Si è concluso il tentativo di assalto dell'Ambasciata statunitense a Baghdad da parte dei sostenitori delle milizie appoggiate dall'Iran, con i manifestanti che hanno abbandonato l'area dopo che la loro leadership ha ordinato di porre fine agli scontri dovuti alla presenza di truppe americane in Iraq.

Il ritiro è stato istigato dalla Popular Mobilization Forces (Pmf), un organo di coordinamento per decine di gruppi di miliziani, che includono fazioni allineate con l'Iran. Alcuni di questi gruppi e i loro sostenitori hanno tentato martedì di farsi strada nel complesso dell'Ambasciata degli Stati Uniti ma non sono riusciti a entrare.

Nonostante il loro ritiro dall'area dell'Ambasciata, gli alleati dell'Iran hanno in programma di mantenere la pressione sugli Stati Uniti spingendo per un voto in parlamento sul ritiro delle truppe americane, che sono tornate in Iraq nel 2014 per combattere lo Stato islamico. L'assalto all'ambasciata non ha causato morti ma ha spinto gli Stati Uniti a schierare rinforzi militari e ha messo a dura prova le relazioni sempre più tese tra Washington e Baghdad.

Le continue reazioni contro gli Stati Uniti dopo che hanno ucciso più di due dozzine di combattenti della milizia irachena in attacchi aerei durante il fine settimana ha dato ai gruppi sostenuti dall'Iran l'opportunità di riprendere l'iniziativa a livello politico dopo tre mesi di intensa pressione a causa delle proteste antigovernative contro il coinvolgimento di Teheran negli affari del Paese.

E' sempre più chiaro, inoltre, il dominio delle fazioni alleate di Teheran all'interno del Governo iracheno, che viene attirato sempre più vicino all'orbita dell'Iran. I sostenitori della milizia hanno ignorato gli ordini del primo ministro ad interim, Adel Abdul-Mahdi, che martedì ha chiesto loro di ritirarsi dall'Ambasciata, ma hanno iniziato a smantellare le tende che avevano costruito nell'area non appena è arrivata la richiesta del Pmf.

All'inizio della giornata le truppe statunitensi hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere i sostenitori della milizia riuniti fuori dall'Ambasciata per il secondo giorno.

I marines sono arrivati al vicino Kuwait per rafforzare la sicurezza dell'Ambasciata e il Pentagono ha detto che avrebbe dispiegato un battaglione di fanteria di circa 750 soldati nella regione, sottolineando che ulteriori forze statunitensi erano pronte a schierarsi nei prossimi giorni.

Il Pmf ha sottolineato che il sit-in non era più necessario perché era stato già raggiunto l'obiettivo di inviare agli Stati Uniti il messaggio che le loro truppe non sono gradite in Iraq. "Per preservare l'autorità dello Stato" e "per rispetto della decisione del Governo", i manifestanti dovrebbero allontanarsi dall'Ambasciata, ha affermato il Pmf, che fa parte dell'apparato di sicurezza iracheno.

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January 02, 2020 03:46 ET (08:46 GMT)

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