(di Luca Carrello - Milanofinanza.it)

C'è anche l'introduzione della settimana di quattro giorni lavorativi dietro lo smarcamento di Intesa Sanpaolo dall'Abi nella trattativa sul rinnovo del contratto nazionale. Da gennaio i dipendenti della banca guidata dal ceo Carlo Messina possono scegliere di lavorare quattro giorni invece che cinque. Sulle nuove modalità Intesa Sanpaolo ha trovato l'accordo solo con i sindacati che rappresentano i lavoratori delle compagnie assicurative del gruppo (Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia). Il personale del settore bancario, quindi, può beneficiare della settimana corta, ma senza la copertura assicurata dall'accordo con le associazioni di categoria.

Intesa Sanpaolo giustifica lo smarcamento dall'Abi adducendo le dimensioni del gruppo e l'elevato numero di dipendenti: «L'adesione ad Abi resta comunque confermata». La banca spiega di voler portare al tavolo della trattativa in prima persona le sue peculiarità: l'obiettivo è garantire maggiore flessibilità ai 74mila dipendenti, così da migliorarne la produttività. Ecco perché a gennaio Intesa Sanpaolo ha offerto la possibilità di lavorare quattro giorni la settimana invece che cinque. La scelta non è definitiva: il lavoratore può decidere volta per volta in accordo con i superiori. In caso di settimana corta la giornata lavorativa si allunga e diventa di nove ore, a parità di retribuzione. Il nuovo modello organizzativo si applica solo al personale della struttura di governance, che non opera a stretto contatto col pubblico. Inoltre, è partita una sperimentazione in 200 filiali.

I sindacati fanno sapere di non esser contrari alla settimana lavorativa di quattro giorni, prevista dal contratto nazionale sin dal 1999. L'accordo con Intesa è saltato su tutto il «pacchetto», che comprende anche lo smart working. Le associazioni di categoria temono che le nuove modalità portino a un eccessivo sovraccarico del lavoratore e chiedono flessibilità perché nove ore al giorno potrebbero essere troppe per chi ha figli. L'obiettivo a cui puntare, quindi, è lavorare un giorno in meno senza allungamenti di orario. Inoltre, per i sindacati bancari va evitato che la lontananza dal posto di lavoro trasformi i dipendenti in un numero per l'azienda. Ecco perché andrebbero evitate le sperimentazioni al di fuori degli accordi sindacali, che riducono le tutele e espongono al rischio di licenziamenti futuri. Su questi punti, spiegano i sindacati, Intesa non ha fornito precisazioni.

"Per quanto riguarda la situazione tra Intesa Sanpaolo e Abi, lavoreremo tutti per trovare una positiva soluzione", dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da Tg3 Piazza Affari. "Noi non siamo contrari alla settimana corta, anzi la sosteniamo con convinzione, anche perché l'abbiamo sottoscritta già nel 1999 in un contratto nazionale. Un aspetto però deve essere chiaro: non accetteremo mai imposizioni e diktat. Mi auguro, infine, che il dottor Carlo Messina rimanga alla guida del gruppo ancora per molti anni, ma lo invito ad ascoltare le considerazioni disinteressate di chi ha il suo stesso obiettivo: la crescita della banca e il benessere dei suoi dipendenti".

Il segretario nazionale dell'Uilca con delega al settore assicurativo, Emanuele Bartolucci, spiega le ragioni dell'accordo con Intesa Sanpaolo. "Il nostro contratto era più rigido rispetto a quello applicato nel settore bancario. Abbiamo trovato l'intesa sulla settima corta per rendere più flessibili le condizioni di lavoro dei nostri iscritti e permettergli di coniugare vita e lavoro". Bartolucci precisa però che quello raggiunto con Intesa rappresenta solo un punto di partenza: "La settimana corta è una sperimentazione, servirà quindi un confronto continuo con la banca per capire cosa migliorare e cosa correggere".

Del resto, esistono una serie di rischi per i lavoratori. "Va evitato il sovraccarico e dobbiamo impedire che le 9 ore si trasformino in 10/11 al giorno. Ai dipendenti anche in smart working va garantita la disconnessione dal posto di lavoro". Il giudizio sulla settimana corta resta comunque positivo. Anzi, la Uilca auspica che possa essere presto esteso ai dipendenti del comparto bancario. "È una sfida che va accettata e mi auguro che Intesa trovi un accordo con Abi. Auspichiamo inoltre di poter passare al passo successivo: la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario come nel Nord Europa. L'importante è che le aziende non procedano da sole: senza la tutela sindacale pagheranno i lavoratori in caso di imprevisti".

Intesa Sanpaolo è la prima Italia a introdurre i quattro giorni di lavoro. Anche l'unica, perché nessuna delle altre grandi banche italiane sembra volerla seguire. A Unicredit il tema non è all'ordine del giorno. L'istituto di credito fa sapere di aver aumentato a due i giorni di smart working per i dipendenti non a contatto con il pubblico. A chi lavora nelle filiali, invece, sono stati concessi cinque giorni l'anno di smart learning (formazione), con l'obiettivo futuro di accrescere ancora la flessibilità. Ogni accordo in tal senso, precisa inoltre Unicredit, verrà preso con i sindacati per non lasciare i dipendenti privi di rappresentanza e tutele.

La settimana corta non è allo studio nemmeno di Banco Bpm. Per migliorare la qualità del lavoro la banca spiega di aver già riconosciuto un premio welfare di 1.500 euro al personale inquadrato nelle categorie delle aree professionali e dei quadri direttivi. Dopo il confronto con le organizzazioni sindacali, Banco Bpm ha firmato un accordo sul lavoro agile - a favore della sede centrale - e uno sullo smart learning - a vantaggio della rete commerciale - con l'obiettivo di promuovere lo svolgimento delle attività formative al di fuori dei locali della banca.

La settimana lavorativa di quattro giorni non è un tema centrale nemmeno tra le compagnie assicurative. Il motivo? I dipendenti del settore lavorano già quattro giorni e mezzo perché il venerdì pomeriggio gli uffici sono chiusi. A conti fatti, quindi, il personale assicurativo è operativo 37 ore alla settimana, contro le 36 ore dei lavoratori di Intesa. Le compagnie, inoltre, puntano forte sullo smart working. Il modello più interessante è quello di Allianz. I dipendenti formano delle coppie e scelgono come alternarsi: l'importante è che almeno uno dei due sia presente fisicamente in sede.

Generali invece fa lavorare tutto il personale da casa il venerdì. «Ad oggi abbiamo oltre il 95% dei dipendenti in smart working», commenta Gianluca Perin, country general manager di Generali Italia. «La compagnia ha previsto l'erogazione di contributi economici per migliorare le postazioni di lavoro da casa, oltre a una indennità forfettaria annuale per contribuire alle spese di connettività, nonché il mantenimento dei buoni pasto in tutti i giorni lavorativi, inclusi quelli svolti a casa». Unipol, infine, ricorda che i dipendenti del settore assicurativo lavorano già mezza giornata in meno, quindi chiede di essere presenti fisicamente in ufficio cinque giorni su sette.

red

MF-DJ NEWS

0319:33 mar 2023

 

(END) Dow Jones Newswires

March 03, 2023 13:34 ET (18:34 GMT)

Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Allianz (TG:ALV)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Allianz
Grafico Azioni Allianz (TG:ALV)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Allianz