Economia: va nazionalizzato il 10% del pil (MF)
26 Marzo 2020 - 8:31AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Leggo e ascolto in questi giorni con molta attenzione le varie
ricette di economisti e politici su come evitare che l'economia
italiana cada in una spirale da grande recessione. Ma mi sembrano
tutte ricette datate, che non tengono conto di una situazione
assolutamente senza precedenti". A parlare è Vincenzo Manes,
fondatore di Intek Group e amministratore delegato di Kme, leader
mondiale nel campo del rame nonché filantropo convinto (è
l'ideatore di Dynamo Camp e presidente della Fondazione Italia
Sociale). A lui MF-Milano Finanza ha chiesto un'opinione sulle
misure da prendere immediatamente per dare ossigeno
all'economia.
Domanda. Perché sono datate?
Risposta. Perché sono le stesse misure ideate dopo gli attentati
alle Torri Gemelle e dopo la crisi del 2008, in cui si pensava a
una crisi strutturale da dover affrontare. Questa del Covid-19 è
ben diversa.
D. In che senso?
R. Dal punto di vista puramente economico e delle imprese - non
voglio offendere nessuno - è più simile a un improvviso stato
letargico, un attacco di narcolessia in cui per tre mesi l'intera
economia si ferma, come addormentata. Dal punto di vista
strutturale, con qualche eccezione di cui accenno dopo, non è
cambiato nulla rispetto a due mesi fa.
D. Si moltiplicano invece le previsioni di un cambiamento
epocale, che investirà lo stile di vita di tutti e di conseguenza
modificherà profondamente il novero di beni e servizi offerti
attualmente.
R. Dissento rispettosamente da queste previsioni. Al contrario,
dopo un po' di tempo in cui si avrà ancora legittimamente timore di
tornare alla vita precedente, si creerà un clima di grande
entusiasmo, quasi da Dopoguerra italiano degli anni 50, con la
differenza che non ci sarà da ricostruire dalle macerie. Vi sarà
una gran voglia di fare, di ripartire, di tornare alla vita sociale
che c'era prima. Ecco perché l'aiuto dello Stato va ripensato.
D. Qual è la sua proposta?
R. Lo Stato dovrebbe in un certo senso nazionalizzare tre mesi
di pil. Mi spiego meglio: oggi tutte le aziende sono ferme, con
fatturato zero e quasi tutti i costi sul groppone. Bene; anziché
operare dal lato del sostegno dei costi e quindi con manovre
complicate sulla cassa integrazione eccetera, lo Stato dovrebbe
agire dal lato dei ricavi e dire alle aziende: questi tre mesi di
fatturato, per un ammontare uguale a quello dello scorso anno, ve
li pago io. A quel punto le imprese, rassicurate dal lato dei
ricavi, pagherebbero regolarmente il personale e pagherebbero anche
l'altro 50% dei costi, che invece il governo dimentica nelle sue
misure.
D. Ma che forma prenderebbe questo pagamento?
R. Stiamo parlando di cifre importanti. Prendo la stima fatta da
Goldman Sachs: un 10% di pil, quindi 180 miliardi. Lo Stato ne ha
finora stanziati 25, quindi ne mancano 155. Guardiamo a quanto sta
facendo la Francia, che ha stanziato 300 miliardi con una serie di
prestiti, garantiti dallo Stato, pari a tre mesi di fatturato o a
due anni di monte salariale delle aziende. Per l'Italia, che
dipende molto di più della Francia dal credito bancario, è
possibile ipotizzare un prestito alle aziende a termine molto
lungo, 30 anni, come se fosse un mutuo, garantito dallo Stato.
D. E lo Stato i soldi dove li trova?
R. Per il momento c'è la possibilità di indebitarsi al di fuori
delle norme del Patto di Stabilità. Poi vediamo: se si convincono
gli arcigni Paesi anseatici a mutualizzare un debito comune, allora
i soldi verranno da lì.
D. Altrimenti?
R. Altrimenti - e so che qui non mi faccio molti amici - penso
che una Nazione come la nostra abbia le risorse interne per
finanziare una manovra del genere. Il Piano Marshall ce lo facciamo
da soli, con un commissario all'emergenza economica e chiedendo
agli italiani di finanziare questo importo (che poi sarà inferiore
a 155 miliardi, perché scenderà per i contributi, i profitti
ottenuti e le relative tasse eccetera) sottoscrivendo un prestito a
lungo termine pari al 2,5-3% sulle ricchezze finanziarie di
famiglie, imprese e fondi previdenziali. Questa massa di soldi
affluirà in un fondo - chiamiamolo «Ghiro Fund» per restare in tema
letargo - gestito dal commissario ad hoc che poi ripagherà nel
tempo lo Stato o la Ue. Sarebbe un segnale fortissimo nei confronti
dei partner europei e una vera dimostrazione di patriottismo. Ma,
ripeto, per l'immediato si può agire con la strumentazione
esistente.
D. Diceva che non tutta l'economia è solo in letargo...
R. Sì, effettivamente ci sono settori anche cruciali, come
turismo, trasporto aereo o crociere, che ci metteranno di più a
riprendersi, e queste vanno aiutate di più. Ma per il resto è
inutile mettersi a fare distinzioni perché, una volta passata la
paura, tutta l'attività economica ripartirà come e più di prima. Ne
sono certo; basta vedere quello che sta succedendo in Cina, Corea o
Giappone.
MF-DJ NEWS
2608:15 mar 2020
(END) Dow Jones Newswires
March 26, 2020 03:16 ET (07:16 GMT)
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