Gli Stati Uniti sono sulla strada per diventare un esportatore netto di petrolio nel 2021 e in seguito potrebbero superare Arabia Saudita e Russia per volume delle esportazioni.

Lo si legge nel report annuale della International Energy Agency sul mercato petrolifero.

Secondo gli analisti dell'istituzione con sede a Parigi, le esportazioni americane di greggio dovrebbero raggiungere i 4,2 milioni di barili al giorno entro il 2024.

"La seconda ondata della rivoluzione dello shale oil americano sta arrivando", ha spiegato Fatih Birol, direttore generale della Iea, sottolineando come questo fenomeno "rivoluzionerà il commercio globale petrolio e gas, con profonde implicazioni anche di tipo geopolitico".

Nel 2018 gli Stati Uniti sono già arrivati ad essere il primo produttore globale di petrolio, con un output di oltre 12 mln barili/giorno, un livello superiore a quello di Arabia Saudita e Russia.

L'aumento della produzione americana è un processo iniziato nel 2011, grazie alla tecnica estrattiva denominata 'fracking', utilizzata per estrarre lo shale oil. Già nel 2014, la salita dell'output americano ha provocato un crollo dei prezzi del petrolio fin sotto i 30 usd/barile, prima che i tagli alla produzione da parte dell'Opec riportassero il mercato in equilibrio e i prezzi sopra i 50 usd.

In termini di fondamentali, la domanda globale dovrebbe crescere dai 99,2 mln barili/giorno del 2024 fino a 106,4 mln barili nel 2024, con un aumento medio annuo di 1,6 mln barili/giorno.

lus

 

(END) Dow Jones Newswires

March 11, 2019 05:43 ET (09:43 GMT)

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