Rcs: aumento non sul tavolo in vertice con banche (milanofinanza.it)
08 Ottobre 2015 - 3:51PM
MF Dow Jones (Italiano)
di Andrea Montanari
Niente aumento di capitale. Lo aveva ribadito a inizio
settimana, in occasione del closing per la vendita della Libri, il
cfo di Rcs Mediagroup, Riccardo Taranto. E pure nell'incontro di
questa mattina con il ceto bancario (Intesa Sanpaolo, Ubi B.,
Mediobanca, Unicredit e B.P.Milano), l'argomento non sarebbe stato
al centro della trattativa. "Non si e' affrontato il tema
dell'aumento di capitale", dicono piu' fonti vicine al dossier.
Ma i vertici dei Rcs, che oggi riunisce il cda per prendere atto
della separazione consensuale dell'amministratore delegato, Pietro
Scott Jovane, scrive milanofinanza.it, hanno chiesto agli istituti
di credito di prendere in considerazione gia' oggi, al momento di
valutare il piano di riscadenziamento del debito e di abbattimento
dei tassi d'interesse, quella che sara' la posizione finanziaria
netta prospettica, ossia dopo l'incasso di 127,5 milioni derivanti
dalla vendita di Rcs Libri a Mondadori. Incasso che effettivamente
avverrà a gennaio, dopo che l'Antitrust avra' valutato e deliberato
sull'operazione di concentrazione che consentirà alla casa editrice
di Segrate di avere il 35% di quota di mercato nel business
librario.
In pratica, i vertici di Rcs chiedono alle banche di considerare
quale indebitamento di partenza, per la rischedulazione dello
stesso, la cifra di 350 milioni, ossia il target previsto per la
posizione finanziaria netta al momento del versamento agli stessi
istituti esposti di gran parte dell'incasso della dismissione della
divisione Libri (90-100 milioni sui 127,5 milioni totali), dei 22
milioni gia' incassati e gia' girati alle banche relativi alla
cessione del 44,5% nel gruppo radiofonico Finelco e dei circa 30
milioni derivanti dalla vendita, che si definirà entro dicembre,
della spagnola Veo Tv.
Ora resta da capire se le banche accetteranno questa richiesta
proveniente da Rcs, in un momento alquanto delicato che segna la
fine dell'epoca-Jovane (durata poco più di 3 anni, visto che il
secondo mandato è stato rinnovato lo scorso giugno). Tanto piu' che
il nodo dell'indebitamento resta forte, visto che il gruppo non sta
dimostrando di raggiungere quelle performance, soprattutto in
termini di ebitda margin, prospettate nel corso degli ultimi anni e
al momento di ottenere dalle banche l'ok alla prima
ristrutturazione del debito che ha portato il gruppo a lanciare
l'aumento di capitale da 400 milioni.
In definitiva, ancora non e' sicuro che la società editrice,
nonostante le ripetute smentite del management, non debba procedere
entro fine anno alla seconda ricapitalizzazione, da 200 milioni,
che nessun azionista, a partire da Fca (16,73%) vuole. Solo Urbano
Cairo (3,67%), forte di una dote di 180 milioni in cassa al suo
gruppo quotato, e' intenzionato, si dice, a procedere alla
ricapitalizzazione.
red
(END) Dow Jones Newswires
October 08, 2015 09:36 ET (13:36 GMT)
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