Uomo Di Class (CLE)

- 05/11/2014 23:34
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
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137 Commenti
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41 di 137 - 01/12/2014 09:41
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Buongiorno paese ..
42 di 137 - 01/12/2014 10:50
6nove N° messaggi: 22396 - Iscritto da: 03/8/2012
Quotando: 2nove - Post #33 - 25/Nov/2014 18:07Se siete seri, siete bloccati. L'umorismo è la via più rapida per invertire questo processo. Se potete ridere di una negatività, potete anche cambiarla.


esatto socio ahahah
43 di 137 - 01/12/2014 10:51
6nove N° messaggi: 22396 - Iscritto da: 03/8/2012
Quotando: 2nove - Post #40 - 28/Nov/2014 14:33
Quotando: 6nove - Post #29 - 25/Nov/2014 16:52un uomo di class gira con qst..Maserati_GTS_White_by_dangeruss.jpg


Dove si può prendere in prestito.
x due foTo. .


comprala che ce li hai i soldi ahahah
dai ne compriamo una per uno
44 di 137 - 01/12/2014 11:31
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Usata si trova?
45 di 137 - 01/12/2014 13:40
6nove N° messaggi: 22396 - Iscritto da: 03/8/2012
Quotando: 2nove - Post #44 - 01/Dic/2014 11:31Usata si trova?


si la trovi ma non cosi come qst
tipo cosi tra i 40 e i 50 si trova
46 di 137 - 02/12/2014 17:41
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Grazie..
sunglasses
47 di 137 - 03/12/2014 14:35
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Liberiamo una posizione scomoda..
48 di 137 - 04/12/2014 10:29
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Libera altra posizione.
49 di 137 - 05/12/2014 01:06
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Oggi. ..
50 di 137 - 05/12/2014 14:19
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
La prima domanda da porre ai lettori di questo giornale ed a tutti coloro che commentano quasi religiosamente i suoi articoli è la seguente: a chi dobbiamo restituire questi soldi? La risposta più semplice è la seguente: alla banche straniere che ce li hanno prestati. Ma dal 2011 in poi la percentuale delle banche straniere nostre creditrici è scesa ed oggi è inferiore al 40 per cento. Chi ha in portafoglio gran parte del nostro debito pubblico sono le banche italiane, tra le quale c’è anche il Monte dei Paschi, che deve allo Stato, e cioè a noi poveri debitori, 4 miliardi di euro.

Creditori e debitori sono le stesse persone, direte voi, perché fanno tutti parte dello Stato, della collettività. Ma questa spiegazione non è del tutto corretta perché né lo Stato dei contribuenti né le banche nazionali controllano la massa monetaria, detto in parole povere, non stampano moneta. Entrambi la ricevono dalla banca centrale attraverso il debito. Assurdo? Succede in quasi tutto il mondo a pare qualche eccezione, come la Svezia e la Cina dove la banca centrale è di proprietà dello Stato, quindi si potrebbe dire che la collettività si indebita con se stessa.

La Banca Centrale Europea è l’unico organismo che ha il diritto di stampare moneta, lo dovrebbe fare secondo parametri fissi ma data la crisi Draghi è riuscito ad aggirarli ed è lui alla fine che stabilisce quanta moneta cartacea si stampa. Da notare che nessuno di noi europei lo ha eletto. La Bce è una banca privata, di proprietà degli azionisti delle banche centrali dell’Eu, tutti enti ed organismi non statali, tra costoro ci sono anche alcune delle nostre banche.

Come funziona il meccanismo? La Bce crea dal nulla euro, nel gergo comune trasforma carta straccia in banconote, questi soldi vengono dati in prestito, oggi a tassi vicini allo zero, alle banche di Eurolandia. Con questi soldi le banche acquistano i buoni del Tesoro dello Stato con i quali i governi nostrani ripagano ogni anno solo gli interessi sul debito pubblico, di più infatti non si riesce a fare. Idealmente questi soldi dovrebbero alimentare l’economia e farla crescere: prestiti all’industria, per l’innovazione o per le opere pubbliche ecc. La crescita economica dovrebbe far aumentare il gettito fiscale con il quale ripagare il prestito. Ma non è così nel nostro caso, e questo lo sanno tutti ormai, l’austerità taglia le gambe alla crescita quindi il circolo virtuale appena descritto diventa un circolo vizioso di impoverimento.

Il punto cruciale su cui i lettori di questo giornale dovrebbero riflette è il seguente: perché la Bce e non lo Stato o l’Ue ha il diritto di produrre dal nulla il bene denaro? E perché i contribuenti in crisi di Eurolandia devono ripagare questo bene creato dal nulla, in un momento in cui per farlo si rischia di finire nella depressione economica, alla Bce – tutti i soldi alla fine lì infatti finiscono dato che la banca centrale, ed i sui azionisti privati, sono il solo creditore dell’intero sistema? Dato che dietro gli euro, come dietro qualsiasi moneta cartacea non c’è nulla, ma solo la fiducia di chi queste banconote le continua ad usare indebitandosi, cioè noi, e dato che il diritto a stampare moneta dal nulla alla Bce glielo abbiamo dato noi, cittadini di sistemi democratici, attraverso la delega ai nostri governanti, perché non azzerare questo debito e ripartire da zero? In passato ciò è avvenuto con le guerre, oggi si potrebbe farlo per evitarle
51 di 137 - 05/12/2014 17:22
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
E già. .
52 di 137 - 09/12/2014 16:53
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Class Editori, CCeC e CCIG/Mall, dopo la firma a Pechino l’11 giugno scorso del contratto di cooperazione ai fini del lancio della più grande piattaforma di e-commerce BtoB della Cina per la vendita in primo luogo di prodotti italiani, sono venuti a conoscenza dell’invio di comunicazioni ad associazioni e aziende del settore Food&Beverage da parte di soggetti non qualificati. Si prega quindi chi venisse contattato da tali soggetti di informare Class Editori-CCeC
53 di 137 - 10/12/2014 10:03
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Class Editori ricapitalizza e finisce nel mirino della Consob. L’editore del quotidiano economico-finanziario Mf/Milano Finanza ha approvato un aumento di capitale fino a 40 milioni di euro, conferendo al consiglio di amministrazione la delega per la sua esecuzione che dovrà avvenire entro il 30 agosto 2014. Lo ha comunicato lo stesso gruppo editoriale in una nota in cui risponde anche alla richiesta di chiarimenti da parte della Commissione di vigilanza sui mercati finanziari sugli obiettivi del piano industriale e sulla ricapitalizzazione.

In merito alla disponibilità dei soci Euroclass Multimedia Holding SA e il fondatore Paolo Panerai a sottoscrivere la loro quota di aumento di capitale e l’eventuale inoptato, la società ha spiegato su richiesta della Consob di disporre di una “conferma informale” degli azionisti e si attende “nei prossimi giorni” una “conferma formale”. I proventi dell’aumento saranno “principalmente destinati al riequilibrio finanziario del capitale circolante, con il pagamento di parte dei debiti scaduti verso fornitori” nonché “allo sviluppo del business digitale” e infine “all’espansione dell’attività internazionale“. Non è invece previsto un loro “utilizzo significativo” per rimborsare i fidi con le banche, pari a circa 85 milioni di euro.

Tra i soci di Euroclass a fine 2013 figuravano Unicredit, le famiglie Gori­ Batacchi (Finanziaria 200 spa) e la filiale irlandese della Banca Popolare di Vicenza (Bpv Finance Limited). Istituto, quest’ultimo in cui il gruppo Class ha una piccola partecipazione (lo 0,008% pari a 450mila euro). Quanto alle partite debitorie del gruppo editoriale, a fine 2013 i debiti verso le banche ammontavano a 26,76 milioni di euro su un totale di 81,69 milioni di indebitamento finanziario. Le partite a medio-lungo termine nella fotografia del bilancio 2013 includono due finanziamenti agevolati a lungo termine contratti da Class Editori e PMF News Editori con Centrobanca, con scadenza 2015, un finanziamento con Unicredit (ex Mediocredito Centrale), contratto da PMF News Editori, anch’esso con scadenza 2015, nonché un finanziamento contratto dalla controllata Assinform con banca Carige, con scadenza 2017. Tra i debiti finanziari correnti, poi, c’è anche un mutuo di 5 anni per 6 milioni di euro contratto con la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, “che ha rifinanziato linee di breve termine per la stesso importo”. Quanto ai rapporti con i fornitori, il totale alla fine del 2013 era di 34,49 milioni di euro.

E se Class piange, il Sole 24 Ore non ride, vista la trimestrale in chiaroscuro licenziata lunedì, che evidenzia un dimezzamento della perdita a 5,8 milioni rispetto al rosso di 10,4 milioni dello stesso periodo del 2013 su ricavi stabili e un margine operativo lordo tornato in positivo per 1 milione dal rosso di 6,7 milioni dell’anno prima. Ma i debiti, intanto, crescono a quota 57,8 milioni di euro dai 48,6 milioni di fine 2013 “avendo scontato il pagamento di oneri non ricorrenti per 8 milioni di euro”, come si legge in una nota dell’editrice della Confindustria. Che nell’ultimo anno ha beneficiato dei sacrifici dei dipendenti: il costo del personale nel trimestre è diminuito di 2,8 milioni di euro pari al 7,6 per cento. Risultato dovuto all’effetto combinato dell’applicazione dei contratti di solidarietà che hanno fruttato risparmi per 1,3 milioni e del taglio di 67 lavoratori, 56 dei quali dipendenti e 11 tra interinali, stagisti e collaboratori, per un valore complessivo di 1,5 milioni.
54 di 137 - 10/12/2014 10:09
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Class Editori Spa ha firmato oggi un contratto di joint venture con Italian International Radio and Media srl (IIRM), società radiofonica che fa riferimento al gruppo cinese HMI, che possiede frequenze radiofoniche in numerosi paesi del mondo. Il contratto prevede che Class Editori ceda un ramo di azienda (con frequenze radio FM in alcuni capoluoghi di provincia) di Radio Classica srl (posseduta al 100%) a una Newco il cui capitale sarà al 51% di IIRM e al 49% della Casa editrice. L'operazione, del valore totale della Newco di 5 milioni di euro, rientra nel programma di sviluppo, da parte del gruppo cinese, delle attività radiofoniche nel mondo, e nella strategia di Class Editori di sviluppare attività con importanti partner cinesi e internazionali. L'operazione è stata assistita dagli studi legali DLA Piper e Raynaud and Partners. “Siamo lieti di aver realizzato, con questa joint venture, un vero sistema multimediale e di commercio digitale con partner cinesi, il primo in assoluto tra le aziende editoriali italiane “ ha dichiarato Paolo Panerai, vicepresidente e amministratore delegato di Class Editori. La joint venture in campo radiofonico segue alla partnership con Xinhua News per le attività nel campo delle newswires, della televisione e dei magazine per i turisti cinesi in Italia (sistema Eccellenza Italia); alla collaborazione con China National Garment Association e China Fashion Association e con il sito NetEasy (uno dei primi in Cina per unique users) nel campo della comunicazione per l’abbigliament
e della moda; alla cooperazione con CCIG Mall, la prima piattaforma di e-commerce b2b cinese, con Class Editori nel ruolo di agente esclusivo per i contenuti e la vendita della pubblicità in Italia e di fornitore principale e agente principale per il settore food and beverage, agente principale per la moda, accessori e design attraverso la controllata Cce
55 di 137 - 10/12/2014 10:17
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Consiglio di Amministrazione approva
il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre
Ricavi pari a 57,69 milioni di euro
Ebitda in recupero del 38,8%
Milano 13 Novembre 2014
Il Consiglio di Amministrazione di Class Editori SpA, riunitosi oggi, ha approvato i risultati consolidati
relativi ai primi nove mesi dell’anno.
Il margine operativo lordo (Ebitda) della Casa editrice nei primi nove mesi del 2014 registra un recupero del
38,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-6,47 milioni contro i -10,57 milioni del 2013)
nonostante una diminuzione dei ricavi del 3,4% (57,69 milioni di euro).
I costi operativi dei nove mesi sono diminuiti dell’8,7% (64,16 milioni di euro). Il risultato della gestione
straordinaria al 30 settembre 2014 è positivo per 1,04 milioni di euro (-0,57 milioni di euro nel 2013) mentre
gli oneri finanziari netti sono saliti a 3,35 milioni (2,27 milioni nel 2013) sia per i maggiori debiti antecedenti
l’aumento di capitale di 40 milioni eseguito alla fine di luglio sia per l’aumento dei tassi di interesse bancari.
In una logica di prudenza, gli ammortamenti e le svalutazioni sono stati complessivamente pari a 5,94
milioni di euro contro i 2,93 milioni di euro dei primi nove mesi del precedente esercizio. Per la crescita degli
interessi e i maggiori accantonamenti, il risultato netto di gruppo dei nove mesi, dopo gli interessi di terzi, è
negativo per 15,34 milioni di euro, comunque in miglioramento rispetto ai -16,79 milioni di euro dello stesso
periodo dell’anno precedente.
Il risultato netto ante imposte del solo terzo trimestre (-4,56 milioni) è sostanzialmente in linea rispetto al
trend registrato nei primi sei mesi, nonostante il terzo trimestre sia il periodo congiunturalmente più
negativo dell’anno per i ricavi.
La posizione finanziaria netta della Casa editrice, presenta alla data del 30 settembre 2014 un indebitamento
netto pari a 49,3 milioni di euro, contro i 65,6 milioni al 31 dicembre 2013 ei 74,1 dell’ultima situazione
contabile al 30 giugno 2014.
PRINCIPALI EVENTI ECONOMICO-FINANZIARI DEL PERIODO
I dati di Nielsen relativi al mercato della pubblicità in Italia nel primo semestre del 2014 evidenziano un calo
complessivo del 3,2% In particolare, il settore televisivo ha segnato nei primi nove mesi dell’anno un
pareggio rispetto allo stesso periodo del 2013 (+1,3% nel primo semestre 2013), i mezzi stampa hanno
registrato una diminuzione del 9,7% rispetto ai primi nove mesi del 2013, più accentuata sui quotidiani (-
10,3%) rispetto ai periodici (-8,7%) e con un recupero rispetto all’andamento registrato nello stesso periodo
dello scorso anno (-22,6%). Il settore della radio è diminuito del 3,1% ed i mezzi Internet hanno registrato
una modesta crescita, dello 0,1%.
La raccolta pubblicitaria della Casa editrice, che ha la quota maggiore nei quotidiani, ha avuto un
andamento generalmente migliore di quello del mercato, come si evince dalla tabella seguente: Variazione % pubblicità genn-sett. 2013 – genn.-sett. 2014 Nielsen Class
Stampa quotidiana (10,3) (3,3)
TV 0,0 3,2
Internet 0,1 (1,7)
Per ciò che concerne le diffusioni, MF-Milano Finanza ha registrato nel periodo una diffusione media di circa
70 mila copie (76 mila la media del 2013), Class di circa 60 mila copie (78 mila nel 2013), Capital di 60 mila
copie (72 mila nel 2013).
I cali diffusionali complessivi si accompagnano anche ad un mix di produzione e di vendita che si è
fortemente spostato dalle copie stampate alle copie digitali, con l’effetto da un lato di avere un prezzo medio
di vendita più basso (e di conseguenza minori ricavi diffusionali), ma dall’altro un più che proporzionale
risparmio di costi industriali e distributivi, con un effetto positivo sui margini industriali.
In crescita invece sono i ricavi ascrivibili alle aree della business information, trading online e all’agenzia di
notizie.
MF-Milano Finanza ha completamente rinnovato il proprio sito mobile, sviluppato ora con tecnologia
Responsive che permette ai lettori di fruire di tutti i contenuti e i servizi del sito web in una versione
ottimizzata automaticamente per ogni dispositivo (smartphone, tablet e pc). Grazie anche a questa novità, i
propri lettori complessivi da pc e da mobile sono pari a 1,19 milioni al mese (fonte AudiWeb AWDatabase),
di cui il 31% derivanti da dispositivi mobili, dato superiore ai principali competitor. Nel dettaglio, gli utenti
unici mensili da pc sono stati nel trimestre 805 mila (fonte Audiweb View) con una crescita del 29%, in
fortissima controtendenza rispetto al mercato in generale e ai principali competitor, con un picco a luglio di
905 mila visitator (+ 28,7%). Continua la crescita anche in termini di utenti unici giornalieri, inclusi i giorni
del fine settimana: nei mesi di luglio e agosto del 2014 il traffico da pc è cresciuto del 10,9% rispetto al
secondo trimestre 2013 (fonte AudiWeb AWDatabase), passando da 64.500 a 70.500 utenti unici medi
giornalieri, con un picco a luglio (83 mila, + 22,1% rispetto a luglio 2013). Non è stato possibile effettuare un
confronto sui dati di utenza giornaliera dell’intero trimestre in quanto Audiweb, a causa di ritardi legati alla
nuova metodologia di classificazione dei dati non ha ancora rilasciato i dati ufficiali AWDatabase del mese
di settembre 2014.
Il numero di lettori che seguono in tempo reale le notizie del sito attraverso Twitter è continuato a crescere
nel trimestre, sfiorando le 80 mila unità per MF-Milano Finanza e le 23 mila unità per Italia Oggi. Sia
MF/Mlano Finanza sia Italia Oggi sono leggibili in formato digitale su tutte le piattaforme tablet del mercato
(iPad, Android, Amazon Kindle Fire, Windows 8).
Alla fine del mese di luglio è stato effettuato l’aumento di capitale deliberato il 12 maggio dall’assemblea
degli azionisti di Class Editori, e nonostante le cattive condizioni del mercato borsistico nel periodo, gli
azionisti di minoranza hanno sottoscritto il 42,4% della quota dell’aumento a loro riservata. Il piano
industriale originariamente prevedeva dall’aumento un apporto di risorse finanziarie di 45-50 milioni, scesi
successivamente per la decisione, date le cattive condizioni del mercato dei capitali, di lanciare un aumento
di capitale per 39,8 milioni. La differenza nell’importo e nella tempistica di realizzazione dell’aumento di
capitale hanno imposto una migliore ottimizzazione dell’impiego dei capitali raccolti, (anche) in
collaborazione con gli stakeholder;FATTI DI RILIEVO DEL TRIMESTRE IN CORSO ED EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA
GESTIONE
Il 27 ottobre scorso ha preso avvio la fase operativa della piattaforma cinese di e-commerce B2B, CCIG
MALL, di cui Class Editori e CCeC sono agenti esclusivi e fornitori principali. Il 5 dicembre è prevista la
presentazione della piattaforma a Pechino davanti alle maggiori autorità cinesi.
Nonostante il perdurare della crisi abbia inciso sulla possibilità di raggiungere sinora i risultati previsti dal
piano industriale, ma soprattutto in presenza di un forte e positivo interesse manifestato da alcuni gruppi
media internazionali per operazioni congiunte in alcuni campi di attività della Casa editrice, e alla luce delle
forti potenzialità confermate del nuovo ramo di attività legato all’e-commerce in Cina, il Consiglio ha dato
mandato al vicepresidente e amministratore delegato e ai consiglieri delegati di operare una revisione del
piano industriale.
Per ulteriori informazioni si prega di contattare:
Comunicazione/Investor Relations -
Class Editori
Gian Marco Giura
Tel: 02-58219395
E-mail: gmgiura@class.it
A seguire le tabelle di Conto Economico e di Stato Patri
56 di 137 - 11/12/2014 10:53
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
La posizione finanziaria netta della Casa editrice, presenta alla data del 30 settembre 2014 un indebitamento
netto pari a 49,3 milioni di euro, contro i 65,6 milioni al 31 dicembre 2013 ei 74,1 dell’ultima situazione
contabile al 30 giugno 2014.
57 di 137 - 11/12/2014 15:24
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
ehi..c'e' qualche cinese?
chi complale?
58 di 137 - 12/12/2014 18:13
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
MILANO (MF-DJ)--Asset Italia - Proprieta', valori e prezzi (pagati e
non) delle aziende italiane non e' il classico libro tecnico di finanza
che allontana i lettori perche' scritto con termini ostici, ma
un'esortazione costruttiva a fare, creare, reagire alla situazione
contingente, rivolta agli imprenditori italiani e al pubblico degli
appassionati, che parte dalla finanza sana, di cui illustra gli aspetti
tecnici e l'utilita' reale sgombrando il campo dai molti luoghi comuni che
ne offuscano l'immagine. "Il libro e' rivolto a quelle persone,
imprenditori e non solo, sfiduciate dalle difficolta' attuali, dal
tambureggiante ricorso al termine crisi, usato per giustificare ogni cosa,
dai media e dalla politica su tutti, e a coloro che preferiscono chiedere
assistenza allo Stato e lamentarsi piuttosto che guardare in faccia con
obiettivita' la loro realta' imprenditoriale chiedendosi quali siano le
azioni da compiere, anche quelle non gradite, per ridiventare competitivi,
spiegando come la finanza sia utile in questo processo", spiega Gianni
Tamburi , presidente di Tamburi Investment Partners, autore del libro.
"L'abbiamo scritto perche' facesse da sprone realistico, basato su analisi
e fatti, dati e tabelle, perche' le possibilita' ci sono tutte", continua
Tamburi . "Occorre pero' che si interrompa il circuito che vede alcuni
imprenditori ricchi con le loro aziende povere, perche' questi - se ci
credono - reinvestano nella loro attivita' e affrontino a viso aperto
questioni scomode come il passaggio generazionale e l'apertura ai capitali
esterni".

Nel primo caso fa specie notare, come riporta il volume, che in Italia
le aziende a conduzione familiare sono il 70% del totale, percentuale
superiore del 20% alla media europea, e che il 43% di esse e' guidato da
imprenditori over 60, "una follia, se non opportunamente affrontata,
nell'epoca di internet, in cui i modelli di business vincenti sono quelli
di Facebook, Google, e le tante altre non conosciute al grande pubblico,
fondate da under 30 o addirittura under 25", aggiunge Tamburi . "Se si
considera che il passaggio generazionale nel nucleo familiare perde di
efficacia man mano che si passa di generazione in generazione, si capisce
quanto sia importante chiedersi senza indugio se si e' adatti a guidare
un'azienda nel contesto attuale e se non e' il caso di cercare i
collaboratori, piu' utili e consoni per crescere, fuori del nucleo
familiare e a volte dell'azienda stessa". Come si legge nel libro, in
edicola da domani fino a venerdi' 19 dicembre in abbinata con MF-Milano
Finanza (e dopo per un altro mese), recenti studi sostengono che il
passaggio dalla prima alla seconda generazione in Italia e' superato bene
nel 70% dei casi, mentre quello successivo va a buon fine solo nel 20% dei
casi, e addirittura al 5% per il passaggio dalla terza alla quarta.

L'apertura all'equity e' un'altra nota dolente delle imprese italiane:
in Italia infatti il capitale pesa solo per il 15% della struttura
finanziaria delle imprese rispetto al 24% della Francia, al 28% della
Germania e al 44% del Regno Unito. Ma perche' Tip si e' impegnata nella
scrittura di questo libro, che ha richiesto mesi di lavoro a 15 persone,
oltre che la creazione di un database unico in Italia, che incrocia dati
che vanno dal settore pubblico al m&a, alla borsa e alle ipo?

"Per fare piazza pulita di tanti luoghi comuni ripetuti spesso in modo
acritico dai media e da quanto raccontano supposti esperti quando parlano
di economia e finanza, rendendo poco chiaro quale sia il reale ruolo che
la finanza sana svolge e puo' svolgere per la crescita delle imprese e
dell'Italia nel suo complesso", conclude Tamburi .

La speranza alla base della scrittura del libro, che in 240 pagine
concluse da un utile glossario spazia dalla valutazione delle aziende al
mercato, dal settore lusso-moda-design all'internazionalizzazione delle
imprese, e' sintetizzata nelle righe conclusive: dare stimoli adeguati,
corretti, precisi e ponderati al punto di accendere nei teorici
destinatari, le decine di migliaia di imprenditori attivi in Italia e che
in molti casi hanno fatto si' che il nostro Paese diventasse una delle
maggiori economie industriali del mondo, degli interrogativi, a insinuare
in loro concreti dubbi sul da farsi.
red
59 di 137 - 12/12/2014 19:47
6nove N° messaggi: 22396 - Iscritto da: 03/8/2012
MARKET TALK: Italia ha bisogno di riforme oltre che di Bce (Barclays) 12/12/2014 19:15 - MF-DJ

MILANO (MF-DJ)--"L'implementazione delle riforme strutturali resta essenziale" per l'Italia dal momento che la politica accomodante della Bce puo' sostenere solo un modesto recupero dell'economia. Lo pensano gli analisti di Barclays, dal momento che la Banca centrale europea da sola non puo' riportare la crescita a livelli sostenuti considerando l'alto livello di debito pubblico presente in Italia.

se ne sono accorti adesso...
60 di 137 - 15/12/2014 09:40
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
chi ha notizie sul e.comm cc..?
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