Ss Lazio: da perizia discordanza con laboratorio (Gazzetta)
25 Novembre 2020 - 10:59AM
MF Dow Jones (Italiano)
Gli esami dell'ospedale Moscati di Avellino, che ha riprocessato
i tamponi analizzati presso la Futura Diagnostica (il laboratorio
di riferimento della Lazio in questi mesi), hanno riscontrato la
positività di Thomas Strakosha e la negatività di Ciro Immobile e
Lucas Leiva nei test effettuati il 6 novembre. Confrontando però
gli esiti dei 95 tamponi effettuati (sono così tanti perché oltre
al gruppo squadra erano stati sottoposti al controllo anche i
familiari), le positività sarebbero passate da 7 (secondo Futura
Diagnostica) a 25 (secondo l'Ospedale Moscati). Una disparità che
fa parte della perizia consegnata dalla virologa Maria Landi alla
procura della repubblica di Avellino.
La prima notizia, quella di Thomas Strakosha positivo e di
Immobile e Leiva negativi, scrive la Gazzetta, aggiunge un altro
capitolo a questa collezione di esiti altalenanti. Dal doppio esame
contraddittorio del 6 novembre, con il Campus Biomedico di Roma che
aveva dichiarato la positività di Leiva, Immobile e Strakosha
portando la Asl a isolare i giocatori e a vietare la loro presenza
in campo contro la Juve - c'erano state altre situazioni del
genere, tanto che Ciro Immobile è stato costretto a sottoporsi a un
numero record di tamponi, per negativizzarsi.
La seconda informazione che risulta dalla perizia apre scenari
ancora tutti da interpretare. In pratica, dei 95 esami
riprocessati, 18 avrebbero dato un esito diverso, anzi contrario. È
chiaro che a prenderla così, senza se e senza ma, si tratterebbe di
un risultato preoccupante: o nelle loro case, o nel centro di
allenamento, dei positivi sarebbero andati in giro senza sapere di
esserlo, e quindi senza il rispetto di tutte le norme di legge
sull'isolamento con i rischi del caso. Ma dovranno essere
verificate tutte le spiegazioni possibili. Sulle identità dei 18
negativi secondo la Futura Diagnostica e positivi a stare agli
esami dell'ospedale Moscati, c'è grande riserbo.
Bisognerà vedere in quali termini il perito della Procura ha
raccontato questi dati così incredibilmente contrastanti e se ha
allegato anche degli approfondimenti tecnici per provare a
interpretare i risultati. E che cosa i pm leggeranno in queste 18
"discordanze". Ci sarebbero comunque altri dati investigativi
nell'istruttoria avviata dal procuratore reggente Vincenzo
D'Onofrio che indaga sull'ipotesi di reato di falso, truffa in
pubbliche forniture ed epidemia colposa. In pratica, questo esito
sarebbe soltanto uno dei dati in possesso degli investigatori.
L'indagine sul laboratorio sarebbe nata prima delle ultime
settimane, quelle in cui è nato il caso Lazio con l'ipotesi
dell'assenza di comunicazioni alle Asl e di mancato rispetto delle
regole nel gruppo squadra in caso di positività.
La domanda sorge sponatena: com'è possibile che ci siano stati
risultati così distanti? Che l'esito degli esami fosse tutt'altro
che coincidente dei responsi lo si era capito anche dalla richiesta
formulata dalla difesa del laboratorio (per ora l'unica indagato è
Massimiliano Taccone, il presidente del Cda della struttura irpina)
di riprocessare i tamponi presso la Futura Diagnostica per
effettuare il confronto con gli stessi macchinari e utilizzando gli
stessi standard. Ora, però, la linea difensiva si sofferma su altre
circostanze. In particolare, le modalità di trasporto dal
laboratorio all'ospedale dopo il sequestro effettuato dalla Guardia
di Finanza nella giornata di sabato 7 novembre. Poi la
conservazione dei tamponi oltre le 48 ore (fra la prima analisi e
la seconda sono passati quattro giorni), la soglia oltre il quale è
necessario custodire tutto a meno 80 gradi, secondo le linee guida
dell'Istituto Superiore di Sanità pubblicate lo scorso 29 maggio.
Naturalmente bisognerà capire se nella perizia queste obiezioni
siano state già considerate o meno. Un'altra strada sarebbe quella
dei "debolmente positivi" che potrebbero essere stati considerati
"negativi di fatto". C'è anche la possibilità che il magistrato
chieda un supplemento di perizia per spiegare questa distanza fra i
risultati. Intanto si dovrebbe procedere a riprocessare anche i
tamponi del laboratorio Merigen di Napoli, che hanno dato un esito
negativo per Thomas Strakosha, Ciro Immobile, Lucas Leiva.
Alla luce di quanto è successo, si dovranno incrociare i
riscontri con i mille referti acquisiti presso la Futura
Diagnostica e relativi a tutti i test effettuati dalla Lazio dalla
prima ripartenza di giugno fino a oggi. In ogni caso, ci sono ora
altre cose da chiarire in una vicenda che a ogni passaggio
moltiplica le domande. Se non altro, tutto quello che sta
succedendo dimostra in modo evidente, la necessità di una
centralizzazione dei test, finora rifiutata dai club e che è invece
una delle "raccomandazioni", una sorta di rafforzamento del
protocollo, proposte dalla Federazione Medico-Sportiva alla Lega di
serie A.
red/lde
fine
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