l'avvicinarsi di elezioni parlamentari e presidenziali. Se da un
lato le votazioni offrono certamente opportunità per le singole
economie, come in Indonesia o in India, dall'altro sono foriere di
rischi
geopolitici, come nel caso di Taiwan o della Russia.
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January 21, 2024 05:11 ET (10:11 GMT)
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