Il fatto che sia arrivata una seconda offerta da parte di Cdp-Macquarie per Netco, la controllata che raggruppa gli asset infrastrutturali di Tim, è già da sola una notizia che ha permesso a Piazza Affari di tornare a spingere il titolo Telecom Italia che ieri ha chiuso sui massimi da sei mesi, in rialzo del 3,14% a 0,318 euro. E' evidente che avere due potenziali pretendenti per una stessa società dovrebbe portare il prezzo a salire. Un ragionamento valido a maggior ragione considerando che salvo sorprese il cda di Tim giudicherà anche l'offerta di Cdp-Macquarie, come quella di Kkr, non soddisfacente.

Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che da quello che risulta, anche se la situazione è ancora in evoluzione, il board del 15 probabilmente inizierà ad affrontare il dossier, ma difficilmente prenderà decisioni. Più facile che si convochi un nuovo consiglio venerdì 31 e non è nemmeno detto che in quella occasione i consiglieri arrivino a una decisione. Quello che filtra dalle prime analisi è che anche l'offerta di Cdp-Macquarie andrebbe migliorata. Una prima riflessione è abbastanza semplice: la nuova proposta mette sul piatto complessivamente una valutazione di Netco simile a quella di Kkr. Si resta intorno a 20 miliardi e se quindi il board Tim ha chiesto di migliorare la prima è verosimile pensare che anche la seconda subirà la stessa sorte.

Le due offerte hanno alcune differenze. La proposta di Cdp-Macquarie prevederebbe una parte di equity più consistente e una valutazione inferiore di Fibercop, la società della fibra controllata da Tim, di cui Kkr controlla quasi il 38%. In sostanza, la nuova offerta garantirebbe un incasso maggiore a Tim, ma come qualcuno fa notare implicherebbe anche un maggior debito a carico di Servco (la società che rimarrebbe post cessione della rete). Spetterà a consiglieri e advisor stabilire se questa impostazione sia preferibile a quella del fondo americano.

Ci sarebbero poi altri scogli da superare. In primis il gradimento di Kkr alla proposta Cdp-Macquarie, che appunto valuta la quota in Fibercop meno del fondo Usa. C'è poi il tema della posizione di Cdp, che è offerente da una parte insieme a Macquarie, ma dall'altra è azionista della società che vende.

In questo scenario resta da capire se alla fine il cda Tim sceglierà di proseguire in esclusiva con Kkr o con Cdp Macquarie. Tutto questo al netto di altre due variabili: le scelte del governo e le valutazioni di Vivendi, primo azionista di Telecom con il 24%. Dal punto di vista politico, la sensazione è che la partita su Netco non sia finita e che l'intervento dell'esecutivo potrebbe farsi sentire e cambiare almeno parzialmente le carte in tavola. Quanto a Vivendi, se è vero che la valutazione di Netco di 31 miliardi sembra a molti analisti troppo alta, è altrettanto vero che quella attuale di 18-20 non potrà di sicuro smuovere i francesi. E anche per questo l'unica soluzione immaginabile è che alla fine il prezzo si alzi.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

March 07, 2023 02:30 ET (07:30 GMT)

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