Banco Bpm mira a massimizzare la quota di crediti deteriorati da cedere puntando al target di 9-10 miliardi previsto. Ma il punto finale sul dossier Npl, e in particolare sul quantum da cedere, potrà essere messo solo nei prossimi mesi: quando cioè si sarà conclusa la gara che è in corso e, soprattutto - una volta fatta la legge di

Stabilità - quando si sarà stabilizzato lo spread tra Btp e Bund.

È questa la rotta dei prossimi mesi tracciata dall'amministratore delegato del gruppo Banco Bpm, Giuseppe Castagna, al Sole 24 Ore. La banca "sta lavorando a 360 gradi per avere tutte le opzioni sul

tavolo e far sì che l'intera operazione sia fatta in maniera coerente con l'attuale condizione di solidità patrimoniale", sottolinea Castagna.

A inizio agosto la banca ha definito la shortlist dei soggetti interessati all'acquisizione degli Npl. Al lavoro ci sono doBank, Fortress e Spaxs; Credito Fondiario ed Elliot; Christofferson Robb e Company, Davidson Kempnere Prelios. La due diligence si concluderà nel giro di 2-3 mesi. E a quel punto si alzerà il velo sulle offerte, l'eventuale utilizzo della Gacs e il vero impatto sul capitale. L'auspicio della banca è che nei prossimi mesi, definita la manovra, "ci sia più chiarezza sulle scelte, e quindi anche il differenziale si stabilizzi. In ogni caso saremo pronti anche se dopo la manovra il differenziale dovesse allargarsi, cosa che peraltro non prevediamo", osserva il top manager.

Banco Bpm si sta comunque attrezzando per riuscire a centrare l'obiettivo massimo facendo ricorso solo alle proprie forze. "Anche perchè dei 9,5 miliardi di Npl da cedere, 3,5 in pratica sono già accantonati - dice Castagna - Se anche vendessimo i rimanenti 6, l'impatto sarebbe più che gestibile. È chiaro che in tutto questo c'è da considerare anche la variabile spread, ma stiamo lavorando perchè l'intero progetto sia totalmente coerente con l'attuale solidità patrimoniale". Per coprire questo eventuale fabbisogno, una fonte di importante di capitale arriverà dalla valorizzazione della piattaforma di gestione Npl. Le aree di possibile intervento riguardano i poli del credito al consumo e del leasing, su cui ancora la banca non ha aperto i cantieri di razionalizzazione dopo la fusione. In linea teorica qui "tutto è possibile: sia vendere Profamily che uscire da Agos-Ducato", annuncia Castagna. La revisione della partecipazione "potrebbe passare anche dalla quotazione", dice Castagna.

Sul tavolo potrebbe finire anche "il leasing, dove siamo presenti con Selmabipiemme e Alba Leasing". Senza escludere - almeno come ipotesi - un

intervento sulla partecipazione in Anima. "Abbiamo insomma diverse frecce al nostro arco che useremo solo se necessario e che non vogliamo sprecare. Di certo le coperture generate dalle manovre a cui stiamo lavorando sono un multiplo di quelle necessarie", conclude.

pev

 

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August 10, 2018 03:20 ET (07:20 GMT)

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