Milano e la Lombardia sono i punti di riferimento nazionali della sanità e della ricerca. Anche perché i privati investono per la qualità del servizio. E questo differenzia la città del resto del Paese. Perché, come sostiene Paolo Rotelli, vice presidente del Gruppo San Donato, il primo operatore sanitario privato nazionale, «se nell'antichità, pensando a Il Cairo e Roma, l'essere umano viveva vicino all'acqua, fonte primaria di vita, oggi le persone cercano le città dove possono ritrovarsi al centro di un'offerta di servizi di alto livello. Anche per questo Milano ha superato Roma in termini di flussi turistici, senza scippare turisti alla Capitale, ma offrendo altro. E' una necessità. E deve diventare una priorità». E, oggi, il capoluogo lombardo è «inserito in un network di capitali nelle quali puoi ottenere ciò che vuoi, con una qualità elevata. Del resto è più facile viaggiare tra Parigi, Londra, Milano e Dubai che arrivare ad Milano a Catanzaro».

Domanda. In tale contesto, il vostro gruppo, cosa fa?

Risposta. Investiamo, sulla qualità. Nei prossimi 10 anni metteremo sul piatto 800 milioni per acquistare terreni, progettare e riqualificare strutture e studiare, fare ricerca.

D. Quale è il progetto più impegnativo?

R. Il nuovo Galeazzi che costerà 300 milioni e che cresce di un piano al mese. Sarà pronto entro la fine del 2021. Altri 200 milioni sono destinati al nuovo Iceberg del San Raffaele. Oltre agli 80 milioni annui destinati ai nostri tre Irccs per la ricerca scientifica.

D. Avete stoppato, l'ospedale nell'area Falck ?

R. Abbiamo acquistato il terreno. Non abbiamo bloccato nulla. Faremo tutto. A tempo debito. Un progetto alla volta: ora la priorità è il Galeazzi. La prospettiva è a medio-lungo termine.

D. Altri investimenti?

R. Abbiamo dato vita al Palazzo della salute in città: una struttura dedicata a benessere, wellness e cura del corpo. E da agosto ospitiamo al San Donato e al San Raffaele 30 pazienti provenienti dalla Libia: militari e vittime di guerra che nessuna struttura al mondo vuole curare. E' un nostro dovere se vogliamo diffondere la cultura dell'eccellenza sanitaria. E rispondere a quel senso etico che la mia famiglia ha inculcato sin dalle origini dell'attività sanitaria.

D. Tutto ciò perché la Regione sostiene il settore?

R. Tutt'altro. Purtroppo da qualche anno in Lombardia il privato accreditato è sotto attacco, i fondi sono sempre meno. Se dovessi basarmi sull'attuale sistema lombardo, non potrei fare investimenti. Eppure la componente privata, come diceva mio padre Giuseppe, è il baluardo della sanità, perché consente al sistema di essere sostenibile. Se un ospedale privato è in disavanzo, è l'imprenditore che paga e non il cittadino. Nonostante ciò nel 2019 la Regione ha tagliato il budget destinato ai pazienti extraregionali: ci ha messo un tetto retroattivo a metà anno. Abbiamo calcolato che solo il San Donato avrà un danno di 10 milioni. Allora sì, in questo caso, limitando gli accessi alle eccellenze sanitarie, Milano e La Lombardia prendono più di quello che potrebbero dare al Paese e soprattutto alle regioni del Sud. Il fondo sanitario nazionale è cresciuto eppure gli accessi a ospedali come il S.Raffaele sono destinati a diminuire.

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

November 28, 2019 02:29 ET (07:29 GMT)

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