I prezzi del greggio sono saliti al livello più alto dal 2014, una pietra miliare in un rally che sta prendendo slancio poiché le tensioni geopolitiche minacciano di minare l'offerta di petrolio globale.

Ieri i futures sul petrolio Usa sono saliti dell'1,9%, a 85,43 usd/barile, il livello di chiusura più alto dall'ottobre 2014, quando i prezzi del petrolio si stavano muovendo nella direzione opposta.

Il mercato petrolifero ha impiegato diversi anni per riprendersi dal calo dei prezzi messo in moto dal riemergere degli Usa come superpotenza produttrice di petrolio. Il rimbalzo dopo il crollo indotto dal coronavirus nel 2020, quando i futures sul greggio statunitense sono diventati negativi mentre il mondo faticava a trovare posti dove immagazzinare il petrolio, è stato molto più veloce.

Tra i fattori che guidano il rally vi sono i timori che le tensioni in Medio Oriente e in Europa si riversino sui mercati energetici intaccando le forniture dei principali produttori di greggio, in particolare Russia ed Emirati Arabi Uniti. È probabile che eventuali interruzioni facciano salire i prezzi in un mercato in cui la domanda è in aumento e le scorte sono scese al di sotto delle medie recenti, affermano i trader e gli analisti.

Ad alimentare i guadagni del petrolio, l'ondata di infezioni causata da Omicron non ha ridotto la domanda tanto quanto i trader pensavano che avrebbe potuto quando la variante è stata identificata a fine novembre.

In un rapporto pubblicato martedì, l'Opec prevede che il mondo consumerà 100,8 milioni di barili di petrolio al giorno quest'anno, in aumento di 4,2 milioni di barili al giorno rispetto al 2021. L'aumento è stato guidato dalla crescente domanda di distillati leggeri utilizzati nell'industria petrolchimica.

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January 19, 2022 03:32 ET (08:32 GMT)

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