Intesa Sanpaolo: dietro smarcamento da Abi c'è anche settimana corta (milanofinanza.it)
03 Marzo 2023 - 7:49PM
MF Dow Jones (Italiano)
(di Luca Carrello - Milanofinanza.it)
C'è anche l'introduzione della settimana di quattro giorni
lavorativi dietro lo smarcamento di Intesa Sanpaolo dall'Abi nella
trattativa sul rinnovo del contratto nazionale. Da gennaio i
dipendenti della banca guidata dal ceo Carlo Messina possono
scegliere di lavorare quattro giorni invece che cinque. Sulle nuove
modalità Intesa Sanpaolo ha trovato l'accordo solo con i sindacati
che rappresentano i lavoratori delle compagnie assicurative del
gruppo (Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia). Il personale del settore
bancario, quindi, può beneficiare della settimana corta, ma senza
la copertura assicurata dall'accordo con le associazioni di
categoria.
Intesa Sanpaolo giustifica lo smarcamento dall'Abi adducendo le
dimensioni del gruppo e l'elevato numero di dipendenti: «L'adesione
ad Abi resta comunque confermata». La banca spiega di voler portare
al tavolo della trattativa in prima persona le sue peculiarità:
l'obiettivo è garantire maggiore flessibilità ai 74mila dipendenti,
così da migliorarne la produttività. Ecco perché a gennaio Intesa
Sanpaolo ha offerto la possibilità di lavorare quattro giorni la
settimana invece che cinque. La scelta non è definitiva: il
lavoratore può decidere volta per volta in accordo con i superiori.
In caso di settimana corta la giornata lavorativa si allunga e
diventa di nove ore, a parità di retribuzione. Il nuovo modello
organizzativo si applica solo al personale della struttura di
governance, che non opera a stretto contatto col pubblico. Inoltre,
è partita una sperimentazione in 200 filiali.
I sindacati fanno sapere di non esser contrari alla settimana
lavorativa di quattro giorni, prevista dal contratto nazionale sin
dal 1999. L'accordo con Intesa è saltato su tutto il «pacchetto»,
che comprende anche lo smart working. Le associazioni di categoria
temono che le nuove modalità portino a un eccessivo sovraccarico
del lavoratore e chiedono flessibilità perché nove ore al giorno
potrebbero essere troppe per chi ha figli. L'obiettivo a cui
puntare, quindi, è lavorare un giorno in meno senza allungamenti di
orario. Inoltre, per i sindacati bancari va evitato che la
lontananza dal posto di lavoro trasformi i dipendenti in un numero
per l'azienda. Ecco perché andrebbero evitate le sperimentazioni al
di fuori degli accordi sindacali, che riducono le tutele e
espongono al rischio di licenziamenti futuri. Su questi punti,
spiegano i sindacati, Intesa non ha fornito precisazioni.
"Per quanto riguarda la situazione tra Intesa Sanpaolo e Abi,
lavoreremo tutti per trovare una positiva soluzione", dichiara il
segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato
da Tg3 Piazza Affari. "Noi non siamo contrari alla settimana corta,
anzi la sosteniamo con convinzione, anche perché l'abbiamo
sottoscritta già nel 1999 in un contratto nazionale. Un aspetto
però deve essere chiaro: non accetteremo mai imposizioni e diktat.
Mi auguro, infine, che il dottor Carlo Messina rimanga alla guida
del gruppo ancora per molti anni, ma lo invito ad ascoltare le
considerazioni disinteressate di chi ha il suo stesso obiettivo: la
crescita della banca e il benessere dei suoi dipendenti".
Il segretario nazionale dell'Uilca con delega al settore
assicurativo, Emanuele Bartolucci, spiega le ragioni dell'accordo
con Intesa Sanpaolo. "Il nostro contratto era più rigido rispetto a
quello applicato nel settore bancario. Abbiamo trovato l'intesa
sulla settima corta per rendere più flessibili le condizioni di
lavoro dei nostri iscritti e permettergli di coniugare vita e
lavoro". Bartolucci precisa però che quello raggiunto con Intesa
rappresenta solo un punto di partenza: "La settimana corta è una
sperimentazione, servirà quindi un confronto continuo con la banca
per capire cosa migliorare e cosa correggere".
Del resto, esistono una serie di rischi per i lavoratori. "Va
evitato il sovraccarico e dobbiamo impedire che le 9 ore si
trasformino in 10/11 al giorno. Ai dipendenti anche in smart
working va garantita la disconnessione dal posto di lavoro". Il
giudizio sulla settimana corta resta comunque positivo. Anzi, la
Uilca auspica che possa essere presto esteso ai dipendenti del
comparto bancario. "È una sfida che va accettata e mi auguro che
Intesa trovi un accordo con Abi. Auspichiamo inoltre di poter
passare al passo successivo: la riduzione dell'orario di lavoro a
parità di salario come nel Nord Europa. L'importante è che le
aziende non procedano da sole: senza la tutela sindacale pagheranno
i lavoratori in caso di imprevisti".
Intesa Sanpaolo è la prima Italia a introdurre i quattro giorni
di lavoro. Anche l'unica, perché nessuna delle altre grandi banche
italiane sembra volerla seguire. A Unicredit il tema non è
all'ordine del giorno. L'istituto di credito fa sapere di aver
aumentato a due i giorni di smart working per i dipendenti non a
contatto con il pubblico. A chi lavora nelle filiali, invece, sono
stati concessi cinque giorni l'anno di smart learning (formazione),
con l'obiettivo futuro di accrescere ancora la flessibilità. Ogni
accordo in tal senso, precisa inoltre Unicredit, verrà preso con i
sindacati per non lasciare i dipendenti privi di rappresentanza e
tutele.
La settimana corta non è allo studio nemmeno di Banco Bpm. Per
migliorare la qualità del lavoro la banca spiega di aver già
riconosciuto un premio welfare di 1.500 euro al personale
inquadrato nelle categorie delle aree professionali e dei quadri
direttivi. Dopo il confronto con le organizzazioni sindacali, Banco
Bpm ha firmato un accordo sul lavoro agile - a favore della sede
centrale - e uno sullo smart learning - a vantaggio della rete
commerciale - con l'obiettivo di promuovere lo svolgimento delle
attività formative al di fuori dei locali della banca.
La settimana lavorativa di quattro giorni non è un tema centrale
nemmeno tra le compagnie assicurative. Il motivo? I dipendenti del
settore lavorano già quattro giorni e mezzo perché il venerdì
pomeriggio gli uffici sono chiusi. A conti fatti, quindi, il
personale assicurativo è operativo 37 ore alla settimana, contro le
36 ore dei lavoratori di Intesa. Le compagnie, inoltre, puntano
forte sullo smart working. Il modello più interessante è quello di
Allianz. I dipendenti formano delle coppie e scelgono come
alternarsi: l'importante è che almeno uno dei due sia presente
fisicamente in sede.
Generali invece fa lavorare tutto il personale da casa il
venerdì. «Ad oggi abbiamo oltre il 95% dei dipendenti in smart
working», commenta Gianluca Perin, country general manager di
Generali Italia. «La compagnia ha previsto l'erogazione di
contributi economici per migliorare le postazioni di lavoro da
casa, oltre a una indennità forfettaria annuale per contribuire
alle spese di connettività, nonché il mantenimento dei buoni pasto
in tutti i giorni lavorativi, inclusi quelli svolti a casa».
Unipol, infine, ricorda che i dipendenti del settore assicurativo
lavorano già mezza giornata in meno, quindi chiede di essere
presenti fisicamente in ufficio cinque giorni su sette.
red
MF-DJ NEWS
0319:33 mar 2023
(END) Dow Jones Newswires
March 03, 2023 13:34 ET (18:34 GMT)
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