A Hong Kong la polizia antisommossa ha sparato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro i manifestanti che, non rispettando le regole di distanziamento sociale, sono tornati in strada per protestare contro il piano di Pechino di imporre nuove leggi sulla sicurezza nazionale nella città.

Una folla, composta prevalentemente di giovani, ha iniziato a radunarsi ieri all'ora di pranzo nel quartiere dello shopping di Causeway Bay, rispondendo a chiamate online per riprendere le manifestazioni contro il partito comunista cinese, dopo una pausa di un mese dovuta alla pandemia di coronavirus.

La polizia ha sparato gas lacrimogeni per la prima volta da settimane e ha proseguito con cannoni ad acqua e spray al pepe per disperdere migliaia di manifestanti che si erano riuniti nel distretto. Ci sono stati più di 100 arresti, ha detto la polizia.

Le tensioni sono aumentate nella città dopo che la Cina ha detto giovedì che avrebbe implementato unilateralmente le leggi contro la sovversione, la sedizione e il terrorismo, nonché la collusione con forze straniere, che secondo Pechino hanno provocato proteste di massa l'anno scorso. I disordini sono durati più di sette mesi, diventando violenti a volte e portando la città in recessione.

I gruppi pro-democrazia di Hong Kong hanno affermato che la decisione di Pechino di bypassare il Governo e la legislatura locale viola la promessa di "un Paese, due sistemi", fatta alla Gran Bretagna quando il territorio è stato restituito alla Cina nel 1997. In base a tale accordo, Pechino si era impegnata a mantenere fino al 2047 l'autonomia del centro finanziario su questioni come il diritto, nonché la libertà di parola e di riunione delle persone.

Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha dichiarato ieri che la mossa della legislatura cinese ha come obiettivo la "piccola minoranza" le cui attività hanno danneggiato gravemente la sicurezza nazionale. "Non influisce sull'elevato grado di autonomia di Hong Kong, neanche sui diritti e sulle libertà dei residenti nè sugli interessi legittimi degli investitori stranieri a Hong Kong", ha affermato.

La leader della città semi-autonoma, Carrie Lam, ha affermato di appoggiare la nuova legislazione e ha detto che garantirà la stabilità e la prosperità di Hong Kong.

Le misure sono state viste in modo diverso all'estero, con la condanna internazionale che si è intensificata durante il fine settimana. Più di 200 parlamentari e responsabili politici di 23 Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Canada, hanno espresso grave preoccupazione. "Sono le lamentele dei comuni cittadini di Hong Kong che stanno guidando le proteste", si legge in una dichiarazione pubblicata ieri, che aggiunge che "le leggi draconiane non faranno che aggravare ulteriormente la situazione, mettendo a repentaglio il futuro di Hong Kong come città internazionale aperta".

Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha dichiarato venerdì che la decisione di Pechino di eludere la legislatura di Hong Kong e "ignorare la volontà del popolo sarebbe una condanna a morte per l'alto grado di autonomia promesso da Pechino". Il dipartimento di Stato ha dichiarato che ritarderà la presentazione della revisione annuale sull'autonomia di Hong Kong fino a quando non sarà in grado di valutare qualsiasi azione intrapresa dall'assemblea legislativa cinese, che si concluderà giovedì.

Ieri il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Robert O'Brien, ha avvertito che Pechino deve considerare le ripercussioni di una possibile repressione nei confronti di Hong Kong. "La Cina dipende dal capitale straniero per la propria economia e far crescere la propria classe media", ha dichiarato O'Brien alla Nbc, aggiungendo che Pechino "dipende dalla liquidità e dai mercati finanziari. Se perde l'accesso a ciò, sarà un duro colpo per Xi Jinping e il partito comunista Cinese. Spero che lo terranno in considerazione valutando il loro prossimo passo".

A O'Brien è stato anche chiesto se pensava che il presidente Usa, Donald Trump, non fosse stato sufficientemente critico nei confronti delle mosse di Pechino contro Hong Kong dello scorso anno. "Vogliamo buoni rapporti con la Cina e il popolo cinese. Sfortunatamente, il partito comunista ha intrapreso azioni che rendono difficile ciò. Per quanto riguarda l'accordo commerciale, vedremo se saranno all'altezza", ha detto O'Brien.

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May 25, 2020 02:58 ET (06:58 GMT)

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