Banco Bpm sceglie Credito Fondiario e il suo azionista Elliott per l'ultima cessione massiva di crediti deteriorati. Sul piatto c'è un portafoglio da 7,8 miliardi di euro (che può scendere a 7 miliardi) e la piattaforma di gestione.

Ieri, si legge si MF, il Cda dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna ha accettato l'offerta della cordata composta dall'istituto romano e dal fondo americano che ha così surclassato gli altri due concorrenti, cioé la cordata DoBank -Fortress-Illimity e quella Christofferson Robb & Company-Davidson Kempner-Prelios. Molti fattori avrebbero giocato a favore di Fonspa, a partire dalla forchetta di prezzo che prevederebbe un floor al 21% del nominale (livello su cui ci sarebbe di fatto un backstop) e un prezzo massimo prossimo al 25%. Il valore finale dipenderà della dimensione definitiva del portafoglio, dall'applicazione della garanzia pubblica alla cartolarizzazione (prima operazione di questo genere seguita da Fonspa) e dal riscontro delle agenzie di rating. Non c'è dubbio comunque che il prezzo sia generoso.

Il premio offerto rispetto ai concorrenti sarebbe del resto legato alla volontà di Fonspa di crescere nel credito deteriorato. Elliott intende infatti incrementare le masse in gestione in vista del collocamento in borsa della controllata e sarebbe dunque disponibile a politiche di pricing più aggressive rispetto ai concorrenti. L'operazione conferma inoltre l'attenzione di Elliott per il mercato italiano, seguito da vicino da Massimo Ruggieri. Quanto alla piattaforma (di cui Fonspa avrà il 70%, mentre Banco Bpm manterrà una quota di minoranza), è prevista una partnership con un contratto di durata decennale per il servicing dell'80% dei nuovi flussi di sofferenze generate dalla banca. «Con questa operazione», ha spiegato Iacopo De Francisco, direttore generale di Credito Fondiario, l'istituto «rafforza a tutti gli effetti la sua posizione di leadership nel settore. Questa partnership si inquadra nella strategia di Credito Fondiario di posizionarsi al fianco di primarie banche italiane quale debt purchaser e debt servicer di riferimento», ha concluso De Francisco.

«Siamo onorati di poter lavorare a fianco di Banco Bpm e ci impegneremo a migliorare ulteriormente i nostri standard di servizio e le nostre performance». Per Banco Bpm gli advisor sono stati Deutsche Bank , Banca Akros, Deloitte e Chiomenti, mentre per Fonspa hanno lavorato Pwc e Goldman Sachs come advisor finanziario. Il closing è previsto per la fine del secondo trimestre del 2019, con l'integrale deconsolidamento regolamentare e contabile del portafoglio. A seguito del completamento delle operazioni, il npe ratio lordo della banca scenderà dal 15,9% a un pro-forma di 10,6%/11,3%, a seconda della dimensione del portafoglio finale.

red/fch

 

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December 11, 2018 02:18 ET (07:18 GMT)

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