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di Luca Carrello

Il principale oppositore del presidente Vladimir Putin aveva 47 anni. Secondo il dipartimento regionale del servizio penitenziario federale si è sentito male dopo una passeggiata. Navalny era stato avvelenato nell’agosto del 2020 con un agente nervino. Il presidente lettone: brutalmente assassinato dal Cremlino | Lo Stato canaglia di Putin | Russia, il pil cresce nonostante la guerra

Il dissidente russo Alexei Navalny è morto nella colonia penale n. 3 dell’Okrug autonomo di Yamalo-Nenets. Lo riferisce il dipartimento regionale del servizio penitenziario federale. «Il 16 febbraio di quest’anno, nella colonia correzionale n. 3, il detenuto Navalny A.A. si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi immediatamente conoscenza. Gli operatori sanitari dell’istituto sono immediatamente arrivati ed è stata chiamata una squadra medica di emergenza», si legge nel comunicato.

«Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, ma non hanno dato risultati positivi. I medici del pronto soccorso hanno confermato la morte del condannato. Si stanno accertando le cause della morte», aggiunge il comunicato rilanciato dalle agenzie russe. Il principale oppositore del presidente Vladimir Putin aveva 47 anni e stava scontando una pena detentiva di nove anni per appropriazione indebita, oltre a una condanna di 19 anni per estremismo. Navalny aveva già rischiato la vita nell’agosto 2020 quando era stato avvelenato con il novichok, un potente agente nervino di fabbricazione russa, mentre si trovava in Germania.

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Il presidente lettone: brutalmente assassinato dal Cremlino

«Il presidente Vladimir Putin è stato informato della morte di Navalny», afferma il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ai giornalisti. «Le cause della morte dovrebbero essere chiarite dai medici», aggiunge Peskov. «Aleksei Navalny è stato brutalmente assassinato dal Cremlino», dichiara invece il presidente lettone, Edgars Rinkevics. (riproduzione riservata)

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Orario di pubblicazione: 16/02/2024 12:29
Ultimo aggiornamento: 16/02/2024 13:18

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Masse totali a 785 miliardi

Che il risparmio amministrato sia stato protagonista indiscusso del 2023 delle reti non è più una novità. In un anno il patrimonio allocato in titoli è cresciuto del 51,2% annuo, raggiungendo quota 175 miliardi. C’è però una buona notizia: la liquidità è diminuita in modo consistente, passando da122 a meno di 117 miliardi. Al contempo le masse gestite sono salite da 274 a 292 miliardi, con il contributo positivo di quasi tutte le famiglie di prodotto escluse le polizze vita, vera zavorra dell’industria per tutto l’anno. In totale in pancia alle reti, a fine anno, c’erano consistenze pari a 785 miliardi, in crescita annua del 12,3%.

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Valore per i clienti

Guardando alle singole voci del gestito i fondi aperti di diritto estero, con 160 miliardi, costituiscono il 20,3% del patrimonio totale, facendo concorrenza ai prodotti assicurativi, la cui quota è scesa dal 25,2% al 23%, poco sopra i 180 miliardi. Le gestioni patrimoniali in titoli e fondi, a quota 40 miliardi a testa, pesano per il 10,2% del patrimonio complessivo.