Che il sistema moda faticherebbe a reggere una seconda
crisi è abbastanza prevedibile. La pandemia ha evidenziato non
solo la
necessità di ridisegnare la geografia della produzione, inclusi
modelli di
business e timing, ma ha determinato anche una rivoluzione del
modo di
fare shopping.
Ecco perché, dopo il recente monito di Diego della Valle sulla
necessità
di rilanciare il lifestyle italiano, Matteo Lunelli, presidente
di
Fondazione Altagamma, ha fatto appello al Recovery fund stilando
un
position paper di dieci raccomandazioni aventi come focus la
ripresa
dell'alto di gamma italiano. Stefania Lazzaroni, direttore
generale della
fondazione che da quasi 30 anni anni riunisce le imprese
dell'alta
industria culturale e creativa tricolore, ha spiegato a MFF
quali saranno
i futuri scenari per il comparto all'indomani di un nuovo
inasprimento
della pandemia.
Altagamma si è riunita con i rappresentanti politici europei
per
discutere dello sviluppo del lusso. Cosa ne è emerso?
A luglio abbiamo incontrato il ministro degli Affari europei
Vincenzo
Amendola e in quell'occasione gli abbiamo rivolto una sintesi
delle
istanze prioritarie per il mondo Altagamma. Fra queste, il
riconoscimento
dell'industria come eurocentrica e la sua valorizzazione come
asset
strategico per Italia ed Europa. Abbiamo poi condiviso che, in
merito al
piano di investimenti dell'Europa a supporto delle imprese, le
priorità
debbano essere la digitalizzazione, la sostenibilità, un nuovo
focus sulla
formazione anche manifatturiera e un rilancio del turismo di
alta gamma
che è responsabile per il 60% degli acquisti di beni di lusso.
Il Covid-19
non ha fatto che rendere più rilevanti questi aspetti, specie
per il
digitale, che ha subito un'accelerazione importante determinando
il
cambiamento del business model di tante aziende. Come sappiamo,
però, se
vogliamo davvero aiutare le aziende a innovarsi dobbiamo poter
contare su
talenti per gestire queste nuove sfide ed è qui che si colloca
la
necessità di potenziare la formazione.
Nella vostra ultima campagna Manifesto si parla dei talenti del
fare.
Valorizzare i mestieri tecnici potrebbe dare un boost
all'industria
creativa italiana?
Siamo il Paese europeo che ha minori investimenti nella
formazione
universitaria e nelle professioni tecnico-professionali, e in
generale c'è
una forte carenza di lavori manifatturieri. Uno studio
Altagamma-Unioncamere ha stimato che nell'arco del prossimo
triennio in
tutti i nostri settori mancheranno 236mila posti di lavoro e
questo è
dovuto non solo all'errata percezione di questi mestieri e
delle
opportunità di carriera che offrono, ma anche alla mancanza di
un adeguato
sistema formativo.
Il desiderio di ripartenza è forte. Quali i possibili scenari
dovuti
all'attuale inasprimento della pandemia?
Se pensiamo ai luxury goods, sappiamo che in Italia questo
comparto vale
115 miliardi quindi circa il 7% del pil italiano. Dopo una
crescita
annuale di circa il 5% negli ultimi 30 anni, nel 2020 avremo
flessioni del
25-30% per molte aziende del segmento che hanno sofferto
tantissimo dallo
scoppio della pandemia perché sono venuti meno due
presupposti
fondamentali: il retail e la libera circolazione delle persone.
Ci
attendiamo che a fine 2021 ci sarà un sostanziale ritorno ai
modelli
pre-crisi. Vogliamo rimanere comunque positivi, anche
considerando la
grande reattività della moda e, specie in Cina, il fenomeno di
revenge
shopping. I punti di forza sui quali puntare saranno il digitale
e la
risposta del mercato cinese.
L'heritage non basta più per comunicare? Quanto conta oggi
l'experience?
Il retail fisico rimane un driver molto importante per i ricavi
delle
aziende quindi ci auspichiamo che questo canale possa
riprendersi il prima
possibile. Oggi il digitale rappresenta circa il 10-12% delle
vendite del
comparto lusso ma riteniamo sia destinato a crescere fino a
toccare il
20%. Dal canto suo, il retail fisico sta cambiando: non è più
solo un
luogo di acquisto ma è uno spazio dove voglio vivere
un'esperienza. Il
concetto di aspirazionale è in tal senso cruciale perché oggi
i
consumatori vogliono vivere il brand e interagire
all'insegna
dell'entertainment.
Social media. Che utilità hanno per le imprese tra export e per
la
valorizzazione del Made in Italy?
I social sono uno strumento molto importante. Proprio per
questo,
insieme ad Accenture condividiamo un monitor, Altagamma social
luxury
index, che fotografa le performance delle nostre imprese su
queste
piattaforme. Un aspetto interessante ad esempio è che tra
occidente e
oriente ci sono profonde differenze culturali nell'uso di questi
mezzi. Se
nel nostro ultimo report abbiamo evidenziato nel 2019 una
crescita
dell'80% di mention spontanee relative ai brand Altagamma
rispetto al
2018, d'altra parte il potenziale di crescita in termini di
presenza
social va alimentato. Dallo scoppio della pandemia abbiamo
imparato a
rallentare. Temi sociali poi come diversity e inclusion sono
sempre più
attuali e i marchi si sentono sempre più ingaggiati nel sociale.
In questa
direzione, la comunicazione giocherà un ruolo primario.
red/lde
fine
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2009:36 ott 2020
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October 20, 2020 03:38 ET (07:38 GMT)
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