AcomeA SGR: una Bce piu' colomba punta all'inflazione al target del 2% - PAROLA AL MERCATO
25 Gennaio 2024 - 4:58PM
MF Dow Jones (Italiano)
di Martina Daga*
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 25 gen - Al meeting di
politica monetaria di oggi, la Bce ha deciso di non alzare i tassi
di riferimento, dopo 450 bp complessivi di rialzi dall'inizio del
ciclo di inasprimento di politica monetaria a luglio del 2022,
tenendo quindi il deposit rate al 4%, il refinancing rate al 4.50%
ed il marginal lending facility rate al 4.75%.
Il board riconosce che i tassi di riferimento hanno ormai
raggiunto un livello che, se mantenuto sufficientemente a lungo,
contribuirà a riportare l'inflazione al target del 2%, quindi senza
la necessità di ulteriori rialzi. Tuttavia, il board della Bce non
ha ancora iniziato a discutere dell'inizio del ciclo dei tagli e
rimane legato a un approccio meeting by meeting e strettamente
dipendente dai dati sia per determinare il livello dei tassi di
riferimento sia la durata appropriati per riportare l'inflazione al
target. Il tono della Bce rimane ancora cauto, ma credo sia
rilevante il fatto che, sia nel comunicato stampa sia durante la
conferenza stampa, abbia riconosciuto importanti progressi in
termini di rallentamento dell'inflazione e stabilizzazione del
mercato del lavoro.
La decisione è stata presa in un contesto di debole crescita
economica in Area Euro, che probabilmente registrerà una
stagnazione nell'ultimo trimestre del 2023. Anche se, guardando
alcuni soft data, tipicamente previsionali, questi puntano nella
direzione di una ripresa economica. La ripresa del potere
d'acquisto dei consumatori, grazie alla crescita dei salari
nominali accompagnata dalla riduzione del livello di inflazione, è
vista come la principale fonte di ripresa economica nei prossimi
trimestri. Il mercato del lavoro rimane forte, con il tasso di
disoccupazione ai minimi e pressioni salariali al rialzo che,
accompagnate da bassa produttività, spingono il costo unitario del
lavoro al rialzo. Tuttavia, guardando ad alcuni dati più recenti è
evidente che la domanda di lavoratori inizi a mostrare segni di
riequilibrio e le pressioni salariali tendano a una
stabilizzazione.
Guardando alla crescita dei prezzi al consumo, i più recenti
dati di inflazione hanno confermato il trend di decrescita,
l'effetto dei precedenti rialzi dei tassi di riferimento sta
contribuendo all'inasprimento delle condizioni finanziarie e al
contenimento della domanda. In questo contesto, le tensioni
geopolitiche rappresentano il principale fattore di incertezza a
livello globale, con effetti sulla fiducia dei consumatori e
alterazione delle dinamiche di commercio internazionale.
Nonostante non ci siano stati cambiamenti significativi nella
comunicazione della Bce, l'analisi degli sviluppi economici e i
positivi progressi sia dal punto di inflazione sia dal punto di
vista del mercato del lavoro, mostrano una Bce più "colomba".
Infatti, l'analisi sui dati di inflazione e sul trend del mercato
del lavoro riportata oggi durante la conferenza stampa indica un
contesto in cui le pressioni al rialzo sulla crescita dei prezzi al
consumo sono ora meno forti. Il mercato del lavoro, in particolare,
recentemente era stato la principale fonte di preoccupazione per la
Bce, e il fatto che si riconoscano segnali di rallentamento, riduce
i rischi sull'outlook di inflazione.
*Macro Economist, AcomeA SGR
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