Oggi l'Authority delle comunicazioni decide sulla quota congelata di Vivendi in Mediaset. Agcom nel consiglio deciderà il da farsi annullando la delibera, sospendendola senza revocarla oppure rimandando la palla al Tar. In gioco ci sono i tempi di Vivendi per riottenere piena disponibilità del proprio 28,8% in Mediaset. La decisione dei giudici del Lussemburgo rende però necessario in generale intervenire sul sistema tv italiano.

Lo scrive Il Sole 24 Ore dopo che la Corte Ue - stabilendo che la norma italiana impedisce ai francesi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset è contraria al diritto dell'Ue - ha legittimato il gruppo di Bollorè a detenere direttamente la quota del 28,8% detenuta da anni nel capitale del Biscione e invece, congelata in parte (19,19%) in un trust, SimonFiduciaria, dal 2017 in seguito alla disposizione dell'Agcom che ha applicato la Legge Gasparri e in particolare il Tusmar sulle partecipazioni rilevanti e incrociate nel sistema radio-tv: Vivendi è, infatti, il primo azionista di Tim (23,9%) e il secondo socio di Mediaset (28,8%).

Per andare avanti su qualsiasi progetto di internazionalizzazione di Mediaset, senza incappare nell'ennesimo scontro con il socio francese Vivendi, va cercata un'intesa. Il confronto fra Mediaset e Vivendi, che Borsa e investitori da varie sedute fanno capire di intendere come unica via possibile, inizia a prendere ufficialmente corpo. Nel corso di un'informativa al Cda di Mediaset è stato confermato che nei prossimi giorni si terrà un colloquio telefonico fra l'a.d. Mediaset Pier Silvio Berlusconi e il ceo Vivendi Arnaud de Puyfontaine che potrebbe riaprire un dialogo interrotto sul piano del confronto "amichevole" da tempo, con le parti in causa da quattro anni. Ma questo colloquio, segnalano alcune fonti, difficilmente potrà produrre passi avanti formali. Le ferite, su entrambi i fronti, sono ancora aperte, e l'intenzione, almeno nel breve, è far sedimentare le cose per provare poi a riavviare una dialettica costruttiva.

Sullo sfondo, oltre all'accordo su cui il mercato per ora scommette, resta l'interesse di Mediaset per il capitolo banda ultralarga, visto che la sentenza della Corte Ue fa cadere il divieto di incroci fra Tim e Mediaset. Tuttavia come il Biscione anche in Rai si sta studiando il dossier. Domani, nel primo Cda dopo la pausa estiva, l'ordine del giorno prevede una relazione sul tema del Cto Rai Stefano Ciccotti. E il punto di approdo potrebbe essere un mandato all'a.d. Fabrizio Salini a prendere contatti con Cdp - che in questa partita rappresenta la parte "pubblica" e sul tavolo agisce sia da azionista di Tim sia di Open Fiber - per capire se e in che modo partecipare alla discussione su AccessCo: la rete unica in cui far "sposare" Tim e Open Fiber, o per dire più correttamente FiberCop (e quindi asset Tim uniti in parte ad asset di Fastweb) e la controllata di Enel e Cdp.

pev

 

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September 09, 2020 03:17 ET (07:17 GMT)

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