Hong Kong: ripartono proteste contro legge sicurezza Cina
25 Maggio 2020 - 9:13AM
MF Dow Jones (Italiano)
A Hong Kong la polizia antisommossa ha sparato gas lacrimogeni e
cannoni ad acqua contro i manifestanti che, non rispettando le
regole di distanziamento sociale, sono tornati in strada per
protestare contro il piano di Pechino di imporre nuove leggi sulla
sicurezza nazionale nella città.
Una folla, composta prevalentemente di giovani, ha iniziato a
radunarsi ieri all'ora di pranzo nel quartiere dello shopping di
Causeway Bay, rispondendo a chiamate online per riprendere le
manifestazioni contro il partito comunista cinese, dopo una pausa
di un mese dovuta alla pandemia di coronavirus.
La polizia ha sparato gas lacrimogeni per la prima volta da
settimane e ha proseguito con cannoni ad acqua e spray al pepe per
disperdere migliaia di manifestanti che si erano riuniti nel
distretto. Ci sono stati più di 100 arresti, ha detto la
polizia.
Le tensioni sono aumentate nella città dopo che la Cina ha detto
giovedì che avrebbe implementato unilateralmente le leggi contro la
sovversione, la sedizione e il terrorismo, nonché la collusione con
forze straniere, che secondo Pechino hanno provocato proteste di
massa l'anno scorso. I disordini sono durati più di sette mesi,
diventando violenti a volte e portando la città in recessione.
I gruppi pro-democrazia di Hong Kong hanno affermato che la
decisione di Pechino di bypassare il Governo e la legislatura
locale viola la promessa di "un Paese, due sistemi", fatta alla
Gran Bretagna quando il territorio è stato restituito alla Cina nel
1997. In base a tale accordo, Pechino si era impegnata a mantenere
fino al 2047 l'autonomia del centro finanziario su questioni come
il diritto, nonché la libertà di parola e di riunione delle
persone.
Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha dichiarato ieri che
la mossa della legislatura cinese ha come obiettivo la "piccola
minoranza" le cui attività hanno danneggiato gravemente la
sicurezza nazionale. "Non influisce sull'elevato grado di autonomia
di Hong Kong, neanche sui diritti e sulle libertà dei residenti nè
sugli interessi legittimi degli investitori stranieri a Hong Kong",
ha affermato.
La leader della città semi-autonoma, Carrie Lam, ha affermato di
appoggiare la nuova legislazione e ha detto che garantirà la
stabilità e la prosperità di Hong Kong.
Le misure sono state viste in modo diverso all'estero, con la
condanna internazionale che si è intensificata durante il fine
settimana. Più di 200 parlamentari e responsabili politici di 23
Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Canada, hanno espresso
grave preoccupazione. "Sono le lamentele dei comuni cittadini di
Hong Kong che stanno guidando le proteste", si legge in una
dichiarazione pubblicata ieri, che aggiunge che "le leggi
draconiane non faranno che aggravare ulteriormente la situazione,
mettendo a repentaglio il futuro di Hong Kong come città
internazionale aperta".
Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha dichiarato venerdì
che la decisione di Pechino di eludere la legislatura di Hong Kong
e "ignorare la volontà del popolo sarebbe una condanna a morte per
l'alto grado di autonomia promesso da Pechino". Il dipartimento di
Stato ha dichiarato che ritarderà la presentazione della revisione
annuale sull'autonomia di Hong Kong fino a quando non sarà in grado
di valutare qualsiasi azione intrapresa dall'assemblea legislativa
cinese, che si concluderà giovedì.
Ieri il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati
Uniti, Robert O'Brien, ha avvertito che Pechino deve considerare le
ripercussioni di una possibile repressione nei confronti di Hong
Kong. "La Cina dipende dal capitale straniero per la propria
economia e far crescere la propria classe media", ha dichiarato
O'Brien alla Nbc, aggiungendo che Pechino "dipende dalla liquidità
e dai mercati finanziari. Se perde l'accesso a ciò, sarà un duro
colpo per Xi Jinping e il partito comunista Cinese. Spero che lo
terranno in considerazione valutando il loro prossimo passo".
A O'Brien è stato anche chiesto se pensava che il presidente
Usa, Donald Trump, non fosse stato sufficientemente critico nei
confronti delle mosse di Pechino contro Hong Kong dello scorso
anno. "Vogliamo buoni rapporti con la Cina e il popolo cinese.
Sfortunatamente, il partito comunista ha intrapreso azioni che
rendono difficile ciò. Per quanto riguarda l'accordo commerciale,
vedremo se saranno all'altezza", ha detto O'Brien.
cos
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May 25, 2020 02:58 ET (06:58 GMT)
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