La Brexit sta costando cara alla Gran Bretagna. Non tanto al Ftse 100, il maggiore indice azionario del Paese, rimasto ai livelli di febbraio 2020, ma su fronte del governo (la crisi del premier Liz Truss che ha quasi mandato all'aria il sistema dei fondi pensione) e dell'economia reale.

Oggi, scrive Milano Finanza-MF, sono 4,3 milioni i bambini poveri in Inghilterra, secondo l'associazione Children Society, e con la crisi energetica e l'inflazione nel 2023 potrebbero arrivare a 5 milioni. Anche il mondo finanziario soffre, la City ha perso centralità con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Secondo Paolo Besio, partner responsabile della fiscalità internazionale di Bernoni Grant Thornton, «molti gruppi finanziari hanno lasciato Londra e trasferito gli uffici in Irlanda, Amsterdam, Lussemburgo, Francoforte, Parigi, anche a Milano». Si tratta di «900 miliardi di euro di asset bancari spostati da Londra ad altre piazze europee. Diversi report recenti mettono in evidenza anche la conseguente perdita di posti di lavoro qualificati che si aggira attorno a 460.000 cittadini comunitari che hanno lasciato il Regno Unito nei settori finanziario, commerciale, del turismo».

Sul costo pesante della Brexit il Financial Times ha aperto una sezione a parte, nella quale scrive che quasi tre anni dopo che la Gran Bretagna ha lasciato l'Ue, gli economisti hanno raggiunto un punto di accordo: «la Brexit ha notevolmente peggiorato la performance economica del Paese».

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

February 01, 2023 02:31 ET (07:31 GMT)

Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.