Forse qualche errore l'abbiamo fatto, e qualche difficoltà
l'avremmo dovuta affrontare prima, ma se guardo indietro vedo che
abbiamo offerto ai soci il ritorno complessivo più alto del
settore, circa il 108% dal 2016. Insomma: siamo stati i
migliori».
L'ad delle Generali, Philippe Donnet, partecipa alla terza
edizione del Festival delle Assicurazioni dagli studi di ClassCnbc
mentre è impegnato a scrivere il nuovo piano industriale che
presenterà il prossimo 15 dicembre e mentre intorno al sul ruolo si
gioca la battaglia sulla futura governance della compagnia.Il top
manager coglie l'occasione per rivendicare i successi, ma
soprattutto per dimostrare di voler continuare a guardare avanti:
«dopo i due piani industriali che ho curato, il primo di turnaround
e il secondo d'ottimizzazione, ora prepariamo un piano di
sostanziale trasformazione» anticipa. Con una decisa accelerazione
sulla transizione digitale e nel campo dell'asset management.
«Stiamo ancora lavorando ai dettagli - prosegue - e non posso dire
di più, ma si tratta di un piano molto ambizioso». Continuità e
innovazione, quindi, con l'apertura di nuovi settori di business,
in Europa, ma anche in Italia.
Domanda. Donnet, partiamo da qui: la Commissione Europea ha
appena autorizzato l'opa su Cattolica. L'offerta chiude il 29. Cosa
cambierà per Generali con l'acquisizione?
Risposta. Per noi il vantaggio è molto chiaro: eravamo il numero
uno in Italia nel settore Vita, ma non nel settore Danni. Con
questa operazione lo diventeremo. L'Italia è uno dei più importanti
mercati assicurativi in Europa e per noi è importante un ulteriore
rafforzamento.
D. E per clienti e azionisti?
R. Ci saranno benefici per tutti. Abbiamo previsto che Cattolica
e Generali insieme, con la capacità di fare nuove sinergie e
offrire nuovi servizi, garantiranno vantaggi a tutti gli
stakeholder.
D. Quali servizi?
R. Stiamo pensano di sviluppare un nuovo prodotto Salute, grazie
a una piattaforma di servizi, e a un nuovo prodotto di
assicurazione auto, molto innovativo. E poi l'accordo industriale è
già vantaggioso per tutti, e prevede Internet of Things e asset
management.
D. A proposito di asset management. Quanto conterà nel futuro
del gruppo?
R. Quattro anni fa eravamo in una situazione un po' strana: un
leader dell'assicurazione Vita che non aveva strategia nell'asset
management. Ora abbiamo implementato la nostra piattaforma multi
boutique, che esisteva nel settore bancario, ma è unica in quello
assicurativo. Il risultato operativo è cresciuto di circa il 40% a
fine giugno e raggiunge quasi 300 milioni sull'asset management. È
importante, perché non vogliamo essere solo un gruppo
d'assicurazione, ma di assicurazione e asset management.
D. Come stanno andando i rami Danni e Vita?
R. A giudicare dalla semestrale crescono tutte le linee di
business, e soprattutto il ramo Vita, con una raccolta netta molto
importante, soprattutto per la qualità. A gennaio, poi, abbiamo
registrato una crescita importante del ramo Danni e dei premi
Malattia. La Protection è molto importante, e rappresenta una buona
parte dei nostri risultati.
D. Parliamo anche di acquisizioni. Negli ultimi anni avete
puntato sull'Europa, con operazioni mirate di medie
dimensioni...
R. Nel nostro settore abbiamo bisogno di mercati ricchi e con
popolazione abbastanza vecchia. L'Europa è così e questo crea
opportunità interessanti. E poi l'Europa è casa nostra.
D. Ma qui vede ancora spazi per crescere?
R. Siamo leader in Europa, ma non in tutti i Paesi del
continente. Quindi c'è ancora spazio per crescere, sia in modo
organico che tramite M&A.
D. Come in Portogallo e in Grecia?
R. Si. La cosa importante, in tutti i mercati, è avere posizioni
molto forti. Non funziona mai avere piccole compagnie con basse
quote di mercato. Per questo abbiamo lavorato in Portogallo e
Grecia per diventare i numeri due in entrambi i Paesi. E abbiamo
fatto tante acquisizioni in Europa centrale e dell'Est, proprio per
rafforzare le nostre posizioni.
D. La crescita economica oggi è concentrata in Asia...
R. Lì abbiamo fatto un'acquisizione importante in Malesia, dove
avevamo una quota di minoranza in una piccola società. La ratio è
la stessa: vogliamo rafforzare la nostra posizione. A differenza
dell'Europa, si tratta di aree con popolazione giovane e crescita
più sostenuta, ma questo non significa che sia più facile fare
assicurazione. Però è importante anche lì avere posizioni
forti.
D. Come vede la ripartenza? Come sarà l'economia dopo la
pandemia?
R. Grazie ai vaccini stiamo arrivando a una ripresa economica
globale. C'è un quadro economico favorevole, con una politica
monetaria espansiva e io rimango fiducioso. Ovviamente queste
politiche di agevolazione prima o poi dovranno finire e noi dovremo
camminare senza stampelle.
D. Inflazione, scarsità di materie prime e prezzi dell'energia
iniziano a creare turbolenze. Si aspetta un impatto sull'attività
della compagnia?
R. Abbiamo un business molto diversificato, con assicurazione
Vita, Malattia, Protection, Danni e anche Asset Management. Per
questo non temiamo i cicli economici negativi: quando le persone
non spendono e le aziende non investono, risparmiano. E noi
gestiamo il risparmio. Nel ciclo contrario, invece, guadagniamo nel
ramo Danni. Attualmente, inoltre, entrambe queste condizioni sono
un po' presenti, e questo accelera la nostra crescita. Ecco perché
sono molto fiducioso.
D. La prossima sfida riguarda la transizione sostenibile...
R. Siamo pronti. Per noi dare un importante contributo
finanziario a questo processo non è più una scelta, ma un dovere.
Tra il 2021 e il 2025 abbiamo deciso di investire tra 8,5 e 9,5
miliardi. E abbiamo anche superato l'obbiettivo che ci eravamo
posti entro il 2021 di puntare in questo settore 4,5 miliardi.
Siamo arrivati a sei e nel contempo abbiamo accelerato il
disinvestimento nel settore carbonifero
D. In concreto, quali saranno i vostri prossimi passi?
R. Siamo parte della Net Zero Asset Owner Alliance, quindi
vogliamo rendere il nostro portafogli e la politica di investimento
carbon neutral entro il 2050. Però crediamo anche che debbano
esserci delle tappe intermedie, altrimenti il processo rimane
teorico troppo a lungo. Ecco perché, già entro il 2025, ci siamo
impegnati a ridurre del 25% le emissioni del nostro portafogli. Su
tutto questo stiamo compiendo passi avanti importanti.
red
MF-DJ NEWS
2509:02 ott 2021
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October 25, 2021 03:03 ET (07:03 GMT)
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