Credem chiude il primo trimestre con un utile netto di 44,9 mln euro, in calo rispetto ai 56,6 mln dello stesso periodo del 2018.

L'utile ante imposte, spiega una nota, si attesta a 66,2 mln (80,8 mln in 2018), le imposte sul reddito sono di 21,3 mln (26,2 mln in 2018), il Roe annualizzato e' superiore al 7%. Il margine di intermediazione si attesta a 287,4 mln (-7,3% a/a), il margine da servizi e' di 164,9 mln (-12,8% a/a), quello finanziario a 122,5 mln (+1,3% a/a). I costi operativi ammontano a 183,1 mln (-4,5% a/a), il cost/income(15) risulta pari a 63,7% rispetto al 61,9% di fine marzo 2018. Il risultato lordo di gestione è pari a 104,3 milioni (118,2 milioni in 2018). Gli ammortamenti, influenzati dalla forte politica di investimento del Gruppo, sono pari a 19,1 milioni rispetto ai 12,5 milioni di euro nel primo trimestre 2018 (+52,8% a/a). Il risultato operativo si attesta a 85,2 milioni di euro rispetto a 105,7 milioni di euro a fine marzo 2018 (-19,4% a/a).

Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono pari a 0,1 milioni di euro rispetto a 3,9 milioni di euro nell'anno precedente. Le rettifiche nette di valore su crediti sono in riduzione del 31,2% a/a e si attestano a 5,3 milioni di euro rispetto a 7,7 milioni di euro a fine marzo 2018.

Il saldo delle componenti straordinarie(14) è pari a -13,6 milioni di euro (-13,3 milioni di euro nello stesso periodo del 2018) e comprende tra l'altro 11,8 milioni di euro, al lordo dell'effetto fiscale, di contributo al Fondo di Risoluzione Unico.

La raccolta complessiva da clientela a fine marzo 2019 si attesta a 66.885 milioni di euro, +1,1% rispetto a 66.151 milioni di euro l'anno precedente. La raccolta complessiva ammonta a 79.132 milioni di euro, +1,2% a/a rispetto a 78.221 milioni di euro a fine marzo 2018. In particolare, la raccolta diretta da clientela raggiunge 23.626 milioni di euro rispetto a 22.119 milioni di euro dell'anno precedente (+6,8% a/a). La raccolta diretta complessiva è pari a 26.192 milioni di euro rispetto a 24.619 milioni di euro a fine marzo 2018 (+6,4% a/a). La raccolta assicurativa si attesta a 7.068 milioni di euro, +3,1% rispetto a 6.856 milioni di euro del primo trimestre 2018. La raccolta indiretta da clientela risulta pari a 36.191 milioni di euro rispetto a 37.176 milioni di euro a fine marzo 2018 (-2,6% a/a). Nel dettaglio, la raccolta gestita si attesta a 26.152 milioni di euro, -2,4% rispetto a 26.782 milioni di euro nello stesso periodo dell'anno precedente. All'interno di questo aggregato le gestioni patrimoniali sono pari a 5.773 milioni di euro (-12,9% a/a), i fondi comuni di investimento e Sicav ammontano a 11.749 milioni di euro (-0,2% a/a), i prodotti di terzi ed altra raccolta gestita si attestano a 8.630 milioni di euro (+3% a/a).

Gli impieghi a clientela sono in crescita del 4,6% a/a (rispetto al sistema che segna +0,8% nello stesso periodo) e si attestano a 24.995 milioni di euro rispetto a 23.905 milioni di euro a fine marzo 2018, con costante attenzione alla qualità del portafoglio. Le sofferenze nette su impieghi netti sono pari a 0,91% (rispetto a 1,15% nello stesso periodo del 2018) dato significativamente inferiore alla media di sistema pari, a fine febbraio 2019, a 1,95%. La percentuale di copertura delle sofferenze è del 67,4% (66,2% a fine marzo 2018), tale dato, comprensivo dello shortfall patrimoniale(8) , è pari a 83,3%. I crediti problematici totali netti sono pari a 551,1 milioni di euro, in calo del 17,2% rispetto a 665,9 milioni di euro a fine marzo 2018. I crediti problematici totali lordi ammontano invece a 1.143,6 milioni di euro, in calo del 12,3% rispetto a 1.304,1 milioni di euro nel primo trimestre 2018. La percentuale di copertura dei crediti problematici totali lordi è del 51,8% (48,9% a fine marzo 2018); tale dato, comprensivo dello shortfall patrimoniale, sale al 65,2%. Il rapporto tra crediti problematici totali lordi e impieghi lordi si attesta al 4,46% (5,3% a fine marzo 2018) a fronte di una media delle banche significative italiane al 8,3%. Il costo del credito(16) annualizzato si attesta a valori molto contenuti pari a 8 bps a fine marzo 2019.

Il CET1 ratio calcolato su Credemholding è pari a 13,2%, Il Tier 1 capital ratio è pari a 13,5% ed il Total capital ratio(3) è pari a 15,4. Per il 2019 il CET1 Ratio minimo (SREP)(6) assegnato al Gruppo è pari a 8%, il requisito più basso tra le banche italiane vigilate da BCE.

"Continuiamo a sostenere i progetti di investimento di famiglie ed imprese e contemporaneamente a generare valore per gli azionisti", ha dichiarato Nazzareno Gregori, Direttore Generale Credem, "e questo innanzitutto grazie alla capacità di tutte le persone del Gruppo che sanno capire i bisogni dei clienti e tradurli in modo innovativo in servizi all'avanguardia e di qualità, anche grazie agli importanti investimenti effettuati in tecnologia. Proseguiremo anche nei prossimi mesi gli investimenti sulle persone sempre con un forte focus su crescita organica, solidità, qualità dell'attivo ed innovazione. Continueremo a svilupparci, sfruttando il nostro modello di banca assicurazione, con l'obiettivo di essere sempre più efficaci nel soddisfare i diversi bisogni dei nostri clienti", conclude Gregori.

Secondo il management per il 2019 le principali linee guida della gestione sono rappresentate dal mantenimento di significativi ritmi di sviluppo commerciale della raccolta, in particolare del comparto gestito e dell'area assicurativa. Proseguirà inoltre lo sviluppo selettivo del credito e la revisione, orientata all'omnicanalità e alla digitalizzazione del modello di servizio. Il Gruppo continuerà il potenziamento distributivo e produttivo del business del Wealth Management ed effettuerà significativi investimenti di compliance normativa e per l'evoluzione del sistema informativo. Saranno inoltre attivate iniziative sistematiche volte a migliorare l'efficienza di processi e strutture e sarà mantenuto il solido profilo di rischio e di livello patrimoniale oltre che la realizzazione di un'ulteriore diversificazione del portafoglio mobiliare a presidio della volatilità patrimoniale. La diversificazione e la stabilità dei ricavi implicheranno necessariamente valutazioni di ampliamento della gamma prodotti e dei canali di vendita, nonché di ulteriori linee di business. In tale contesto è ipotizzabile un andamento lineare per quanto riguarda le componenti stabili dei ricavi, sia di natura finanziaria che commissionale. Rispetto alle condizioni esogene entro cui sono state formulate le più recenti previsioni, le prospettive manifestano un carattere di incertezza anche più accentuato rispetto a quello, già rilevante, evidenziato negli esercizi precedenti. La conferma dell'attuale curva dei tassi di interesse, la revisione al ribasso della stima del prodotto interno lordo nazionale, l'andamento dei mercati finanziari, il rischio di credito dei titoli governativi nazionali rappresentano, ad oggi, incognite i cui impatti negativi non sono facilmente prevedibili. Tali condizioni, infatti, potranno influenzare le decisioni di spesa e di investimento di famiglie ed imprese e conseguentemente la domanda di credito, la capitalizzazione e la composizione della raccolta amministrata e gestita. A tali discontinuità patrimoniali corrisponderanno inevitabilmente degli effetti economici sull'apporto dell'intermediazione creditizia, sul contributo dei ricavi commissionali, sul costo delle fonti di finanziamento e sul costo del credito.

lab

 

(END) Dow Jones Newswires

May 09, 2019 12:18 ET (16:18 GMT)

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